Sembrava la Juve di Del Neri

conteNella settimana segnata dai discorsi basati sul nulla, dal Del Piero giunto all’ultima stagione con relative strumentalizzazioni ad uso e consumo del popolino beota (ma non era chiaro da maggio?) alla questione stadio - un affare ancora più grottesco se si pensa allo stato in cui versano il 99% degli impianti sportivi italiani, ma evidentemente per Guariniello e soci il bianconero è una vera e propria ossessione - la Juve delude e conquista un pareggino striminzito che ne ridimensiona di molto le ambizioni.
E alla fine, il Genoa, che in questa prima fase di stagione aveva fatto storcere il naso a Preziosi, poteva anche vincere.
La partita di oggi riporta le lancette indietro di un anno, o se volete di qualche mese, quando la sorridente (e perdente) Juventus di Del Neri era solita andare in vantaggio per poi subire una serie di imbarazzanti rimonte.
La Juve di stasera è stata la più brutta della stagione: poche occasioni - capitalizzate e non - tutte per Matri (l’unico centravanti serio di questo gruppo, e questo deve far riflettere) e una - purtroppo - ritrovata inaffidabilità difensiva.
Finora avevamo visto una Juve convincente sul piano agonistico, a volte gradevole dal punto di vista della manovra, soprattutto sempre superiore all’avversario anche se con grosse difficoltà a concretizzare.
Stasera invece, dopo la partenza aggressiva che fruttava il primo gol di Matri (di puro opportunismo), un Genoa in superiorità numerica a centrocampo - contro il 4-2-4 schierato dal mister juventino, non esente da colpe - riprendeva presto morale e se la giocava alla pari se non addirittura meglio dell’avversario, imbrigliato e costretto a ricorrere ai lanci lunghi che Conte tanto biasima ma che sono l’unica soluzione per chi è messo male in campo e non riesce a prevalere nei duelli individuali quanto in termini di organizzazione.
Logica conseguenza, il pari di Marco Rossi al termine di un’azione in contropiede da manuale nella quale l’ex viola tagliava fuori Chiellini con un movimento elementare sul quale l’improvvisato esterno sinistro bianconero faceva la prima delle tante brutte figure della sua serata.
Finora la solidità difensiva era stata il fiore all’occhiello di Conte che, se non era riuscito a dare alla sua squadra i connotati di una macchina da gol, almeno le aveva ridato una solidità che ricordava quella dei tempi belli.
La sciocchezza finale (ancora con Chiellini protagonista con la compartecipazione di Storari) è solo l’ultima delle opportunità concesse alla squadra di Malesani, che ha colpito due pali e in almeno altre due occasioni si è resa pericolosa dalle parti della porta bianconera.
Non si è perso ma poteva benissimo accadere, anche perché agli errori individuali (Chiellini, Storari) si sommano gli errori di Conte, che ha costretto Marchisio e Pirlo (seppur qualitativamente ottimo) agli straordinari.
Dato per perso Krasic, inserito nel finale ed entrato persino nell’azione che avrebbe originato il pari definitivo, fatti i complimenti per il vero, promettente esordio di Estigarribia (meglio lui in un’ora che i suoi pari ruolo in 6 gare), punterei il dito in direzione dell’altro balcanico del gruppo: Mirko Vucinic.
Questo montenegrino talentuoso ma svogliato deve capire che Roma e la Roma sono una cosa, la Juventus un’altra.
Completamente diversa.
Inutile prepararsi per le serate di gala (vedi Milan) e sonnecchiare nei restanti appuntamenti di minor prestigio, caratteristica da mezzi giocatori.
Vucinic ha ventotto anni, una carriera quasi buttata e riacciuffata con il trasferimento a Torino: finora hanno avuto ragione i tifosi giallorossi che ne contestavano l’indolenza e la mollezza.
Con prestazioni come quella - letteralmente dannosa - di stasera (una costante in questo inizio di stagione), il buon Mirko deve sapere che lo Juventus Stadium non tarderà a riservargli lo stesso trattamento che gli riservava l’Olimpico giallorosso.
Non ci fosse Matri, uno che i gol li faceva persino nei terribili mesi discendenti della scorsa stagione, lo score offensivo sarebbe disarmante.
E a questo punto, con quattro pareggi contro medie e piccole squadre, ecco che le prossime tre partite saranno già decisive per il futuro di questa Juventus: da martedì contro la Fiorentina, proseguendo con le due successive trasferte di Milano e Napoli si capirà cosa i tifosi juventini dovranno attendersi da questa stagione.

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