Pareggite e arbitraggi: la misura è colma

pepe

La Juventus impatta ancora, in una partita a reti bianche che allunga la striscia negativa di pareggi, portandoli a ben 6 nelle ultime 7 partite. A guardare i numeri, la Juve parrebbe in una crisi senza via di uscita. In realtà, il match ci ha restituito una Juve ben più simile a quella di inizio campionato: una Juve aggressiva, tonica, con un possesso palla del 65%, 8 tiri in porta e 16 corner. Purtroppo, all'attivo dobbiamo anche contare 3 pali. Il Genoa, tranne qualche folata in attacco, non ha mai seriamente avuto in mano la partita. E questo fa ben sperare per il prosieguo del campionato. Era chiaro a tutti gli addetti ai lavori che il ritmo forsennato imposto dai recuperi avrebbe indebolito la rosa di Conte. La speranza è che si continui su questa strada e che il dinamismo mostrato in campo si mantenga fino alla fine.
Ma per una Juve che ritrova lo smalto di qualche mese fa, c'è una costante dai caratteri atavici: la scarsa freddezza sotto porta. Anche grazie a qualche disperata chiusura difensiva genoana, la rete di Frey rimane inviolata, nonostante Giaccherini, Marchisio e Matri abbiano nei primi minuti avuto delle limpide occasioni da gol. Nota di merito a Vucinic, che quando è in giornata diventa davvero l'uomo in più per i bianconeri (anche se gradiremmo che ogni tanto facesse qualche bel tiro a fil di palo e non la solita telefonata centrale). Ottimo anche il centrocampo, dove Pepe si sta assestando ai livelli di novembre-dicembre: l'impressione è che però gli manchi ancora qualcosa per ritornare al top. Marchisio invece da ormai tre mesi fatica in campo, e non è più il giocatore della doppietta al Milan. Forse un turno o due di riposo potrebbero consentirgli di rimettere le idee a posto, e ricordargli che alla Juve siamo pazienti, ma neanche tanto.
Ottimo il lavoro di Vidal: il cileno mostra di eccellere anche nel lavoro di centrale difensivo. Che Iddio ce lo preservi, anche così cattivo. Tanto si sa, se uno è cattivo con la Juventus è un teppista (come lo era per i media Montero); se uno fa falli da macellaio ma veste casacche di altri colori diventa un simbolo della tenacia in campo.

E veniamo all'ultimo argomento. L'arbitraggio. Fermiamo subito i puristi de "Il campo parla sempre" e del "Ma noi siamo la Juventus". Perché questo mantra ha sinceramente fatto il suo tempo. E lo ha capito la stessa società, che ha infatti indetto il silenzio stampa. Magari lo squadrone dei 91 punti, quello farcito di campioni e vicecampioni del mondo, avrebbe potuto convivere anche con qualche decisione arbitrale avversa; ma questa Juve, priva di attaccanti col killer instinct, non se lo può proprio permettere. Nonostante lo spirito mai domo, è solo un gruppo composto da buoni elementi che spingono uniti verso la vittoria ogni domenica. E non me la sento di colpevolizzarli troppo (anche se un po' di lucidità in più non ci darebbe fastidio...), se Rizzoli non fischia un rigore solare a Matri e se Pepe si vede annullato, per un fuorigioco inesistente, un gol regolarissimo, per citare solo due episodi. E siamo certi che il rigore inesistente di Pirlo ai danni di Rossi verrà ampliato dai media di regime. Media che già stanno cercando di indirizzare il silenzio stampa della Juve affermando che in definitiva va contro i tifosi.

Eh no, cari miei, noi tifosi stiamo con la Juventus, o quanto meno con questa Juventus, che sta cercando di tornare antipatica e di epurare gli smiles da ogni viso. L'espulsione di Conte, la non trascrizione nel referto dello striscione contro Pessotto e gli episodi di oggi hanno fatto traboccare il vaso, peraltro già ricolmo da tempo. Perché un rigore dopo 26 giornate, con un gioco che porta oltre il 60% di possesso palla a partita, è un vero e proprio abominio statistico. Auguriamoci quindi che la Juve continui col ritmo mostrato in campo al Luigi Ferraris e che possa, arbitri permettendo, risolvere questa stitichezza cronica sotto porta che dura da ormai troppo.

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