Milan sempre di rigore, Juventus sottotono ma vince comunque

barzagli Giornata da vecchie gerarchie la prima del 2012, terzultima del girone di andata. Vincono le prime sette in classifica con la Lazio, unica eccezione, che stecca, e pure in modo clamoroso. Ballano le punte, con ben 6 doppiette realizzate (Calaiò, Destro, Milito, Di Natale, Jovetic, Totti), su 31 marcature complessive, in un circo in cui gli arbitri rappresentano più che mai una variabile impazzita. Dei 7 rigori di giornata più della metà sono da ritenersi fasulli (clamoroso quello assegnato al Cagliari) o, nel migliore dei casi, discutibili, finendo per influenzare troppe partite fra quelle in cartello.

Milan ancora di rigore, Juve sottotono ma vincente. Manco a dirlo è stato il Milan a beneficiare di un rigore “dubbio” che gli ha spianato la strada nell’insidiosa trasferta di Bergamo. Si tratta del quinto rigore assegnato ai rossoneri nelle ultime sei partite. Se non è un record ci siamo molto vicini. Nonostante la maggior parte di questi rigori siano apparsi più che discutibili dagli addetti ai lavori, per i media va tutto bene. Si tacciono sull’argomento. Del resto si sa: “Il Milan non ha televisioni” (cit.) Alla Juventus, invece, un rigore piuttosto netto per fallo su Vucinic il sempre mediocre Bergonzi non lo assegna. Ma, al di là dell’episodio, della Juve che fatica a Lecce si può essere contenti solo di una cosa: l’aver portato a casa i tre punti. Per il resto si è trattato della prestazione peggiore della gestione Conte. Non c’è stato il solito possesso di palla da parte dei bianconeri. Troppo spesso il centrocampo ha sofferto il pressing orchestrato dall’ultima in classifica. Prova mediocre di tutto l’asse centrale, e anche in difesa non è andata molto meglio. La nota migliore è stata l’ottima prestazione di Barzagli che ha più volte rattoppato i buchi lasciati dai compagni di reparto. In avanti si è visto un Vucinic più tonico del solito. Rete di Matri, fortunosa, agevolata dalla collaborazione della difesa leccese ma, secondo il lamentoso Cosmi, anche dal raccattapalle che avrebbe consegnato troppo in fretta la palla a Chiellini per la rimessa in gioco da cui è nato il gol. Anche in attacco le cose non sono andate granché bene. Detto dell’intraprendente Vucinic, aggiungiamo un Pepe meno propositivo del solito, mentre Matri, di buono, ha spinto in rete la palla del gol vincente che comunque poco non è. Il dubbio che il doppio sbalzo di temperature, dato dai due trasferimenti ravvicinati, Dubai-Riyadh e Riyadh-Lecce, abbia nuociuto alla prestazione della squadra bianconera è fondato. Il dubbio che, paradossalmente, abbiano nuociuto alla prestazione i ben dieci giorni di ritiro, se non è fondato, è per lo meno legittimo. Da segnalare anche uno striscione particolarmente antipatico contro Borriello, esposto nella curva occupata dai tifosi bianconeri. Un anno e mezzo fa l’ex attaccante milanista è stato ceduto in prestito alla Roma che si era impegnata successivamente ad acquistarlo. La Juventus, al tempo, non diede la stessa garanzia al Milan e al giocatore. Borriello ha così chiarito la situazione. Conte, che ha richiesto il suo arrivo in bianconero, l’ha ribadito. Quindi ogni ulteriore polemica sul tema rischia di essere, oltre che stupida, anche autolesionista.

Vincono Udinese e Inter, clamoroso il tonfo della Lazio. L’Udinese che rifila un poker al fragile Cesena di mani di burro Antonioli non perde terreno rispetto alle due di testa. Sorprendente invece la frenata che il Siena impone a una Lazio scivolata a -7 dalla vetta. Biancocelesti capitolini che però già avevano iniziato a rallentare prima della sosta, dati i due pareggi interni con cui si erano congedati dal 2011. In scia si è inserita la miglior Inter dell’anno, che umilia il Parma e ritrova il miglior Milito. Otto vittorie nelle ultime nove partite per i nerazzurri, ma sempre contro squadre di medio-bassa classifica. Milan-Inter di domenica prossima sarà una sorta di prova del nove per Zanetti e compagni che vincendo legittimerebbero le proprie aspirazioni di rientrare a pieno titolo nel giro scudetto. E comunque nemmeno il ruolino di Ibra e soci è niente male: 10 vittorie nelle ultime 12 partite, uniche eccezioni i pareggi di Firenze e di Bologna. Salgono di classifica e di tono anche la Roma, che contro il Chievo conquista, di rigore, la sua terza vittoria consecutiva, e ancor di più il Napoli che, nel posticipo, maramaldeggia a Palermo.

Classifica sempre più delineata in coda. Nelle zone basse della classifica torna alla vittoria la Fiorentina che, trascinata da uno Jovetic in grande spolvero, espugna Novara con un sonante 0-3. Anno nuovo ma musica vecchia invece per il Genoa che, esonerato Malesani dopo il 6-1 subìto a Napoli, propone Marino in panchina: ma sembra andare di male in peggio perché esce sonoramente sconfitto a Cagliari con un passivo che poteva essere molto più pesante del 3-0 rimediato. Le vittorie del Bologna contro il Catania e del Siena contro la Lazio scavano un fossato di ben sei lunghezze fra la quartultima e la zona retrocessione. Cesena-Novara del prossimo turno può essere considerata già un vero e proprio spareggio in chiave salvezza.


TOP DI GIORNATA

Destro (Siena). La soddisfazione di mettere a segno una tripletta gli viene negata da un frettoloso fischio dell’arbitro, ma comunque la sua è stata una prova superba con cui ha trascinato il Siena verso una vittoria dalle proporzioni impreviste contro una delle maggiori forze del campionato. Under 21 di scuola interista, Destro è forse l’attaccante italiano più interessante del panorama nostrano. Non sembra sia stato un buon affare per l’Inter quello di disfarsene.

Barzagli (Juventus). Nel contesto dell'opaca prestazione della squadra a Lecce, Barzagli è in controtendenza perché si destreggia da par suo risultando il migliore dei suoi. Pulito ed efficace negli anticipi, sempre ottimo per scelta di tempo negli interventi. Non ha sbagliato una palla. Se la difesa bianconera ha subito un solo gol, quello di De Rossi a Roma (per altro fortunoso), nell’arco delle ultime 6 partite, grandi meriti vanno attribuiti a questo giocatore arrivato dalla Germania per 300 mila euro giusto un anno fa. Fin qui il miglior colpo di Marotta.



Milito (Inter). Si era sbloccato già contro il Lecce, ma contro il Parma riesce a mettere in campo le sue doti migliori realizzando una doppietta e servendo un assist comodo comodo a Pazzini.

FLOP DI GIORNATA

Cossu (Cagliari). Fa la cosa più indegna della giornata cercando di ingannare l’arbitro per farsi assegnare un rigore. Allarga la gamba volontariamente inforcandola in quelle dell’avversario. Due turni di stop con la prova televisiva dovrebbero essere sacrosanti.

Reja (all. Lazio). Meriterebbe di stare fra i top perché, a differenza di altri suoi colleghi, chiede scusa ai tifosi assumendosi tutte le responsabilità della débâcle subita. Ma la Lazio vista a Siena è stata solo la controfigura della squadra vista fin qui in campionato.

Giovinco (Parma). Nel Parma che affonda a San Siro non è il peggiore dei suoi, ma da lui si deve pretendere il massimo anche quando la sua squadra va sotto di tre o quattro gol. Giovinco dovrebbe sempre giocare una partita nella partita per dimostrare, in prospettiva, di poter essere un leader anche in una grande squadra. Contro l’Inter ha perso un’occasione.

Giornata da vecchie gerarchie la prima del 2012, terzultima del girone di andata. Vincono le prime sette in classifica con la Lazio, unica eccezione, che stecca, e pure in modo clamoroso. Ballano le punte, con ben 6 doppiette realizzate (Calaiò, Destro, Milito, Di Natale, Jovetic, Totti), su 31 marcature complessive, in un circo in cui gli arbitri rappresentano più che mai una variabile impazzita. Dei 7 rigori di giornata più della metà sono da ritenersi fasulli (clamoroso quello assegnato al Cagliari) o, nel migliore dei casi, discutibili, finendo per influenzare troppe partite fra quelle in cartello.

Milan ancora di rigore, Juve sottotono ma vincente. Manco a dirlo è stato il Milan a beneficiare di un rigore “dubbio” che gli ha spianato la strada nell’insidiosa trasferta di Bergamo. Si tratta del sesto rigore assegnato ai rossoneri nelle ultime sei partite. Se non è un record ci siamo molto vicini. Nonostante la maggior parte di questi rigori siano apparsi più che discutibili dagli addetti ai lavori, per i media va tutto bene. Si tacciono sull’argomento. Del resto si sa: “Il Milan non ha televisioni” (cit.) Alla Juventus, invece, un rigore piuttosto netto per fallo su Vucinic il sempre mediocre Bergonzi non lo assegna. Ma, al di là dell’episodio, della Juve che fatica a Lecce si può essere contenti solo di una cosa: l’aver portato a casa i tre punti. Per il resto si è trattato della prestazione peggiore della gestione Conte. Non c’è stato il solito possesso di palla da parte dei bianconeri. Troppo spesso il centrocampo ha sofferto il pressing orchestrato dall’ultima in classifica. Prova mediocre di tutto l’asse centrale, e anche in difesa non è andata molto meglio. La nota migliore è stata l’ottima prestazione di Barzagli che ha più volte rattoppato i buchi lasciati dai compagni di reparto. In avanti si è visto un Vucinic più tonico del solito. Rete di Matri, fortunosa, agevolata dalla collaborazione della difesa leccese ma, secondo il lamentoso Cosmi, anche dal raccattapalle che avrebbe consegnato troppo in fretta la palla a Chiellini per la rimessa in gioco da cui è nato il gol. Anche in attacco le cose non sono andate granché bene. Detto dell’intraprendente Vucinic, aggiungiamo un Pepe meno propositivo del solito, mentre Matri, di buono, ha spinto in rete la palla del gol vincente che comunque poco non è. Il dubbio che il doppio sbalzo di temperature, dato dai due trasferimenti ravvicinati, Dubai-Riyadh e Riyadh-Lecce, abbia nuociuto alla prestazione della squadra bianconera è fondato. Il dubbio che, paradossalmente, abbiano nuociuto alla prestazione i ben dieci giorni di ritiro, se non è fondato, è per lo meno legittimo. Da segnalare anche uno striscione particolarmente antipatico contro Borriello, esposto nella curva occupata dai tifosi bianconeri. Un anno e mezzo fa l’ex attaccante milanista è stato ceduto in prestito alla Roma che si era impegnata successivamente ad acquistarlo. La Juventus, al tempo, non diede la stessa garanzia al Milan e al giocatore. Borriello ha così chiarito la situazione. Conte, che ha richiesto il suo arrivo in bianconero, l’ha ribadito. Quindi ogni ulteriore polemica sul tema rischia di essere, oltre che stupida, anche autolesionista.

Vincono Udinese e Inter, clamoroso il tonfo della Lazio. L’Udinese che rifila un poker al fragile Cesena di mani di burro Antonioli non perde terreno rispetto alle due di testa. Sorprendente invece la frenata che il Siena impone a una Lazio scivolata a -7 dalla vetta. Biancocelesti capitolini che però già avevano iniziato a rallentare prima della sosta, dati i due pareggi interni con cui si erano congedati dal 2011. In scia si è inserita la miglior Inter dell’anno, che umilia il Parma e ritrova il miglior Milito. Otto vittorie nelle ultime nove partite per i nerazzurri, ma sempre contro squadre di medio-bassa classifica. Milan-Inter di domenica prossima sarà una sorta di prova del nove per Zanetti e compagni che vincendo legittimerebbero le proprie aspirazioni di rientrare a pieno titolo nel giro scudetto. E comunque nemmeno il ruolino di Ibra e soci è niente male: 10 vittorie nelle ultime 12 partite, uniche eccezioni i pareggi di Firenze e di Bologna. Salgono di classifica e di tono anche la Roma, che contro il Chievo conquista, di rigore, la sua terza vittoria consecutiva, e ancor di più il Napoli che, nel posticipo, maramaldeggia a Palermo.

Classifica sempre più delineata in coda. Nelle zone basse della classifica torna alla vittoria la Fiorentina che, trascinata da uno Jovetic in grande spolvero, espugna Novara con un sonante 0-3. Anno nuovo ma musica vecchia invece per il Genoa che, esonerato Malesani dopo il 6-1 subìto a Napoli, propone Marino in panchina: ma sembra andare di male in peggio perché esce sonoramente sconfitto a Cagliari con un passivo che poteva essere molto più pesante del 3-0 rimediato. Le vittorie del Bologna contro il Catania e del Siena contro la Lazio scavano un fossato di ben sei lunghezze fra la quartultima e la zona retrocessione. Cesena-Novara del prossimo turno può essere considerata già un vero e proprio spareggio in chiave salvezza.


TOP DI GIORNATA

Destro (Siena). La soddisfazione di mettere a segno una tripletta gli viene negata da un frettoloso fischio dell’arbitro, ma comunque la sua è stata una prova superba con cui ha trascinato il Siena verso una vittoria dalle proporzioni impreviste contro una delle maggiori forze del campionato. Under 21 di scuola interista, Destro è forse l’attaccante italiano più interessante del panorama nostrano. Non sembra sia stato un buon affare per l’Inter quello di disfarsene.

Barzagli (Juventus). Nel contesto dell'opaca prestazione della squadra a Lecce, Barzagli è in controtendenza perché si destreggia da par suo risultando il migliore dei suoi. Pulito ed efficace negli anticipi, sempre ottimo per scelta di tempo negli interventi. Non ha sbagliato una palla. Se la difesa bianconera ha subito un solo gol, quello di De Rossi a Roma (per altro fortunoso), nell’arco delle ultime 6 partite, grandi meriti vanno attribuiti a questo giocatore arrivato dalla Germania per 300 mila euro giusto un anno fa. Fin qui il miglior colpo di Marotta.



Milito (Inter). Si era sbloccato già contro il Lecce, ma contro il Parma riesce a mettere in campo le sue doti migliori realizzando una doppietta e servendo un assist comodo comodo a Pazzini.

FLOP DI GIORNATA

Cossu (Cagliari). Fa la cosa più indegna della giornata cercando di ingannare l’arbitro per farsi assegnare un rigore. Allarga la gamba volontariamente inforcandola in quelle dell’avversario. Due turni di stop con la prova televisiva dovrebbero essere sacrosanti.

Reja (all. Lazio). Meriterebbe di stare fra i top perché, a differenza di altri suoi colleghi, chiede scusa ai tifosi assumendosi tutte le responsabilità della débâcle subita. Ma la Lazio vista a Siena è stata solo la controfigura della squadra vista fin qui in campionato.

Giovinco (Parma). Nel Parma che affonda a San Siro non è il peggiore dei suoi, ma da lui si deve pretendere il massimo anche quando la sua squadra va sotto di tre o quattro gol. Giovinco dovrebbe sempre giocare una partita nella partita per dimostrare, in prospettiva, di poter essere un leader anche in una grande squadra. Contro l’Inter ha perso un’occasione.