La Juve torna sola in vetta, derby all'Inter che si rilancia

conteA novanta minuti dal termine del girone di andata la Juventus, pur rallentando, ritrova il primo posto solitario ed è l’unica fra le prime tre, viste le sconfitte di Milan e Udinese, che alimenta la propria classifica anche se solo di un punto. Invece la Lazio torna alla vittoria, che mancava da tre turni (2 pareggi e una sconfitta dopo aver espugnato Lecce). Ma la vera notizia di giornata è che l’Inter vittoriosa nel derby, e giunta al sesto successo consecutivo, si rilancia in classifica anche in chiave scudetto, portandosi a soli 6 punti dalla vetta e accorciando così la classifica delle prime cinque.

Ma che peccato, Juve! Due punti persi quelli contro il Cagliari, in una giornata che segna il record di imbattibilità per la Juventus di Conte, viste le 18 giornate consecutive senza sconfitte dall'inizio di campionato. Oggi la Juve ha anche la miglior difesa del torneo con 12 gol subiti. Si era messa bene la partita per i bianconeri grazie al vantaggio siglato da Vucinic nei primi minuti. Ma il pressing alto della squadra allenata da Ballardini ha tolto lucidità e idee a Pirlo e compagni. Il Cagliari, trovato il pari ad inizio ripresa, si è difeso con ordine e senza troppi affanni, mettendo in risalto tutta la mancanza di un giocatore di qualità superiore in avanti per la Juventus. L’innesto di Krasic e Del Piero testimonia le poche alternative vere di una panchina con uomini poco adatti a giocare negli spazi stretti. In una giornata come questa sarebbe poi servito un centrocampista in grado di dare il cambio a Vidal e Pirlo, particolarmente sottotono, ma evidentemente Conte non si è fidato a lanciare Marrone. E’ paradossale però che, in una giornata parzialmente negativa come questa, la consapevolezza sia che questa Juventus allo scudetto ci può pure arrivare. Ma se si vuole raggiungere questo obiettivo servono come il pane due innesti, ma non due innesti qualsiasi. Bene Caceres dietro, ma in mezzo serve un centrocampista che possa far rifiatare i tre titolari che, fra Lecce e Cagliari, hanno palesato un evidente calo di forma rispetto alla prima parte del campionato. Servirebbe un titolare aggiunto insomma.

L’Inter si rilancia in chiave scudetto. I fari del posticipo si sono accesi sul derby meneghino. Una brutta partita che è andata all’Inter senza che il Milan abbia granché da recriminare. A un primo tempo di chiara marca rossonera ha fatto da contraltare una ripresa subito sbloccata dal gol di Milito, con l’Inter poi brava a contenere la pressione milanista senza correre quasi mai grossi pericoli. Da segnalare che, dopo nemmeno dieci minuti dall’inizio della partita, era stato annullato ingiustamente un gol di Thiago Motta. Manco a dirlo l’errore l’ha fatto il guardalinee Copelli segnalando un fuorigioco inesistente. Evidentemente l'assistente di gara mantovano è “poco sereno”, visti i precedenti, quando è chiamato a sbandierare il Milan. Ne avevamo giusto parlato pochi giorni fa QUI.

Dalla fatal Perugia a Catania. In attesa del Napoli, rimane impantanata sulla sospensione di Catania la classifica della Roma, che stava soffrendo come non mai l’arrembante squadra schierata dall’ex Montella prima che Tagliavento, al 65’, decidesse giustamente di sospendere l’incontro per impraticabilità del campo. Ogni volta che un arbitro sospende un incontro per la pioggia, per lo meno agli juventini, torna inevitabilmente alla memoria la fatidica Perugia-Juventus del 14 maggio 2000 che costò lo scudetto ai bianconeri. Per chi si fosse perso le immagini dal Massimino, diciamo che, in confronto al Curi di quel giorno, il terreno si presentava ben più praticabile. Tagliavento ha aspettato una ventina di minuti prima di sospendere definitivamente l’incontro, quella volta Collina aspettò ben 82’ per poterla riprendere contravvenendo a qualsiasi regolamento. Fa sempre bene serbar memoria di quello che veniva considerato il miglior fischietto del mondo. Quello che, poi abbiamo saputo, tifava Lazio, e si incontrava con Galliani nel ristorante della protesi rossonera Meani. Tutto questo di nascosto, nel giorno di chiusura del locale. Non c'entra nulla con questo campionato, ma anche questo non fa certo male ricordarlo.

Crisi viola, il Cesena batte il Novara in coda. Nel quadro della giornata spicca la vittoria del Genoa che, contro l’Udinese, torna ai tre punti dopo due sconfitte pesanti (a Napoli e Cagliari), vince il Chievo contro il solito arrendevole Palermo formato trasferta, e allunga anche il Parma, con Donadoni all'esordio in panchina, superando di misura il Siena. La sorpresa negativa è la Fiorentina, sconfitta di rigore al Franchi dal fanalino di coda Lecce. Viola contestati sia a livello di squadra che di dirigenza. In arrivo ci dovrebbero essere i rinforzi: Palombo dalla Sampdoria e Amauri gentile omaggio della Juve; ma sinceramente scoccia regalare un giocatore, pur in scadenza di contratto, ai viola, con tutti pacchi che Corvino ha rifilato in questi ultimi anni alla Juventus, anche se i dirigenti erano altri. In coda è di straordinaria importanza la netta affermazione del Cesena in una sorta di spareggio salvezza contro il Novara. Ora la distanza dalla quota salvezza si dimezza per i romagnoli che vanno a -3 da Siena e Bologna, mentre il Lecce espugnando Firenze affianca il Novara e non è più solo in coda alla classifica.


TOP DI GIORNATA

Ibarbo (Cagliari). Giocatore dalla corsa felpata, ma di rara potenza, è una spina nel fianco della difesa bianconera, specie quando sulla sua strada incrocia Bonucci. Manco a dirlo è proprio dal ventunenne colombiano che nasce l’azione del pareggio cagliaritano.



Milito (Inter). “Il Principe” ha il grande merito di spaccare il derby con il gol che dà la vittoria alla sua squadra. Dopo tanta astinenza è la terza giornata consecutiva che Milito va a segno.



Mutu (Cesena). Con la sua doppietta lancia il Cesena verso una netta vittoria nella partita-spareggio contro il Novara, dimezzando la distanza dalla zona salvezza che ora è a -3.

FLOP DI GIORNATA

Conte (all. Juve). Fermo restando che è indubbiamente facile parlare con il senno di poi, e che chi scrive si augura che Conte sia l’allenatore della Juventus per i prossimi vent’anni, bisogna però ammettere che contro il Cagliari il Mister ha sbagliato tutto lo sbagliabile a partita in corso. Cerca di vincere la partita inserendo Krasic e Del Piero, ma negli spazi stretti il serbo si muove come un elefante in una cristalleria, e il capitano sembra poter essere buono ormai solo quando c’è da fare possesso palla in avanti. Mosse sbagliate. Avrebbe fatto comodo invece Elia, dotato di scatto nel breve e capace di saltare l’uomo in dribbling. Vabbè. Imparata la lezione.



Vargas (Fiorentina). Del giocatore che infiammava il calciomercato solo un anno fa è rimasto solo il nome. Nella disastrosa prestazione dei viola contro il Lecce, il peruviano è uno dei peggiori in campo, surclassato sulla sua fascia da Cuadrado. Non gli difetta l’impegno, ma c’è solo quello e manca tutto il resto.



Pato (Milan). Dopo la scelta di rimanere al Milan, complici i buoni uffici di Berlusconi, Allegri lo schiera titolare a sorpresa, ma cicca clamorosamente la partita senza incidere nemmeno con un tiro in porta. Lascia il campo fra i fischi a dieci minuti dalla fine per lasciare il posto al El Sharaawy.