La Juve non scappa, il pari è giusto

buffonViste le premesse e ascoltati i pronostici della vigilia sembrava scontato che la Juve dovesse approfittare delle defezioni dell’avversario e riprendersi agevolmente la testa della classifica.
In realtà Roma-Juventus è stata la meno convincente fra le gare giocate dalla Juve in questo campionato.
Temevo questa gara per quello che significava per una Roma piena di acciacchi e piegata da un inizio di stagione altalenante, per non dire deludente.
La sorte ha dato una mano ai giallorossi, in vantaggio dopo cinque minuti grazie ad un infortunio di Vidal su un “alleggerimento” di De Rossi che senza l’intervento del cileno non sarebbe mai finito in rete.
Ma chi ha visto tutte le partite della Juve dall’inizio della stagione non può non aver notato che, contrariamente al solito, in quei primi, iniziali cinque minuti non sembrava esserci quella veemenza, quella voglia di mordere le caviglie all’avversario dal fischio d’inizio che è stata una costante evidenziata dagli uomini di Conte in ogni partita sin qui disputata.
E in generale la Juventus è andata a folate, con poca continuità e senza la necessaria aggressività, i centrocampisti finora (giustamente) celebrati come il segreto del primato bianconero stasera sono stati - per una volta - insufficienti.
Insufficiente Marchisio, mai in grado di trovare la posizione, mai pronto ad inserirsi e poco presente in ripiegamento; insufficiente Vidal, il meno peggio del reparto in quanto a contributo nelle due fasi ma su cui pesano l'episodio determinante (il gol) e quello che poteva diventarlo (il rigore).
Capitolo Pirlo: il riposo di due settimane sembra aver nuociuto al bresciano che stasera ha steccato molto, vuoi per l’attenta guardia che gli ha costruito attorno Luis Enrique (Pjanic è stato una specie di ombra per il regista bianconero) vuoi per una dimostrazione di scarsa lucidità che nella ripresa l’ha portato a sbagliare tocchi elementari.
Probabilmente era finita la benzina, da tifosi juventini speriamo la cosa sia limitata all’oggi.
La Roma corre quanto la Juve e gioca a calcio, l’idea di Luis Enrique è stuzzicante, e forse la Juventus di fronte ad un avversario del genere - quasi speculare - si lascia trascinare dalla voglia di giocare a viso aperto dimenticandosi di peculiarità quali attenzione, organizzazione e precisione.
Il secondo tempo è stato un campionario di errori e orrori, con le due squadre lunghe e sfilacciate che lasciavano campo alternativamente l’una all’altra e di conseguenza fioccavano le occasioni e regnava il caos.
Bene per il pubblico, da incubo per gli allenatori.
Attacco evanescente, con Matri che sbaglia la seconda partita consecutiva - anche se il lodigiano è risultato troppo abbandonato al proprio destino - e Pepe ed Estigarribia preoccupati di rimanere larghi in fascia anche se, paradossalmente, le opportunità più ghiotte della prima frazione sono capitate a questi ultimi, e l’esterno di Albano Laziale ha mancato di poco il gol dell’ex sul risultato di 1-1.
Giaccherini e il sorprendente (visti i precedenti, ora sembra in progresso già da giovedì scorso) Elia hanno rilevato i compagni ed entrambi hanno rischiato di risultare determinanti, come Quagliarella che ha avuto sul piede l’occasione per spezzare l’equilibrio.
Chi ha fatto benissimo questa sera è stato Giorgione Chiellini, mai in difficoltà contro il temuto Osvaldo che svariava dalla sua parte e, anzi, spesso incisivo in avanti (gol a parte).
Ma una menzione d’onore va riservata a Gigi Buffon, ufficialmente ritornato il numero uno assoluto e persino capace di parare un rigore a Totti nel suo stadio.
Che il portierone fosse tornato bello incazzoso e meno ridente ce n'eravamo già accorti; che le sue (poche ma proprio per questo decisive) parate avessero già fatto la differenza pure; ora, se aggiunge efficacia nel neutralizzare i tiri dal dischetto – probabilmente il suo tallone d’Achille, nessuno è perfetto - potremmo attenderci da Buffon una stagione stile tempi d'oro.
Per finire con una lucidata al blasone bianconero, diciamo che contemporaneamente al match dell’Olimpico si giocava Chelsea-Manchester City, e i Citizens dividevano con la Juve il dato statistico di squadra imbattuta nel proprio campionato considerando i cinque più importanti tornei continentali. Stasera, nonostante il solito Balotelli in gol dopo pochi secondi, l’imbattibilità del club di Mansour è terminata per merito degli uomini del rinfrancato Villas Boas.
Ora la Juve, raggiunta dall’Udinese in classifica, attende il Novara per un derby piemontese che mancava da più di mezzo secolo, antipasto della gustosa sfida in programma mercoledì prossimo al “Friuli”, partita che presumibilmente deciderà chi passerà le feste brindando al primato.

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