Juve e Napoli così così, Milan e Inter si risvegliano

chielliniRialzano la testa le milanesi, mentre Juventus e Napoli, ma anche Udinese e Lazio, non vanno al di là del pareggio in una giornata in cui la classifica, dietro a Juventus e Udinese, si accorcia, con l’Atalanta che, senza il gap iniziale di -6, sarebbe da sola al comando.

L’Atalanta “in vetta”. Bergamaschi a parte, leader morali della classifica, è un primato vero quello dell’Udinese, che a Cagliari ha raccolto un punto da non disprezzare. L’anno scorso, dopo quattro giornate di campionato, i friulani erano ultimi a zero punti, ora invece, con due vittorie e due pareggi, sono al comando in perfetta media inglese. E si tratta di una squadra impoverita tecnicamente dalle cessioni di Sanchez, Inler e Zapata, ma in cui evidentemente Guidolin ha già trovato i giusti equilibri, continuando a fare miracoli sulla scia della scorsa stagione, nonostante ci siano di mezzo anche le fatiche dei turni infrasettimanali di Europa League.

Rischia grosso la Juventus bloccata sul pari a Catania. Chi i “problemi” delle coppe a metà settimana non ce li ha è la Juventus di Conte, capace di accendere gli entusiasmi dopo le prime due vittorie iniziali, ma anche di raffreddarli un tantino con due pareggi in chiaroscuro contro Bologna e Catania. In Sicilia, senza Vucinic, Conte ha schierato inizialmente un inedito 4-1-4-1 con la squadra subito in sofferenza per il pressing asfissiante degli etnei. Braccato Pirlo, l’impostazione è toccata spesso a Barzagli e Chiellini con risultati prevedibili. Si sono rivisti lanci lunghi, puntualmente fuori misura, e troppi errori in fase di impostazione. Troppo isolato poi Matri in attacco, con il risultato che, nella prima frazione di gioco, la Juventus ha incassato un gol ed è riuscita a tirare in porta solo in un'occasione e da fuori area con Marchisio. Ripresa più convincente con un 4-3-3 plasmato dalla verve di Pepe e da qualche sprazzo di Krasic, da cui è arrivato il fortunoso gol del pari grazie a un errore del portiere avversario. Sotto la pioggia battente le due squadre hanno cercato di superarsi fino alla fine ed è stata la Juventus ad avere le occasioni più ghiotte; ma il rischio di prenderle è stato pure piuttosto elevato, complici alcuni gravi errori in fase di disimpegno. Se il carattere della squadra è tosto, la consapevolezza è che, sul piano del gioco si è fatto un passo indietro. La squadra soffre più del dovuto il pressing avversario. Fermato Pirlo è buio pesto. C’è ancora tanto da lavorare, anche se forse Antonio Conte potrebbe evitare di ricordare e ricordarci a ogni occasione che la Juventus proviene da due settimi posti. Se la musica è davvero cambiata guardiamo avanti, almeno sul campo di gioco. La squadra è migliorata, nonostante i punti deboli, ma le concorrenti sembrano non avere la stessa forza del recente passato. Il campionato sembra ancor più livellato verso il basso e la Juve ha dalla sua, rispetto alle concorrenti più gettonate, di avere un solo pensiero: il campionato. Quindi puntiamo dritti al prossimo incontro: Juventus-Milan è il primo banco di prova vero per la squadra bianconera dopo quattro turni che, almeno sulla carta, si presentavano abbordabili.


Milanesi convalescenti, Napoli con il fiato corto. Dopo lo sforzo profuso nel pareggiare a Manchester contro il City e battere il Milan, il Napoli ha accusato il colpo. Legnato dal Chievo e fermato sul pari a reti bianche dalla Fiorentina, è chiaro che la squadra di Mazzarri fa fatica a giocare una volta ogni tre giorni con la formazione tipo e chi è chiamato al turnover non è all’altezza dei titolari. Ora la concentrazione di Lavezzi e compagni è sulla partita contro il Villarreal, ma poi sabato ci sarà da affrontare l’Inter a San Siro in una partita che potrà dire qualcosa in più sul campionato che attende le due squadre. Le milanesi hanno vinto gli anticipi e sono, seppur per motivi diversi, in stato di convalescenza. Il Milan ha vinto contro il Cesena una partita più importante di quello che dice la classifica, perché nascondeva logiche insidie la quinta partita giocata ogni tre giorni senza mezza squadra e senza ricambi all’altezza. Invece ci ha pensato Seedorf dopo appena cinque minuti a disinnescare il pericolo con una mezza prodezza. Convalescenza a livello di gioco è invece quella dell’Inter che, sebbene abbia sofferto un niente più che volenteroso Bologna, alla fine si è imposto nettamente, almeno nel punteggio, grazie alle giocate di quel Pazzini stranamente lasciato ad ammuffire in panca durante la gestione Gasperini. A Ranieri, chiamato da Moratti a sistemare le cose, è bastato usare un po’ di buon senso e fidare sul desiderio di riscossa di una squadra desiderosa di raccogliere la prima vittoria stagionale. Già a Mosca in Champions e poi contro il Napoli si vedrà se quello contro i felsinei è stato qualcosa di più di un fuoco di paglia.

Una luce giallorossa. E una luce in fondo al tunnel di un inizio di campionato difficile la intravede la Roma, che espugna il Tardini di Parma con gol vincente di Osvaldo, e convince al di là del risultato. Meno possesso di palla sterile e una manovra più concreta in cui De Rossi e Totti rappresentano sempre l’asse di riferimento. Sull’altra sponda del Tevere si inceppa la Lazio, fermata sul nulla di fatto dal Palermo. Tre punti pesanti sono quelli che incassa il Chievo, che nel recupero batte in rimonta il Genoa, ed è rotondo il successo del Siena contro il Lecce.

TOP DI GIORNATA

Pazzini (Inter). Lasciato in panca in modo autolesionistico da Gasperini, il Pazzo rientra ed è subito decisivo con un gol e un velo da cui nasce il calcio di rigore decisivo per la vittoria interista.

Seedorf (Milan). Con un colpo di classe mette sui giusti binari una partita che poteva diventare difficile viste le tante assenze. Ha ragione Allegri quando dice che il maturo campione originario del Suriname bisognerebbe clonarlo.

Atalanta. Senza l’handicap iniziale sarebbe prima con due punti di vantaggio sulle più immediate inseguitrici, anche se nel finale della vittoriosa partita contro il Novara stava per scapparci un pareggio beffardo.

FLOP DI GIORNATA

Chiellini (Juventus). Una prova sconcertante del Chiello che infila un grave errore dietro l’altro. In occasione del gol etneo l’errore è in compartecipazione con Barzagli, poi il pallone gli scotta fra i piedi e la Juve rischia grosso. Nella prima occasione rimedia con un fallo facendosi ammonire, nella seconda Buffon riesce a rimediare. Purtroppo non ha i piedi abbastanza educati per giocare centrale difensivo nella Juventus di Conte.



Giannoccaro (arbitro di Milan-Cesena). Risparmia per sudditanza (e che altro?) la seconda ammonizione all’irruento Taiwo, poi giudica da cartellino giallo un fallo di Yepes su Eder che in realtà era da arancione tendente al rosso. Poi, forse per rimediare, non concede un rigore per un netto fallo su Cassano. Basta così?



Taiwo (Milan). Questo corazziere nigeriano arrivato al Milan a parametro zero picchia come un fabbro. E’ sempre in ritardo e non riesce a controllare la propria irruenza. Forse è solo in ritardo di condizione o forse è solo troppo scarso per giocare da titolare in una squadra come il Milan.