Tra rinvii, anticipi e posticipi, per fortuna domenica c'è stata l'Inter!

ranieri

Una giornata di campionato durata ben 5 giorni è un record per la nostra serie A. E non è ancora finita. Perché se una partita si è giocata il giovedì sera, due il sabato sera, tre la domenica pomeriggio e altre due il lunedì sera, ce ne sono altre due che sono state rinviate per decisione del GOS (Gruppo Osservazione di Sicurezza).

Stadi vecchi e inadeguati come chi gestisce questo calcio. Nel calcio italiano le partite le rinvia questo nuovo organismo che se ne fa un baffo di un regolamento sempre più vetusto. La figura dell’arbitro che scodella la palla per vedere se rimbalza o meno sul campo sta così diventando un’immagine sempre più rara, quasi romantica, cara ai nostalgici di un calcio che sembra già di ieri. Delle nove partite fin qui rinviate in serie A in questo campionato, ben otto sono state infatti rinviate dal GOS (l’89%) e solo una dall’arbitro (l’11%) per impraticabilità del campo (Catania-Roma). Del calcio, oltre ai regolamenti, ci rimangono gli stadi, molti dei quali sono stati costruiti negli anni Venti. Impianti inadeguati che non sono altro che lo specchio di chi gestisce il calcio italiano. Gente che permette che il campionato italiano inizi l’11 settembre, mentre negli altri paesi europei i tornei iniziano un mese prima. I calendari compressi sono una logica conseguenza di scelte manageriali scellerate e superficiali a salvaguardia dell’italico Ferragosto e di tornei dedicati a birre, compagnie telefoniche e cari estinti. Di una programmazione tanto fallimentare tutti si lamentano, ma nessuno paga, nella segno della peggior tradizione delle cose di casa nostra.

Per Milan e Lazio vittorie double face. In questo contesto quanto vale il provvisorio primato del Milan che, vincendo a Udine, ha scavalcato la Juventus fermata dal rinvio di Bologna? Oggettivamente poco con i bianconeri che hanno così ben due partite da recuperare (a Parma il 15 febbraio e a Bologna il 7 marzo). E non inganni il successo del Diavolo che è stato sì importante psicologicamente, per com’è maturato, ma si è trattato più che altro di un suicidio dei friulani colpiti da black out a un quarto d’ora dalla fine. Sino a quel momento l’Udinese stava legittimando il vantaggio in virtù di un gioco migliore e di un raddoppio più volte sfiorato. Double face anche la Lazio che, sotto di due gol e con un uomo in meno alla fine del primo tempo, è riuscita nell’impresa di rimontare e vincere nella ripresa contro un imperdonabile Cesena che ha dilapidato il doppio vantaggio confezionato dalla nuova coppia d’attacco Mutu-Iaquinta.

L’harakiri interista. A tenere alta l’attenzione di una domenica pomeriggio mai così povera d’interesse, visto le sole tre partite giocate, è stato quel che è successo a San Siro dove l’Inter ha allungato la propria serie negativa (3 sconfitte e un pari) contro il Novara. E’ vero che i nerazzurri sono stati anche poco fortunati per via di una traversa e di un rigore che ci stava per un fallo su Poli, ma non ci si può certo attaccare a scuse di questo tipo quando si perde in modo tanto clamoroso contro l’ultima della classe. Ora la rincorsa interista alla zona Champions si fa più dura. Così come quella della Roma, piegata dal Siena, che nelle ultime cinque partite, a parte la netta affermazione sull’Inter, ha raccolto la miseria di due pareggi e incassato due sconfitte. Torna alla vittoria il Napoli contro il Chievo. Alla squadra allenata da Mazzarri i tre punti mancavano dalla vittoria esterna di Palermo dell’8 gennaio, poi la miseria di quattro pareggi e una sconfitta prima di regolare i clivensi. Solo un clamoroso crollo di Udinese e Lazio o iniziare a vincere con un ritmo da scudetto potrebbe rilanciare le aspirazioni Champions di Inter, Roma e Napoli che, più verosimilmente, potrebbero sgomitare non poco per conquistarsi un unico posto in Europa League.

Il Novara che vince accorcia la classifica. A metà classifica, dove i punti sono più leggeri, Pinilla punisce la sua ex squadra risultando decisivo nella vittoria del Cagliari contro il Palermo, mentre il Genoa subisce l’ennesima batosta esterna a Catania. Tanto forti in casa quanto deboli in trasferta, i genoani, lontani da Marassi rimediano la quarta sconfitta consecutiva (18 gol subiti in 4 partite!). In zona retrocessione quelle che giocano, Cesena a parte, fanno tutte risultato, accorciando la classifica. Vittoria pesante quella del Siena sulla Roma, mentre il Lecce raccoglie un pareggio, anche fortunoso, a Bergamo, e alimenta la propria classifica. La gestione Cosmi sta dando i suoi frutti: solo una sconfitta, due vittorie e tre pareggi per i salentini che sul campo dimostrano di crederci e di voler lottare per una salvezza comunque difficile, così come lo è quella di un Novara comunque ringalluzzito dall’insperata vittoria di San Siro.

TOP DI GIORNATA

El Sharaawy (Milan). Innesca la rimonta del Diavolo perfezionata proprio da un suo gol. Lascia un po’ perplessi sentire Allegri spiegare lo scarso impiego fin qui “del Faraone” con quella che è stata l’esigenza di assecondare il processo di crescita del ragazzo. Quando è stato impiegato, El Sharaawy ha sempre dimostrato di sapere come fare per cambiare marcia alla manovra offensiva rossonera. La verità è che a Udine El Sharaawy ha giocato titolare solo per la contemporanea assenza di Ibrahimovic, Pato e Boateng, senza dimenticare quella cronica di Cassano. 


Caracciolo (Novara). Resuscita il Novara con la giocata che espugna la San Siro nerazzurra. Con la squadra in inferiorità numerica si batte da leone impegnando, da solo, la difesa interista. Provvidenziale!

Sannino (all. Siena). Prima pareggia allo Juventus Stadium, poi batte il Napoli nella semifinale di Coppa Italia, quindi regola la Roma. Tanto di cappello, e intanto la zona retrocessione si allontana.

FLOP DI GIORNATA

Arrigoni (all. Cesena). Se perde una partita in cui alla fine del primo tempo la sua squadra conduceva con due gol di scarto e si trovava in superiorità numerica, la mano sulla coscienza se la deve passare innanzitutto l’allenatore.

Ranieri (all. Inter). Le prova tutte come se puntasse dei numeri alla roulette. Non ne azzecca uno. Si supera nel nonsense con cui inizia la conferenza stampa post partita: “Una squadra volitiva che voleva vincere contro una squadra che non voleva perdere”. Dategli i sali...

Benatia (Udinese). Da quando è tornato dalla Coppa d’Africa non sembra più lui e va inanellando una prestazione peggio dell’altra. Se a Firenze infatti Benatia era andato male, contro il Milan ha fatto di peggio. Svagato e fuori posizione in più di un’occasione, in modo strano per un difensore della sua affidabilità.