Liberateci da questo schifo

censuraVerrebbe da ridere se non ci fosse di mezzo l’affetto incondizionato per qualcosa che ormai non riconosco più.
Verrebbe da ridere a pensare che certe cose le vedono e le capiscono semplici tifosi che non hanno a disposizione una settimana di lavoro per valutare chi schierare in campo e chi relegare in panchina. Se non in tribuna.
Verrebbe da ridere se ripensiamo a quanto già la scorsa estate veniva pronosticato.
In realtà non c’è nulla da ridere, ma solo di che disperarsi, perché ridurre la Juve a questi livelli è impresa che nemmeno nei desideri più inconfessabili del peggior antijuventino possibile pareva potersi realizzare.
In questi anni stiamo collezionando una serie di figure di merda che nella mia ottima memoria non hanno precedenti e ogni volta in cui sembra si sia toccato il fondo, invece di risalire, si continua a scavare ancora di più.
Il signor Gigi Del Neri, da me elogiato nella prima parte della stagione per il modo in cui aveva plasmato una squadra mediocre e lacunosa sì da renderla competitiva, dall’arrivo del 2011 ne sta combinando una peggio dell'altra.
Stasera la rivoluzione post-disastro leccese ha partorito la formazione più assurda che nemmeno un dilettante poteva schierare. Indisponibile l’ectoplasma Aquilani, la suddetta rivoluzione vede Del Neri dare fiducia all’ex calciatore dell’Udinese (non del Barcellona, eh!) Iaquinta, uno al posto del quale sarebbe meglio schierare anche un Berretti, mentre Toni marciva in panchina per un tempo.
Ma Toni non era un acquisto così importante? E la sua assenza non aveva fatto accampare scuse all’allenatore nel “momento difficile” di gennaio? Non contento, il mister di Aquileia regalava un altro giocatore al Bologna, schierando nell’undici iniziale Martinez, un Tiago, leggermente più offensivo ma se possibile ancora più inutile e ugualmente costoso.
Uno scandalo che Martinez fosse in campo stasera, una scelta figlia del peccato originale, cioè l’acquisto secco (non uno dei tanti prestiti, ma 12 milioni sonanti) del Malaka a settembre.
Con l’operazione-Martinez, Lo Monaco vince il premio “Pacco 2010”, e succede a Corvino e a Klaus Allofs annata 2009 (quelli che rifilarono Melo e Diego a Secco): perché uno così veste la maglia della Juve? Ditemelo, ve lo chiedo in ginocchio! Fra l’altro l’uruguagio, nelle parole di Marotta e Del Neri, venne acquistato per essere impiegato come esterno, quando chiunque capisca (o almeno osservi) il calcio lo può catalogare come seconda punta atipica.
E, per complicare ulteriormente le cose in un attacco con le ali preventivamente tarpate da scelte assurde, ecco la ciliegina sulla torta: Matri, l’unico attaccante centrale in rosa degno di esser definito tale, viene dirottato sull’esterno destro.
A volte gli allenatori credono che il calcio sia uno sport per scienziati: scendessero sulla terra e riscoprissero quella cosa che si chiama semplicità ne guadagneremmo tutti.
Ma la serata horror di Del Neri (che a questo punto è assolutamente senza alibi) continua quando, sbagliata clamorosamente la formazione iniziale, sostituisce al rientro dagli spogliatoi i disastrosi Iaquinta e Martinez per inserire due punte pure (“Firmoinbianco” Del Piero e Toni) con la conseguenza di lasciare il centrocampo nelle mani dei felsinei.
E anche con questa situazione tattica, Matri relegato ancora attaccante esterno, stavolta di sinistra (centrali Del Piero-Toni, esterno destro Krasic), fa sorgere spontanea una domanda semplice semplice: che cazzo passa per la mente di Del Neri? E il colmo di questa situazione è che nemmeno con quattro uomini spiccatamente offensivi Viviano sia costretto a fare miracoli.
Con una simile concentrazione di orrori, la doppietta di Di Vaio, attaccante di scorta all’epoca in cui la Juve era la Juve (altro segno dei tempi…) sancisce la prima vittoria del Bologna a Torino dopo 31 anni (la prima della storia con almeno due gol di scarto) ed è solo la logica conseguenza di una partita nata male e condotta peggio.
Chissà cosa dirà ora il presidente Agnelli, duro e critico contro una squadra molle e impotente e prontamente sbugiardato dal riscontro del campo.
E chissà cosa diranno gli ex doriani trasferiti a Torino in gita premio: uno (Marotta) autore di una campagna acquisti nel suo stile (da Samp, ovviamente); l’altro (Del Neri) che domenica a Lecce aveva scaricato le responsabilità del disastro addosso ai giocatori.
Su quello che dovrebbero dire una mezza idea ce l’avrei: Andrea (ammesso che ne abbia i poteri…) dovrebbe ricordarsi di ciò che fece suo padre e licenziare il direttore generale a stagione in corso, puntando, sin da ora, su un uomo da Juve.
Basta con le figure da Sampdoria, con tutto il rispetto per i blucerchiati. Poi Andrea, sempre che ne abbia voglia, dovrebbe prendere da parte Del Neri e accompagnare alla porta pure lui.
Chi al suo posto? Non sta a me fare nomi, ma qualcuno che conosce la storia della Juve a spasso in questo momento c’è.
Basterebbe contattarlo.
Perché così non si può andare avanti e la proprietà ci deve dire una volta per tutte cosa vuole fare di questa ormai ex grande.
Lo schifo è ormai totale, la pazienza è finita, gli alibi pure. E’ tempo che la Juve torni ad essere la Juve, almeno che ritrovi la dignità che le era propria.

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