THE DAY AFTER: Vincono le prime, ma anche la Juventus è viva

toniVincono tutte le prime tre in classifica lasciando tutto com’era. Lo scoglio più difficile sulla carta toccava ai rossoneri a Firenze, ma è stata proprio quella del Milan la vittoria più convincente. L’uno-due Seedorf-Pato matura nel primo tempo, e permette poi alla squadra allenata da Allegri di gestire il resto della partita con una certa autorevolezza, nonostante il gol subito nel finale e l’inferiorità numerica per via del raptus verbale con cui Ibrahimovic ha mandato a quel paese un guardalinee. Stesso canovaccio di partita quello seguito a Bologna dal Napoli, che ha regolato i felsinei con due reti sempre nel primo tempo, mentre un’Inter da minimo sindacale ha avuto ragione nell’anticipo del sabato pomeriggio di un Chievo niente più che scorbutico. In chiave qualificazione Champions si accorcia invece la classifica con una Lazio utilitaristica che piega il Parma e balza al quarto posto scavalcando l’Udinese. I friulani, rabberciati dalle assenze di Sanchez e Inler e con un Di Natale non al meglio, lasciano infatti l’intera posta a una Roma che si avvicina loro in classifica tornando in piena corsa per il quarto posto e tirandosi dietro la Juventus che, contro il Genoa, raccoglie la terza vittoria consecutiva in campionato. Qualcosa che non succedeva dal settembre 2009.

La vittoria della Juventus però non inganni. La squadra bianconera ha palesato limiti ben noti, anche caratteriali, con riferimento al blando approccio alla partita nel primo tempo, e ancor più tecnici, riguardo ai meccanismi difensivi troppo spesso in corto circuito dinanzi alle avanzate del grifone. Ma questa volta è stata provvidenziale la scelta del tecnico che, con la squadra in svantaggio, ha cambiato la partita inserendo Toni a dar man forte a Matri in attacco e da lì in avanti sono arrivate le occasioni più pericolose che hanno portato la Juventus a rimontare lo svantaggio e vincere. Per i bianconeri però non ci sono calcoli da fare, bisogna parlare poco, giocare ogni partita per vincere, e approfittare degli scontri diretti altrui, senza fallire un colpo. Già la prossima trasferta di Firenze si preannuncia come un test decisivo per le residue aspirazioni da Champions League di Matri e compagni; poi, toccando ferro, dopo il Catania in casa, il calendario presenterà lo scontro diretto Lazio-Juventus che si preannuncia come un vero e proprio spareggio. Ma nei sei turni che mancano da qui alla fine del campionato si fa sempre più stretto e decisivo l’intreccio fra la corsa scudetto e la lotta per il quarto posto in classifica, buono per accesso ai preliminari Champions: nel prossimo turno Napoli-Udinese, in quello successivo Inter-Lazio, quindi Lazio-Juventus, alla terzultima Roma-Milan e Udinese-Lazio, alla penultima Napoli-Inter, all’ultima Juventus-Napoli e Udinese-Milan.

Colpo grosso del Lecce a Marassi. Nella lotta per non retrocedere pesa la vittoria esterna del Lecce nello scontro diretto contro la Sampdoria, mentre rientrava nei pronostici la resa di un Parma che è partito troppo sulla difensiva nella trasferta contro la Lazio. La classifica in coda si fa più corta grazie al passetto avanti di Brescia e Cesena che raccolgono un pareggio esterno rispettivamente contro Cagliari e Palermo. Merita un inciso l’impresa dei bianconeri romagnoli che al novantesimo erano sotto di due gol e con un uomo in meno, prima che i rosanero siciliani si suicidassero incassando due gol che hanno dell’incredibile. Non sono affatto tranquille Chievo e Catania a quota 36, a +5 dal terzultimo posto. I veronesi visti a San Siro contro l’Inter non sono sembrati quelli combattivi di sempre contro un’Inter tutt’altro che irresistibile, mentre il Catania, che si è accontentato di un pareggino contro un Bari ormai virtualmente retrocesso, si ritrova ora con un calendario quasi proibitivo da qui alla fine dovendo affrontare nell’ordine Lazio, Juventus, Cagliari, Brescia, Roma e Inter.

Il campionato V d.C. Se non altro in questo finale, a parte Palermo, Cagliari, Fiorentina, Bologna e Genoa, che navigano ormai nei mari tranquilli del centro classifica, le altre 15 giocano tutte per un traguardo. Un aspetto che dovrebbe assicurare quanto meno spettacolo e regolarità a questo finale di campionato. Senza mai dimenticare che si tratta pur sempre del campionato V d.C., ovvero del quinto campionato dopo Calciopoli. Una farsa per cui “piaccia o non piaccia” siamo ancora qui a richiedere verità e giustizia.


TOP DI GIORNATA

Totti (Roma). Nella Roma che rilancia le proprie aspirazioni di Champions è il capitano il grande trascinatore. Prima con lo “scavetto” con cui beffa Handanovic su rigore e poi con la stoccata vincente con cui sul filo di lana affonda l’Udinese.

Toni (Juventus). Entra con la squadra in svantaggio e si presenta con una sponda vincente per il pareggio di Matri, poi regala un assist che “basta spingere” per Pepe, quindi realizza di il gol che decide la partita. A questo punto si può pure divorare il più facile dei gol. Comunque decisivo!

Seedorf (Milan). In un centrocampo sempre privo di Pirlo e Ambrosini tocca a lui non solo guidare il reparto, ma anche indirizzare la partita sui binari del successo. E’ Seedorf infatti a sbloccare con il suo gol la partita; poi si mette a fare anche l’indovino predicendo a Pato il gol del raddoppio.

FLOP DI GIORNATA

Damato (arbitro Udinese-Roma) Una direzione di gara veramente sconcertante quella dell’arbitro barlettano dichiarato tifoso interista. Nella migliore delle ipotesi, viene condizionato dalla “sudditanza psicologica” in salsa giallorossa estinguendo il debito contratto con una direzione altrettanto discutibile, ovvero Roma-Sampdoria dell’anno scorso, quella che costò a Totti e compagni lo scudetto. Certamente nel calcio pulito di oggi (...) è stata solo sfortuna, ma non ravvisare gli estremi del rigore nella decisiva spinta di Perrotta, che in pieno recupero sbilancia Asamoah mentre sta spingendo la palla in rete, è un fatto grave, specie al termine di una direzione di gara tanto sbilanciata in chiave romanista. Sul successivo rovesciamento di fronte il gol di Totti ha lo stesso sapore che può avere una ciliegina sulla torta.

Cavasin (all. Sampdoria) Con quella contro il Lecce in casa fanno tre sconfitte in altrettanti scontri diretti (contro Catania, Parma e Lecce) e un pareggino annunciato nella trasferta contro il Chievo. Uno score decisamente fallimentare per il tecnico trevigiano, conil quale i doriani sono precipitati a un punto dalla zona retrocessione. Forse, viste le traversie subite nel corso dell’annata, Di Carlo meritava maggior fiducia; esonerato lui la situazione è letteralmente precipitata.

Ibrahimovic (Milan) Al ritorno dopo due giornate di squalifica si fa espellere stupidamente per aver probabilmente detto qualcosa di troppo a un guardalinee. Oltre ad aver lasciato in inferiorità numerica i suoi nei minuti finali di una partita improvvisamente diventata complicata, si beccherà almeno altri due turni di squalifica. Non basterà la più salata delle multe per punire Ibra come meriterebbe per quest’ultima sciocchezza.