Ancora una buona Juve, ma non incisiva

vidalTermina con un pareggio in casa della realtà più interessante del calcio italiano di questi ultimi anni il 2011 della Juve, eppure rimane un po' di amarognolo per non essere riusciti a mettere la ciliegina del primato solitario su una torta che da quest'estate ad oggi può essere considerata sobria ma gustosa, soprattutto se la si paragona all'indecorosa scipitezza della sbobba propinataci da gennaio a giugno.
Ci sono ancora 3 partite per stabilire chi sarà campione d'inverno tra Juve, Milan e Udinese, per ora possiamo dire che la Juve di questa stagione ha un'anima, ha temperamento, ha doti atletiche uniche; ma ha anche limiti tecnici che richiedono ritocchi, meglio se già da gennaio. In questo senso i 90 minuti nella ghiacciaia di Udine sono esemplari: almeno in quattro occasioni (due Marchisio, una Pepe e una Pirlo) questa Juve avrebbe potuto sbloccare il risultato nel primo tempo, quando ha tenuto il campo da padrona; è calata un po' nella ripresa, anche se qualche altra occasione l'ha creata (Chiellini di testa, Quagliarella e Lichtsteiner), pur lasciando qualche spazio in più al contropiede dei padroni di casa, che per altro, tranne che per un colpo di testa di Danilo, non hanno mai spaventato Buffon. Nonostante ciò, sia in questa che in altre occasioni si è resa evidente quell'incapacità di finalizzare che è propria delle squadre che là davanti non schierano i campioni, o "top players" che dir si voglia. Purtroppo non è sembrato all'altezza della situazione Alessandro Matri, ovviamente non in grado di fare l'Ibrahimovic; un po' meglio è andata con Quagliarella, quando (tardivamente?) Conte si è deciso di inserirlo al suo posto, ma solo per la rapidità con la quale ha mostrato di sapere arrivare alla conclusione quando gli arrivava la palla. In entrambi i casi, non si tratta di giocatori capaci di fare "reparto" da soli, e mai come stasera si è sentita l'assenza di uno come Vucinic che, al di là delle vacanze sull'erba che troppo spesso si concede quando gioca, è l'unico in grado di dare quel qualcosa in più a livello di qualità.
Intendiamoci, un pareggio a Udine ci sta, così come ci può stare un pareggio in casa della Roma, ad esempio, o in casa del Napoli. L'Udinese, poi, è una realtà davvero di eccellenza nell'attuale calcio italiano in recessione. Compra con nulla i Sanchez, li valorizza, li vende ai campioni del mondo con plusvalenze da capogiro, e li sostituisce subito restando ai vertici. Quest'anno non è una squadra spumeggiante, ma è concreta e in partite come questa è in grado di fregare l'avversario in contropiede. Quindi ci sta. Però.
Però da tifosi della Juve siamo abituati al massimo, e almeno una vittoria tra Roma, Napoli e Udine ci sarebbe stata. D'altro canto, per l'Udinese quelli di oggi sono i primi due punti persi in casa del campionato. E la Juve resta ancora imbattuta.
Dunque non resta che brindare per le feste con un bicchiere, diciamo, tre quarti pieno. Tutto sta a capire quale sia il vero obiettivo di quest'anno. Se ci "accontentiamo" di tornare in Champions (per carità, tanta manna dopo gli ultimi due anni horribiles), la strada è quella giusta, e per ridurre al minimo il pericolo di sbandate sarà sufficiente, a gennaio, puntellare il centrocampo con un ricambio di livello per Pirlo e completare la difesa con un centrale, e magari un esterno.
Per vincere lo scudetto, probabilmente, serve un campione in attacco. Per intenderci: un Borriello non aggiunge nulla. Servirebbe un Tevez, o equivalenti.


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