THE DAY AFTER: Al Milan il derby, Lazio a ruota, ma la Juventus c’è

ibrahimovicIl Diavolo marchia a fuoco il campionato aggiudicandosi nettamente il derby. La Lazio rimane a ruota liquidando un Napoli più arrendevole che mai, mentre Juventus e Roma si dividono la posta in palio, ma escono entrambe rafforzate da questo dodicesimo turno di campionato che metteva di fronte le prime otto della classifica con quattro scontri diretti.

La copertina la merita il Milan che prima approfitta di una "materazzata" per andare in vantaggio nei primi minuti, poi nella ripresa rimane in dieci, ma resiste senza mai correre veramente rischi, ed anzi dimostra una grande organizzazione difensiva in cui svettano i due centrali Nesta e Thiago Silva che disinnescano Eto’o e compagni senza mai andare in affanno. Sono proprio i nerazzurri ad uscire con le ossa rotta da questo turno, con un allenatore in confusione, i suoi uomini guida lontani dalla migliore condizione o in infermeria e i sostituti distanti almeno due spanne da un rendimento all’altezza della situazione. Nulla è certamente perduto, ma delle sei squadre di testa l'Inter sembra quella in maggiore difficoltà. Dietro al Milan, la Lazio gioca e vince con l’autorevolezza di una squadra consapevole di essere forte contro un Napoli giù di corda che, comunque, se non trova gli spunti di Cavani o Lavezzi, non sembra valere l’alta classifica.

La Juventus regala alla Roma una sterile supremazia sul possesso palla, ma cerca di vincere la partita fino all’ultimo respiro esibendo, nonostante le gravi assenze, una squadra quadrata che in difesa concede un solo tiro agli avversari, mentre in avanti crea diverse palle gol che non si concretizzano anche perché, purtroppo, l’assenza di una prima punta adeguata si fa sentire. E non tragga in inganno l’isolata prodezza di Iaquinta da inquadrare nel nulla di un correre sconclusionato finito per lo più in fuorigioco. La Juve c’è, ma per il salto di qualità decisivo serve assolutamente una prima punta adeguata, a costo di dolorosi sacrifici. A gennaio e non a giugno, per non pregiudicare il raggiungimento dell’obiettivo Champions League e, perché no, magari anche qualcosa di più. Senza un finalizzatore all’altezza la squadra rischia di rimanere un’incompiuta.

La classifica, dietro il trenino di testa, inizia a trovare una sua fisionomia, con il Palermo che, trascinato da un Pastore superlativo, torna a vincere battendo il Catania, con il Genoa al secondo successo consecutivo di misura che espugna Cagliari nel finale, e l’Udinese che strapazza il Lecce con Di Natale che realizza una tripletta in mezz'ora. Arranca la Sampdoria fermata sul nulla di fatto dal Chievo che l’affianca in classifica. E’ la terza partita consecutiva senza gol per i doriani (per il Chievo è la quarta!) ed è fin troppo facile spiegarselo con l’assenza di Cassano. Fatto sta che oggi Pazzini e compagni non sono nemmeno riusciti a tirare verso la porta clivense con pericolosità davanti a tifosi sempre più spazientiti che ora iniziano a mettere sotto pressione la società.

Si allunga la classifica nelle retrovie, dove la Fiorentina fa un salto da tre punti grazie a un numero di Gilardino; seguono a ruota il Catania, il Bologna, che regola il Brescia, e il Parma, che espugna Bari, mentre nella zona che inizia a farsi calda si delineano le difficoltà del Lecce, che a Udine subisce il terzo 4-0 stagionale (gli altri contro Milan e Juventus). Ancora più sotto Cesena e Brescia, ma questo è il loro campionato, in cui lottare fino all’ultimo per la salvezza. Strano invece trovare un Cagliari con le polveri bagnate, che perde nel finale in casa contro il Genoa dopo che, nel turno precedente, aveva perso a tempo scaduto contro il Napoli. Una fase indubbiamente poco fortunata per gli isolani. In fondo alla classifica c’è quel Bari che alla prima aveva strapazzato la Juventus, ma ora è vittima di una serie negativa che si allunga a otto partite con ben sette sconfitte e un pareggio. Contro il Parma i galletti reagiscono solo quando si ritrovano sotto di un gol e pure in inferiorità numerica per la giusta espulsione di Masiello. Finiranno in nove cercando coraggiosamente il pareggio fino all’ultimo; ma qui per invertire la marcia serve un’assunzione di responsabilità collettiva. Nulla è perduto, ma bisogna non perdere la testa e poi chissà, magari arriva Cassano...


TOP DI GIORNATA

Pastore (Palermo). Trascina i suoi con una tripletta realizzata segnando di testa, di destro e di sinistro e sciorinando continui lampi di classe. Se il Palermo è potenzialmente una macchina di grossa cilindrata, lui è certamente da Formula uno.



Thiago Silva-Nesta (Milan). Un top di coppia perché il Milan con loro sembra che nemmeno soffra l'inferiorità numerica. La linea difensiva rossonera è una Maginot invalicabile per i Milito e gli Eto'o, tanto che Abbiati viene impegnato solo con velleitarie conclusioni da fuori area.

Del Neri (all. Juventus). D’accordo che la Juventus non vince, ma la squadra dà l’impressione di aver assimilato gli schemi, specie quelli difensivi. La Roma arriva al tiro una sola volta in tutta la partita. E questo nonostante i bianconeri si presentino ancora una volta con una formazione quanto mai rabberciata. Il bicchiere di Del Neri, dopo dodici partite di campionato, è abbondantemente mezzo pieno; per riempirlo servono un paio di colpi veri di Marotta a gennaio.

FLOP DI GIORNATA

Totti (Roma). Il capitano giallorosso dev’essere un simpaticone a giudicare da certi spot televisivi, ma sul campo da calcio continua a non essere un esempio di fair play e a comportarsi più come un ultrà qualsiasi che come un professionista. Dopo aver trasformato il rigore del pareggio si porta l’indice sulla bocca per zittire la curva juventina che lo becca e si lascia sfuggire un “pezzi di m...” che le telecamere di Sky non riescono a ignorare.

Rizzoli (arbitro Juventus-Roma). I commentatori televisivi lo incensano, ma Rizzoli condiziona pesantemente il match, non solo non assegnando un possibile rigore alla Roma per fallo di Chiellini su Mexès, ma dando l’impressione di far battere una punizione ben oltre il terzo minuto di recupero per pura compensazione. Mancano poi all’appello parecchie punizioni dal limite per la Juventus su evidenti falli dei romanisti. Sbagliare da ambo le parti non può essere considerato positivo. Una prestazione davvero deludente.

Benitez (all. Inter) Rischia molto con la formazione iniziale e il campo gli dà torto. Mischia le carte quando il danno maggiore è stato fatto, ma poi i cambi gli danno ancora una volta torto. Anche nel secondo tempo, giocato quasi interamente in superiorità numerica, mai l’Inter riesce a rendersi veramente pericolosa. Molto male. La stura ai tam tam mediatici che vogliono Spalletti pronto a subentrare al tecnico spagnolo si sprecano e, guarda caso, partono da Mediaset.