Concentrati verso Milan-Juventus, nonostante lo "stile Allegri"

chielliniNonostante Allegri predichi male e razzoli peggio, riferendosi prima a un chissà quale “stile Milan”, quindi innescando polemiche gratuite di cui non si avvertiva l’utilità (“se annullavano il gol alla Juve mi divertivo” in riferimento al gol segnato da Chiellini - n.d.r. E’ questo lo stile Milan?), Juventus e Milan procedono spedite verso il big match di sabato prossimo liquidando con un 3-1 in fotocopia gli avversari di giornata. La differenza sta nel fatto che il Milan, nonostante le ormai consuete assenze, liquida il Cesena con una disinvoltura persino eccessiva, mentre la Juventus, per piegare il Catania, deve sudare le proverbiali sette camicie.

Verso un Milan-Juventus ad alta tensione. La risposta sta in parte nel differente peso delle avversarie. Perché se il Catania si rende protagonista di una prova volitiva e coraggiosa al cospetto dello Juventus Stadium, al contrario il Cesena, che contro un Milan rabberciato si è giocato forse gli ultimi spiccioli di salvezza, lo ha fatto senza mordente, con reparti scollegati ed errori difensivi come quello della corta respinta di (bradipo) Antonioli, da cui è scaturito il vantaggio dei rossoneri. Con il raddoppio trovato nel giro di un paio di minuti la partita si è messa tutta in discesa per i rossoneri. Ma data la pochezza dell’avversario è difficile capire con certezza quanto possa valere questo Milan, soprattutto senza Boateng e Ibrahimovic. Perché, fatti salvi clamorosi sconti della Corte di Giustizia federale per Ibra, mancheranno entrambi sabato sera a San Siro. La Juventus, che ha abbattuto il Catania alla distanza, lo ha fatto puntando su un’elevatissima intensità di gioco, diventata schiacciante e decisiva grazie alla superiorità numerica dovuta all’espulsione di Motta a metà ripresa. Detto di una difesa senza troppi nei, è stato Pirlo il grande protagonista della serata capace di prendere in mano la squadra come nei giorni migliori e di risultare anche provvidenziale con il suo gol e i due assist. Tanta corsa, ma poco valore aggiunto in fase offensiva per Marchisio e Giaccherini, quest’ultimo comunque cresciuto alla distanza, mentre sulle fasce è stata buona la prestazione di De Ceglie e generosa quella di Padoin, anche se è proprio sulla destra che si è sentita, specie nel primo tempo, la mancanza di maggiore qualità. Mi è piaciuta la coppia Quagliarella-Borriello, visti certi sprazzi d’intesa, anche se l’ex romanista è palesemente ancora lontano dalla migliore condizione ed indugia troppo in proteste che producono il solo risultato di indisporre l’arbitro. La certezza è quella che, contro un Milan con o senza Ibra, questa Juventus a San Siro la partita se la giocherà alla grande. Un particolare da rimarcare della Juventus scesa in campo contro il Catania è che lo ha fatto schierando 11 giocatori italiani (#sapevatelo).

L’Inter fa soffrire anche i suoi “piccoli” tifosi. Alle spalle del duo di testa un’Udinese stanca e rattoppata per le pesanti assenze di Di Natale e di Isla, al Friuli non va oltre il nulla di fatto contro un buon Cagliari, ma appaia comunque al terzo posto la Lazio, che torna dalla trasferta di Palermo sotto il pesante fardello di una cinquina di reti siglate dai frombolieri rosanero. Ma uno dei protagonisti assoluti di giornata non è stato un calciatore, ma il piccolo Filippo, balzato agli onori della cronaca per aver esposto, durante la partita Inter-Bologna, uno striscione che ha fatto breccia nel cuore di noi teneroni. “Potete vincere? Altrimenti a scuola mi prendono in giro. Grazie Filippo” recitava l’accorato striscione. Richiesta vana perché un’Inter ormai alla deriva non ha “semplicemente” perso in casa contro il Bologna, ma lo ha fatto con una di quelle prestazioni che segnano sempre una svolta particolare all’interno di una squadra. Al di là di scelte più o meno opportune in prossimità di una delicata partita di Champions League, è ormai chiaro a tutti che la permanenza di Ranieri sulla panchina interista è molto vicina al suo epilogo. Sarà già difficile per lui uscire indenne dal mini ciclo compreso dalle prossime due partite di Marsiglia e Napoli. Quella di Ranieri è un’Inter talmente in difficoltà che ormai nessuno la gufa più, anche se il tifo juventino certe cose non le dimentica e ha trovato il modo di farlo sapere taroccando così lo striscione di Filippo, giusto per rimanere sul pezzo del giorno. Chissà cosa penserà il piccolo tifoso nerazzurro quando qualcuno gli spiegherà che per far vincere l’Inter in questi anni c’è voluta addirittura una Calciopoli.

Il rilancio di Roma e Napoli. Con l’Inter scivolata al settimo posto, guadagnano posizioni Roma e Napoli che ora puntano direttamente quel terzo posto che consentirà di accedere ai preliminari della prossima Champions League. La Roma ha liquidato il Parma con un golletto di Borini esercitando la solita supremazia con annessa difficoltà di far gol, mentre il Napoli ha spadroneggiato a Firenze, dimostrandosi davvero in palla in vista del quarto di finale contro il Chelsea che sta già facendo impazzire tutta Napoli. Inattesa e preoccupante la sconfitta casalinga del Genoa, che contro il Chievo ha raccolto la terza sconfitta consecutiva. Se di regola, fin qui, i genoani perdevano fuori casa, ma vincevano in casa, ora questa sconfitta, risultato di una prestazione senza idee e senza gioco da parte del Grifone, accende un campanello di allarme sul futuro di Marino, subentrato a Malesani. In zona retrocessione la partita che valeva 6 punti l’ha vinta un indomabile Lecce che ha finito per travolgere un Siena reduce da ottimi risultati. A guidare i salentini trasformati da un allenatore, Cosmi, che ha dato la scossa giusta all’ambiente e alla squadra, sono stati soprattutto Cuadrado e Muriel. I due giovani colombiani, in prestito dall’Udinese, sono stati i protagonisti assoluti di un successo che ha portato la squadra leccese a soli due punti dalla quota salvezza. A poco serve invece il punticino racimolato dal Novara, per di più in casa, contro l’Atalanta, se non a lasciare la virtuale maglia nera di ultima in classifica a un Cesena in caduta libera. Un solo punto nelle ultime 5 partite per i romagnoli, mentre il Lecce ne ha fatti 8, il Bologna 7, Siena e Lecce 5.

TOP DI GIORNATA

Pirlo (Juventus). Riesce finalmente a segnare il primo gol in bianconero con il pezzo migliore del suo repertorio, ma è decisivo anche perché pennella l’assist per la testa di Chiellini e quello grazie a cui Quagliarella completa il tris. Ma si tratta pur sempre di tre gemme incastonate in una partita perfetta, forse la migliore da quando Pirlo veste il bianconero (o il fucsia...)


Di Vaio (Bologna). Nel giro di nemmeno un minuto assesta un uno-due micidiale che manda al tappeto l’Inter assicurando tre punti d’oro alla causa bolognese.

Cuadrado (Lecce). Il ventitreenne colombiano è arrivato due stagioni fa in Friuli riuscendo a recitare solo un ruolo da comparsa nell’Udinese dei miracoli. Per trovare continuità è andato in prestito a Lecce e sta dimostrando tutto il suo valore trascinando i salentini a lottare per una salvezza che, a un certo punto, sembrava impossibile. Contro il Siena si concede il lusso di portare palla al piede per 80 metri fino a giungere a tu per tu con il portiere avversario superato poi con un disinvolto pallonetto.

FLOP DI GIORNATA

Ranocchia (Inter). Prestazione disastrosa la sua. Entra in tutte e tre le azioni dei gol del Bologna. Nel primo si fa scartare come un birillo da Di Vaio. Nel secondo la combina ancora più grossa servendo la pettata dell’assist per il raddoppio sempre per Di Vaio, che realizza e nemmeno lo ringrazia. Poi si lascia portare a spasso da Acquafresca che segna lo 0-3 e chiude i conti.

Ranieri (all. Inter). Ormai sembra aver perso definitivamente la bussola. La squadra va sotto al primo attacco ospite, lui sembra il primo ad andare in confusione iniziando a cambiare modulo e a ruotare i giocatori di continuo senza cavare un ragno dal buco. E’ già con un piede lontano da Milano. Probabilmente anche qualcosa di più.

Montolivo (Fiorentina). Nei viola che naufragano al Franchi contro il Napoli, lui è di gran lunga il peggiore. Abulico come nei giorni peggiori, tocca pochi palloni e quei pochi pure li sbaglia. Buon per lui se una squadra ce l’ha già, visto che è a fine contratto con la Fiorentina, perché se continua con prestazioni del genere difficilmente spillerà un buon contratto a chicchessia.