Tanta Juve, ma ancora pochi gol

quagliarellaNella giornata in cui il Barcellona ritorna campione del Mondo – ponendo fine all’esibizione della patacca FIFA da parte degli indossatori di scudetti altrui - la Juventus di Conte, che un pochino ai marziani blaugrana si ispira, coglie la nona vittoria del suo campionato.
Spianata la strada dal gol di Pepe all’inizio del quarto minuto di gioco, la partita della Juve riproponeva lo stesso motivo già visto e sentito per tutto l’autunno: predominanza territoriale, sopraffazione quasi fisica dell’avversario, incredibile mancanza di lucidità sotto porta.
Anche oggi la Juve ha schiantato l’avversario mettendolo all’angolo, ma non è riuscita a finirlo quando avrebbe dovuto, rischiando di riportarlo in partita.
A questo proposito, un ringraziamento a Buffon, perfetto nel rispondere a Rubino nell’unico tiro nello specchio arrivato dalle sue parti in novanta minuti.
Prima e dopo, a parte alcune iniziative degli uomini di Tesser – che giocano a pallone e non amano chiudersi: meriterebbero di salvarsi solo per questo - il match è vissuto su un bombardamento pressoché unico alla porta di Ujkani, il quale è stato: determinante in alcune occasioni; fortunato o aiutato dai compagni in altri frangenti; e soprattutto graziato dalla superficialità e dalla frenesia degli attaccanti juventini.
Una Juve cicala insomma, con errori clamorosi e situazioni mancate di poco da parte di Giaccherini, Pepe, Del Piero, Quagliarella e Marchisio. 17 occasioni da gol limpide e il misero bottino di due trasformate.
La seconda opportunità trasformata ci restituisce Fabio Quagliarella nel tabellino dei marcatori 364 giorni dopo quel Chievo-Juventus 1-1 che chiuse il 2010 lasciandoci con l’amaro in bocca per l’occasione mancata (il Chievo pareggiò nel tempo di recupero dopo che Krasic si era appena mangiato un comodo raddoppio); ricordando cosa accadde nei primi mesi del 2011 speriamo che queste ricorrenze chiudano idealmente il cerchio di sfiga capitato alla squadra e all’attaccante napoletano.
Quagliarella è il decimo marcatore bianconero in quindici giornate, un segnale che evidenzia l’impressione suffragata dai numeri, cioè che nessuno nel nostro campionato attacca gli avversari con un numero così massiccio di uomini come la Juve di Conte.
Quanto ai singoli, il tridente vive della grande stagione di Pepe (al quinto centro in stagione), Del Piero si divora troppe occasioni e Quagliarella, come già detto, lotta e pasticcia ma alla fine il suo gol lo trova.
Dietro le punte, grande quantità espressa da Giaccherini, che mi ricorda un giocatore mitico degli anni Settanta/Ottanta, il sette polmoni scozzese Gordon Strachan, tanto generoso e onnipresente quanto impacciato in zona gol.
All’attivo dell’ex cesenate anche un paio di incertezze difensive che potevano costare care, mentre i compagni di reparto hanno fatto il loro senza infamia e senza lode: Marchisio ha pensato più a coprire che ad inserirsi – anche se due opportunità ghiotte le ha avute anche lui -, mentre Pirlo è sembrato ancora in ferie, sulla stessa lunghezza d’onda di lunedì scorso.
Il rientro di De Ceglie a sinistra non ha causato danni ed è già un bene, così come la riproposizione di Chiellini al fianco di Barzagli, mentre Lichtsteiner è costantemente fra i più positivi, soprattutto in fase offensiva a duettare con Pepe.
Conte si rammarica della mancanza di cinismo della sua squadra e ne ha tutte le ragioni, non sempre sarà possibile dominare e vincere di misura, prima o poi (anzi, è già successo) qualcosa può girar male e una partita stravinta può riservare spiacevoli sorprese e perdita di punti pesanti.
Su questo credo che Conte tenterà di lavorare durante la sosta, perché concretizzare non dico 15 occasioni a partita, ma almeno 2/3, chiudendo il match in maniera sbrigativa, permette di gestire le forze non disperdendone di preziose.
Non credo sia determinante cercare qualcuno alla “fiera dei sogni” perché -Tevez a parte, quasi accasato al Milan - a gennaio il mercato alla voce “punte di valore disponibili” sembra abbastanza desolante.
Mi concentrerei piuttosto sulla ricerca di un centrale difensivo di livello superiore e di un centrocampista in grado di dare il cambio a Pirlo (che spero ardentemente non sia Montolivo…), e per l’attacco continuerei a fidarmi di Matri e Vucinic, confidando nella crescita di Quagliarella e nella speranza che Del Piero prima o poi aggiusti la mira nei pochi minuti che, inevitabilmente, gli saranno concessi.
Per il momento, godiamoci il primato e attendiamo la sfida di Udine per capire se anche stavolta risponderemo “presente” contro una cosiddetta “grande”.

Commenta con noi la partita sul nostro blog.