OK il turnover, ma quanti rischi!

VucinicQuella che per sessanta minuti era sembrata la peggior Juve dell’era Conte esce da Marassi con tre punti e alcune risposte – non tutte positive - in merito alla condizione della squadra.
Il risultato è ottimo, la Juventus raccoglie oggi quello che aveva lasciato al Genoa nella scorsa stagione, quando soprattutto al Ferraris assistemmo ad uno 0-0 del tutto inverosimile, fra occasioni fallite ed errori arbitrali (vedi rigori negati e gol regolare annullato a Pepe). Sicuramente il risultato di oggi è ingeneroso per un Genoa che fino al pareggio di Giaccherini aveva strameritato.
Grintosa, affamata, cattivissima la squadra di De Canio, gli ex Borriello - avvelenatissimo - e Immobile – di cui dirò qualcosa più avanti - con gli occhi da tigre, e in generale la reattività dei rossoblu ricordava quella esibita dalla Juventus per tutta la stagione scorsa.
Al contrario: difesa impacciata e troppo spesso abbandonata al proprio destino da centrocampisti poco dinamici e in molti casi aggrediti con successo dai mediani del Grifone, per la disperazione di Buffon chiamato a più di un intervento risolutivo.
Questa la Juve della prima ora di gioco, una squadra che ha subìto molto e creato pochino rispetto alle abitudini e in rapporto al valore dell’avversario.
Si dirà: il turnover è necessario, adesso che si parte con il doppio impegno settimanale, e qualche rischio va messo in preventivo.
Personalmente non sono mica convinto che quello che abbiamo visto nella prima ora di oggi sia da addebitare al ricorso ad un massiccio turnover, non credo che sostituire quattro uomini - sui dieci di movimento dall’idea di formazione 'base' - abbia fatto tutta questa differenza.
Preferisco parlare di atteggiamento, perché: d’accordo che Matri sembra sempre più involuto e lontano da questa idea di calcio; va bene che il rientrante Caceres ha fatto rimpiangere Lichtsteiner; è chiaro che De Ceglie non è Asamoah e l’assenza di Vucinic per questo gruppo è sempre pesante; ma è altrettanto vero che sin dal ritorno in campo dopo l’intervallo la Juventus ha sfoderato un’aggressività che nel primo tempo non si era vista.
Il palo colpito da Giovinco, evanescente per tutta la prima frazione, era già stato un segnale diverso rispetto alla confusione offensiva dimostrata nel primo tempo.
Ha rischiato molto Conte, in previsione della trasferta di Londra, ma è bastato rimanere in partita (complice Buffon, che si è preso la rivincita sul solito Bertolacci) per poi inserire Vucinic e Asamoah e assicurarsi i tre punti.
Rigore procurato dall’ex udinese con trasformazione del montenegrino (autore dell’assist per Giaccherini – il migliore a mio parere - in occasione del pareggio) e servizio (sporcato) del numero nove per il ghanese nell’azione dell’1-3: così i ”ricambi” eccellenti hanno chiuso la pratica-Genoa.
Resto convinto di una cosa: occorre riacquistare quell’aggressività tipica della scorsa stagione, Conte dovrà lavorare molto.
Quanto agli avversari, De Canio ha costruito una bella squadra, e il coraggio di schierare la coppia Borriello-Immobile è stato ripagato dalla grande partita dei due, soprattutto da parte dell’ex pescarese, uno dei misteri marottiani di questi anni.
Il confermando Marotta ha passato l‘estate a cercare sia il famigerato top player che il giovane di prospettiva, inseguendo i già noti nomi per il colpo da prima pagina e Mattia Destro per la categoria “linea verde”.
Ecco, il mistero è proprio questo: che senso aveva infilarsi nel ginepraio di una comproprietà con Preziosi (l’uomo che di fatto e a più riprese ha negato Destro alla Juventus) correndo il rischio che il giovane Ciro – che, chiariamolo subito, ha tutti i mezzi per diventare un grande attaccante - debba essere pagato salatissimo al prossimo giro?
Se il senso è ottenere la comproprietà di Boakye fatico a capirlo perché, con tutto il rispetto per il giocatore attualmente in rosa al Sassuolo, che la metà di Immobile possa essere scambiata alla pari con il suddetto attaccante rientra nella categoria “affari incomprensibili”.
Per non dire assurdi.
Chissà che cifra chiederà Preziosi quando verrà il momento di discutere del futuro del giovanotto: il caso Giovinco non ha insegnato nulla?

 

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