THE DAY AFTER: "Se il Milan V-Ibra, la Juve Quaglia"

ibrahimovic“Dov’è la televisione che voglio vedere l’Inter perdere?” A fare il profeta venerdì sera è stato Luciano Moggi, ospite d’onore della “Serata dell’Orgoglio Bianconero” organizzata dallo Ju29ro, e che ha mandato in visibilio i tanti innamorati della Vecchia Signora i quali, in un incontro ad Abano Terme, si sono stretti intorno all’ex direttore e sono esplosi in un urlo da stadio alla notizia che gli Onesti ne avevano beccati tre contro la Lazio.

Ma se l’Inter perde ulteriore terreno (tre sconfitte nelle ultime quattro di campionato) cercando di consolarsi con il viaggio premio ad Abu Dhabi, la testa della classifica si allunga con un Milan imperioso, cui basta mezz'ora per bastonare il malcapitato Brescia con un tris di reti in cui spiccano, ancora una volta, le marcature di Ibra e Robinho. Ma le vittorie di giornata più pesanti sono quelle delle immediate inseguitrici. Quella della Lazio, appunto, che stronca pesantemente l’Inter di un Benitez che, parole sue, si consola per “il buon secondo tempo” dei suoi. Contento lui, noi di più! E, sciopero permettendo, il calendario regalerebbe per il prossimo turno un Juventus-Lazio che, in questo momento, suona come una sorta di scontro diretto per designare l’anti-Milan.

Già perché la Juventus c’è! A Catania sono tre gli squilli con cui i bianconeri si meritano il lasciapassare per l’alta classifica. Una vittoria pesante quella della Juve, che soffre la prima mezz'ora, ma poi straripa con un gol dopo l’altro sfiorando a più riprese la goleada. Una vittoria in cui risultano sì decisive le giocate di un Quagliarella devastante, ma la crescita è della squadra che vince reinventandosi titolare sulla fascia destra un ragazzino costato quindicimila euro in prestito e un ripescato Grosso sulla fascia opposta; la squadra regge e si impone, nonostante la prova opaca di Aquilani e un Krasic che si accende solo nel finale, grazie a un’organizzazione di gioco quanto mai disciplinata in cui risulta finalmente positiva anche la partita di uno Iaquinta che dà profondità alla manovra e si segnala per due assist vincenti. Occhio però a non farsi trarre in inganno. Arrivare con una buona classifica a gennaio non vuol dire che la squadra sia a posto così. Serve portare a Torino almeno un difensore di fascia migliore di quelli che ci sono e l’auspicata prima punta.

Sul treno dell’alta classifica corre anche un Napoli-Palermo programmato per la cornice molto british del nostrano “monday night”, mentre nell’anticipo di sabato pomeriggio la Roma ha perso la coincidenza bloccata sul pareggio da un Chievo mai domo e da un terreno di gioco improponibile a qualsiasi livello per giocare a calcio. Ad aspettare il prossimo treno facendo compagnia a Roma e Inter c’è la Sampdoria che, pur ormai priva di Cassano, regola il Bari e le raggiunge in classifica. Fra gli effetti dei risultati della giornata c’è quello che la coda della classifica assume una fisionomia piuttosto chiara. Ora ci sono ben quattro punti di distacco fra il Bologna e il terzetto di squadre a dodici punti che precedono il Bari fanalino di coda a dieci punti. In quel terzetto ci sono le neopromosse, ovvero Cesena, Brescia e Lecce, tutte reduci da pesanti sconfitte che sembrano mettere in discussione le rispettive panchine. Ma che si aspettavano certi presidenti se non lottare per evitare la retrocessione magari all’ultima giornata? Forse mai come in questo caso queste squadre necessiterebbero di serenità e compattezza per riuscire a fare fino in fondo il proprio campionato e giocarsi, nelle migliori condizioni, le proprie possibilità di salvezza.


TOP DI GIORNATA

Quagliarella (Juventus). Non ha mai segnato come quest’anno e contro il Catania di gol, anche se gliene danno buoni solo due, ne segna addirittura tre, risultando decisivo. In serie A finora solo Cavani finora ha fatto più gol di lui, senza rigori. Ma, a parte la capacità di capitalizzare le occasioni avute, Quagliarella risulta prezioso anche in fase di non possesso palla, quando si distingue sempre per la puntualità nei ripiegamenti e nel riconquistare palla.

Crespo (Parma). Segna regolarmente da tre partite. Prima il gol che vale il pareggio contro la Lazio, poi la doppietta bella ma inutile contro l’Inter, quindi ancora una doppietta per aver ragione dell’Udinese. Un Crespo così, in questa fase del campionato, avrebbe fatto comodo anche alle “grandi”.

Di Vaio (Bologna). In un momento difficilissimo per la sua società prende per mano la squadra e, da vero capitano, la trascina a conquistare tre punti pesanti nel derby contro il Cesena aprendo, fra l’altro, le marcature.

FLOP DI GIORNATA

Pierpaoli (arbitro di Sampdoria-Bari). Si vede che i baresi non gli portano bene! Un paio di anni fa già Cassano gli lanciò contro la sua maglia insieme a una vagonata di improperi per la concessione di un rigore farlocco al Toro contro la Sampdoria. Stavolta invece sbaglia a favore dei doriani. Prima concede un rigore alla Samp che, per la dinamica dell’azione, non andava dato e ammonisce pure il giocatore barese reo di aver deviato il pallone con una carambola gamba-braccio. Poi la combina grossa, ma grossa davvero, ammonendo nuovamente lo stesso giocatore colpevole di aver subito un paio di spinte dal portiere avversario. Inaccettabile! Non si può vedere quello che non c’è. Questo è un arbitro da fermare a lungo.

Benitez (all. Inter). Ha un bel dire chi pensa a un'Inter con la testa a una Coppa del Mondo in cui gli avversari si chiamano Pachuca, Mazembe dal Congo o Herari United dalla Papua Nuova Guinea. La verità invece è che la sconfitta contro la Lazio può segnare, di fatto, il capolinea di Benitez. Se non subito, in caso di nuova disfatta ad Abu Dhabi, magari al prossimo ko in campionato o al massimo a fine stagione. Le assenze c’entrano eccome, ma la mollezza del tecnico sta facendo il resto. Difficile a questo punto invertire la tendenza.

De Rossi (Roma). Ma come fa uno con la sua esperienza a perdere la testa e farsi cacciare in quel modo lasciando i suoi in inferiorità numerica in un rischiosissimo finale di partita? Sarebbe da doppio cartellino rosso per questo motivo. Ma di certi raptus a Roma sembra quasi che si compiacciano tanto che mai vengono stigmatizzati. E invece certe stupidaggini meriterebbero un bel cazziatone!