Sull'orlo di una crisi di nervi

matriJuventus-Milan continua. Dal terreno di gioco la partita si è spostata sui media e sui social network dove impazzano le polemiche, insieme alle immagini peggiori che ci ha lasciato lo scontro diretto fra le prime della classe. Quello di San Siro non è stato l’unico campo dove l’arbitraggio ha destato più di qualche perplessità. Anche su Siena-Palermo e Chievo-Verona le direzioni di gara hanno lasciato spazio a molte recriminazioni, ma sono appunto le polemiche della notte di Milan-Juventus che continuano a tenere alto il livello di tensione.

Colpi bassi. La partita l’hanno vista in tutto il mondo. Lo spettacolo in campo è stato decoroso. C’è solo da sperare che all’estero non sia arrivata notizia di quei dirigenti che hanno aspettato l’arbitro e i dirigenti della squadra avversaria per apostrofarli, innescando la dura reazione di questi ultimi. Magari sarà anche sfuggito il gancio da boxeur che Mexès ha sferrato ai fianchi di Borriello, o i colpi da wrestler che Muntari ha sferrato al viso di Lichtsteiner. Certo che in tutto il mondo avranno visto l’incredibile topica dell’assistente di gara che non si è accorto del “gol fantasma” e poi ha sbandierato un inesistente fuorigioco di Matri annullando il gol del potenziale pari bianconero. Ma per quanto si sia trattato di errori gravi, si tratta pur sempre di episodi di gioco. Molto peggio l’accenno di rissa finale fra i giocatori o i comportamenti succitati di dirigenti che predicano bene e razzolano male, oppure i colpi vigliacchi di quei giocatori che, a palla lontana, colpiscono a tradimento gli avversari. Poi vai sul sito del Milan e ci trovi la news “Pirlo: 2 gomitate”, pensi di esserti perso qualcosa, ma riguardando le immagini tirate in ballo dal Diavolo capisci che si tratta solo di un miserabile tentativo di bilanciare i colpi bassi dei suoi tesserati con un po’ di fumo.

Un brutto clima. Certo che bisognerà fare qualcosa per stemperare l’assurdo clima di tensione creatosi con questa partita fra le società. Qualcuno dovrà fare il primo passo per svelenire un clima pericolosissimo anche in vista della semifinale di ritorno di Coppa Italia che si disputerà nell’arena dello Juventus Stadium il 21 marzo. Dovranno fare qualcosa anche quei media che poco responsabilmente attizzano i fuochi, dando spago a ultras travestiti da opinionisti quando non da giornalisti. Ci dovrebbe essere maggiore responsabilità da parte di tutti, anche da parte chi conduce trasmissioni televisive dove "ci si accavalla con le voci". E poi bisognerebbe iniziare a querelare quei giornalisti e quelle emittenti responsabili in solido che, non contenti dei commenti partigiani, si lasciano andare a pesanti insulti verso tesserati della squadra avversaria. Non bastano scuse con giustificazioni ridicole, qui bisogna tracciare una linea di demarcazione fra quello che è giornalismo e quello che, come spazzatura, fa male non solo al calcio, ma anche alla cultura sportiva di un Paese in cui prevalgono i cattivi esempi. Questo poi è un sistema che, fino a quando non saprà rifondarsi affidandosi a personalità autorevoli e credibili, sarà sempre vittima della dietrologia, perché ci sono ferite aperte che non sono state rimarginate da chi, invece di cercare di applicare una giustizia giusta, si è trincerato dietro la propria incompetenza.



Ranieri al capolinea? Ma la giornata di campionato non è stata solo Milan-Juventus. Ben tre posticipi hanno tenuto alta l’attenzione. Udinese e Lazio sono andate sul velluto contro Bologna e Fiorentina consolidando la terza posizione. Alle loro spalle sta risalendo il Napoli che a spese dell’Inter ha colto la terza vittoria consecutiva. Brutta battuta d’arresto della Roma a Bergamo. Qui il mea culpa lo deve fare Luis Enrique che deve trovare le ragioni di una simile disfatta. Non si può essere così autolesionisti da privarsi di De Rossi per un ritardo di qualche minuto alla riunione tecnica. Molto più grave che si facciano espellere stupidamente Osvaldo e Cassetti con la squadra che conclude in nove. Assurdo poi che un dirigente come Baldini si metta a spiegare in tv per filo e per segno perché De Rossi è finito in tribuna. Doveva bastare la spiegazione di Luis Enrique per quanto generica. Invece la cosa assurda è che da una parte Luis Enrique dimostra un’insolita rigidità, mentre dall’altra sembra di essere al confessionale del Grande Fratello. Altra sconfitta per l’Inter a Napoli, con probabile capolinea per Ranieri che ha inanellato la quinta sconfitta nelle ultime sei partite. Non può essere un caso se l’Inter non segna da quattro partite (cinque con quella di Marsiglia).

Lecce e Siena accorciano la classifica. Giornata importante per la zona retrocessione: affondano sempre di più il Novara, battuta da un Catania che si fionda verso la zona Europa League, e il Cesena, battuto con qualche recriminazione dal Chievo. Ma le vittorie di Siena e Lecce accorciano la classifica nelle retrovie suonando un campanello d’allarme da Atalanta, Cagliari e Genoa (che hanno 7 punti più del Lecce terzultimo) in giù. Nelle ultime 8 partite la squadra allenata da Cosmi ha conquistato 4 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta, un ritmo da Champions League, ma anche il Siena, tornato al successo con il Palermo, è una squadra in salute. Se continuano con questo ritmo 40 punti per la salvezza potrebbero non bastare.

TOP DI GIORNATA

Matri (Juventus). Confinato in panchina da una discutibile scelta dell’allenatore, entra nell’ultima mezz’ora e realizza il gol del pareggio che gli viene ingiustamente annullato per un inesistente fuorigioco. Allora si ripete mettendone a segno un altro ancora più pregevole, grazie al quale la Juventus esce imbattuta da San Siro. Matri è meglio in campo che in panca!


Allegri (all. Milan). Costretto a scelte forzate schiera un Milan d’assalto, che mette in scacco l’avversario puntando sulle sue stesse armi. Una manovra aggressiva e rapida che coglie di sorpresa una Juventus che non riesce ad esprimere il suo solito gioco. Vince lo scontro diretto con Conte, ma eviti di dare lezioni dialettiche a chiunque facendo riferimento a un “Milan style” inesistente. E’ poco credibile.

Lavezzi (Napoli). Fa la differenza contro l’Inter come l’ha fatta contro il Chelsea. Quando ha la palla fra i piedi è inarrestabile e adesso inizia anche a segnare con regolarità. Doppietta in Champions e gol partita contro i nerazzurri. Con il miglior “Pocho” il Napoli può aspirare a risalire la china in campionato.

FLOP DI GIORNATA

Bonucci (Juventus). Quando prende fiducia e si mette a fare il disinvolto diventa pericoloso. Già il campanello d’allarme l’aveva fatto suonare qualche minuto prima di combinare il pasticcio decisivo. Quando ha il pallone fra i piedi ti mette addosso la stessa tensione di un thriller. Non si può continuare a schierarlo soprattutto se seduto in panchina c’è qualcuno più affidabile di lui.

Luis Enrique (all. Roma). Averne di persone come lui nel calcio italiano. Ma sui quattro gol rimediati nella trasferta di Bergamo deve riflettere parecchio. D’accordo “l’esempio”, ma è autolesionismo allo stato puro rinunciare a De Rossi per via del ritardo di qualche minuto alla riunione tecnica prepartita. Ci dev’essere una via di mezzo che sia di esempio senza danneggiare la squadra. E’ l’ennesimo episodio tafazziano del tecnico asturiano.

Galliani (Amm. Del. Milan). Per quanto grave sia stato vedersi non convalidato il “gol fantasma” un vecchio marpione come l’ex presidente di Lega dovrebbe pur sapere come comportarsi. La discesa negli spogliatoi fra il primo e il secondo tempo per apostrofare l'arbitro e la dirigenza juventina la dice lunga sullo stile Milan e su quello dell’uomo che si vantava di rinviare le giornate di campionato per recuperare i giocatori infortunati approfittando della morte del Papa. Quello dello “spinga, spinga” al fido Meani.

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