THE DAY AFTER: “E' un campionato socialdemocratico...”

agnelli gianniGiornata di campionato piuttosto significativa la decima. Non tanto perché la Lazio capolista cade nel derby capitolino, ma soprattutto per il mezzo disastro interista che costringe gli addetti ai lavori a rivedere le quote scudetto abbassando quelle delle principali contendenti. L’impressione sempre più netta è che questo campionato possa essere alla portata di molte squadre. "E' un campionato socialdemocratico", forse l'avrebbe bollato così questo campionato l'Avvocato, che nello stesso modo aveva definito la Juventus di Heriberto Herrera della metà degli anni Sessanta. E per un esteta come l'Avvocato non si trattava di un complimento. Certamente in prima fila, nonostante tutto, rimangono le milanesi, ma il livellamento della massima serie fa sì che anche Lazio, Juventus, Napoli e Roma possano nutrire legittime aspirazioni. Nel caso dei bianconeri certe aspirazioni sarebbero ancor più concrete se Marotta a gennaio riuscisse a inserire un paio di innesti in grado di assicurare alla squadra un decisivo salto di qualità. Ma, vista la situazione, anche riuscire a svuotare l’infermeria non sarebbe male.

A rendere insidioso l’ostacolo Cesena non era tanto la forza dei romagnoli, ma il momento di estrema emergenza che sta affrontando la squadra per via degli infortuni. Contare infatti 11 giocatori fuori causa se non rappresenta un record assoluto poco ci manca. In simili condizioni quello che contava era più che mai conseguire l’intera posta in palio. Obiettivo raggiunto in modo anche un po’ cinico. Dopo lo 0-1 la Juventus ha approfittato infatti di due grosse ingenuità del cesenate Pellegrino. Con la prima ha pareggiato su rigore, con la seconda è andata in superiorità numerica, per il doppio giallo rifilato al centrale difensivo avversario. Sull’azione seguente e difesa ospite da reimpostare è arrivato il vantaggio segnato da Quagliarella. Poi la squadra, se è vero che non ha corso grossi rischi, non ha nemmeno avuto la capacità di chiudere l’incontro se non negli ultimi minuti.

Ma a fare i conti con gli infortuni non c’è solamente la Juventus, perché il decimo è stato un turno di campionato particolarmente negativo soprattutto per l’Inter. Se contro il Brescia gli Onesti hanno rimediato una pareggio con tanto di aiutino, la mazzata vera è arrivata dai nuovi infortuni che vanno ad aggiungersi a una lista da fare invidia a una corsia di ospedale. Se i tempi del recupero di Maicon sono incerti, la consapevolezza è che il campionato di Samuel è già finito. E’ una squadra che sembra depressa quella nerazzurra, lontana dalla macchina da guerra dell’anno scorso: continua a perdere pezzi e appare sempre più lontana dal trovare un gioco e meccanismi da squadra. Le assenze risultano troppo pesanti, mentre ormai appare all’orizzonte il derby, che si disputerà in posticipo domenica prossima.

Il Diavolo vincendo a Bari ha scavalcato in classifica il biscione nerazzurro. In Puglia il Milan ha dato l’impressione di poter segnare una valanga di gol e si avvicina alla partitissima stracittadina da favorito. Ma i rossoneri rimangono gli stessi che sono usciti sconfitti contro una Juventus ultrarimaneggiata appena una giornata fa. Con la Lazio che perde il derby contro una Roma che si rifà sotto, e il Napoli che nonostante il turnover tiene il passo delle prime, l’impressione è quella che veramente il campionato possa essere aperto a ogni soluzione. Stesso discorso per la seconda metà della classifica, che ancora non ha trovato una sua fisionomia. Sono nove le squadre racchiuse in soli tre punti, anche se in fondo si fanno particolarmente scottanti le situazioni delle panchine di Bari, Cesena e Parma, che allungano la propria serie negativa con un'ulteriore sconfitta.

TOP DI GIORNATA

Cavani (Napoli). Torna titolare e trascina i suoi al successo con una doppietta pesantissima grazie alla quale affianca Eto’o al comando della classifica cannonieri.

Ranieri (all. Roma). Nonostante una squadra rabberciata, si aggiudica il derby di rigore e spadroneggia in sala stampa da par suo con i giornalisti di fede laziale che gli contestano gli episodi della partita.

Del Piero (Juventus). Con la squadra sotto di un gol, è il capitano che ha il merito di guidare i compagni verso la rimonta, entrando spesso nel vivo delle azioni, e con pregevoli giocate.

FLOP DI GIORNATA

Bari. Perdere con il Milan si può, ma si tratta della quinta sconfitta consecutiva, in virtù della quale i galletti sono sempre più ultimi insieme a Parma e Cesena. Urge un cambio di rotta immediato o anche Ventura rischierebbe moltissimo.

Benitez (All. Inter). Manda in campo una squadra senz’anima capace solo di tirarsi addosso un po’ di sfiga. E non si tratta di un episodio isolato. L'Inter non vince in casa dal 22 settembre (4-0 al Bari), da allora tre pareggi consecutivi.

Buffon (Juventus). In settimana “buca” la foto, poi gli tocca timbrare il cartellino con tanto di ritiro di stella e quindi si sistema solo soletto in tribuna a guardare la partita. Dalla faccia esibita forse avrebbe fatto meglio a rimanere a casa pure oggi.