Juve, tutto facile a Udine

GiovincoNon c'è molto da dire su questo Udinese-Juventus.
Che i friulani vivessero un momento non esaltante dal punto di vista fisico e soprattutto morale era chiaro da qualche giorno prima della loro estromissione dall'Europa che conta.
Se poi nel primo quarto d'ora ti fai infilare due volte nello stesso modo lasciando il tuo portiere uno contro uno con un avversario, beh... ti può andare bene una volta, ma la seconda paghi dazio. L'episodio del rigore con relativa espulsione di Brkic segna lo spartiacque della gara ad appena 15 minuti dall'inizio: nell'occasione Valeri è stato forse precipitoso nell'espellere il portiere udinese, ma la sommatoria di infrazioni (Danilo che spinge e sbilancia Giovinco, e Brkic lo travolge in maniera scomposta e persino pericolosa) tutto sommato non rende la scelta del direttore di gara così scandalosa.
Per intenderci, altri sono gli scandali, e ne abbiamo proprio uno fresco fresco servito ieri sera a Bologna (ogni riferimento al rigore concesso al Milan è puramente voluto), ma non mi pare che qualcuno abbia scatenato il finimondo.
Dopo la trasformazione del rigore ad opera di Vidal la partita poteva considerarsi chiusa, l'Udinese già demoralizzata all'inizio con un uomo in meno provava a limitare i danni ma rimaneva in balìa di una Juve autoritaria, padrona del campo e persino un po' troppo leziosa.
Vucinic in giornata “devo giocare? Ma proprio devo devo?”, Giovinco si muoveva molto ma concludeva poco, i tre centrocampisti lavoravano come sempre alla grande e la difesa non rischiava mai.
Dopo aver sciupato qualche occasione di troppo il finale del primo tempo risvegliava Vucinic, che con un rigore in movimento chiudeva definitivamente la pratica.
La ripresa è stata pura accademia, con la doppietta di Giovinco a rimpinguare il tabellino e la Juve in totale controllo, a deliziare il pubblico con alcune giocate di grande livello.
Il piccolo ex parmense ha dato ragione alla scelta di Conte, e il finale di partita con l'inserimento di Matri e Quagliarella ha fatto intuire una cosa: Bendtner, se ha intenzione di allenarsi seriamente, rischia di diventare in fretta la terza scelta, perché se Matri in quei venti minuti scarsi ha sì messo in mostra una certa voglia, ma anche le solite imprecisioni, mentre Quagliarella, azione personale a tempo scaduto a parte, è apparso ancora decisamente lontano dal giocatore che tanto bene fece nei primi sei mesi torinesi.
Carrera ha rimproverato ai ragazzi il pasticcio sul gol dell'Udinese (siglato da Lazzari, uno che se giocasse sempre contro la Juve segnerebbe quanto Messi) dichiarando che “l'anno scorso un gol così non lo avremmo preso, avevamo più fame”.
Un bel segnale, evitare cali di tensione e leggerezze è il segreto per diventare più forti; e se subire questo gol dovesse servire di lezione ben venga.
Intanto la Juve è a quota 6, gli altri inseguano.

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