Juve campione d'inverno con pieno merito

pirloAtalanta-Milan 0-2, Atalanta-Juve 0-2.
Le uniche due sconfitte casalinghe subite dalla squadra di Colantuono in questo girone d’andata hanno in comune il risultato e il fatto di essere arrivate a distanza ravvicinata (due settimane l'una dall'altra).
Per il resto, se i bergamaschi avevano fatto soffrire parecchio il Milan - che aveva sbloccato il risultato grazie ad un clamoroso abbaglio arbitrale - stasera si è rivista una Juventus che conforta i suoi tifosi, allarmati dalla poca brillantezza emersa dalle recenti esibizioni.
Dalla trasferta lombarda torna una Juve che ha collezionato 16 occasioni da gol nitide - oltre alle due concretizzate - (5 nei primi 12 minuti di partita!), una supremazia evidente, una manovra fluida e un possesso palla tornato ai livelli di dicembre.
Il girone d’andata chiuso in testa è un giusto premio per la squadra che si è dimostrata nettamente (e sottolineo il nettamente) la migliore del lotto nella fase ascendente del torneo.
Il titolo di campione d’inverno non conta nulla, ma è il piccolo segnale di una Juve che non si è squagliata alle prime difficoltà dell’anno nuovo, difficoltà che negli anni passati si erano invece rivelate fatali.
L’atteggiamento generale è stato nuovamente feroce, la difesa meno battuta del torneo continua a mostrare solidità anche cambiando gli interpreti (De Ceglie molto positivo, così come l’ottimo Chiellini riportato in mezzo), il centrocampo denota segnali di ripresa - soprattutto in Pirlo e Vidal - e l’attacco, pur senza segnare, mostra vivacità e spirito di sacrificio.
Ma in una giornata che registra gli infortuni di Marchisio (risentimento muscolare) e di Pepe (trauma discorsivo, speriamo bene…) l’aspetto più importante riguarda i subentrati Marrone e Giaccherini, autori di ottime prestazioni individuali e artefici della pregevole azione che ha chiuso la gara.
Analizzando le gare degli altri singoli, è sempre bello definire Buffon praticamente inoperoso, Barzagli sempre preciso e puntuale nelle chiusure e persino pericoloso in area avversaria e Vucinic il vero regista offensivo del gruppo.
Il montenegrino, pur operando lontano dalla porta, ha gestito benissimo palla dettando i tempi di gioco, smistando verso i compagni o mantenendo il possesso quando era necessario far rifiatare la squadra.
"Pasticcione" Matri ha fallito un’opportunità che si era creato esattamente in fotocopia – cioè pressando e rubando palla all’avversario diretto - rispetto a quella fallita contro il Cagliari: l'aggravante è che questa era un po’ più facile da trasformare in quello che avrebbe potuto essere lo 0-2.
Poco male comunque perché, finché le occasioni fioccano e in un modo o nell'altro la partita si sblocca - oggi è successo grazie al trascinatore Lichtsteiner, imbeccato magistralmente da Pirlo - , il problema della (relativa) sterilità degli attaccanti in realtà resta un falso problema.
Ora Conte sa benissimo che può far affidamento su un gruppo forte, unito ma purtroppo esiguo, e questo impone a Marotta di muoversi sul mercato con tempestività e decisione.
Perché, nonostante gli inviti a volare basso che ci sentiamo continuamente ripetere dalla scorsa estate, sarebbe delittuoso non provarle tutte per puntare al bersaglio grosso.
Soprattutto dopo aver surclassato la concorrenza per 19 partite.
Imporre il basso profilo alle ambizioni non sarebbe da Juve, e in questo Marotta e i suoi collaboratori devono dimostrare di essere in grado di fare il salto di qualità.
La Juve attuale, intesa come squadra, è già degna della sua storia passata; la dirigenza deve dimostrare di esserlo altrettanto.

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