THE DAY AFTER: Lazio padrona, ma ritorna la Juventus.

Felipe MeloSi allunga la classifica della serie A in una giornata che conta ben sei vittorie esterne, con il Milan che perde il passo, sopraffatto nello scontro diretto da una Juventus che ritrova lo spirito dei giorni migliori. In vetta la Lazio continua a stupire inanellando la quinta vittoria consecutiva sul difficile campo di Palermo, mentre Inter e Juventus tengono il passo, ma perdono i pezzi, mentre incombe l’insidia del turno infrasettimanale delle coppe europee.

Siamo tornati! Nel post-Calciopoli ci sono stati pochi momenti in cui riassaporare la vera Juventus. Nel campionato del ritorno in serie A è successo con la vittoria contro l’Inter a San Siro (1-2) e l’anno successivo con la doppia sfida di Champions League contro il Real Madrid. Ma si è trattato del canto del cigno dei “samurai” rimasti in maglia bianconera nonostante Calciopoli. Questa vittoria contro il Milan a San Siro ha invece un sapore diverso, vista anche la situazione di assoluta emergenza in cui è maturata. Ma non si tratta solo di questo. Con quattro anni di ritardo è iniziata la vera opera di rifondazione societaria. Oggi c’è un presidente, c’è una società, c’è un progetto vero di gioco che l’allenatore sta plasmando partita dopo partita. Mancano ancora alcuni tasselli importanti, ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta. Ora la speranza è quella di tenere duro, nonostante i troppi infortuni. Prossime tappe auspicate: aumento di capitale a dicembre, e finestra di mercato utile per sistemare le troppe lacune della rosa e anticipare così i tempi per ritrovarsi un organico all’altezza della situazione già da questa stagione. Con un difensore centrale, uno di fascia e una prima punta vera, questa è una squadra che a maggio può fare una bella sorpresa ai suoi tifosi e al calcio italiano, vista anche la non irresistibile concorrenza.

La Lazio continua il suo volo. Sinceramente ero fra quelli che si aspettava che i laziali trovassero disco rosso a Palermo. Invece hanno vinto da grande squadra. Hanno trovato un gol, anche casuale, ma poi si sono difesi con autorità, ripartendo con pericolosi contropiedi e rischiando solo nel finale allorché costretti in inferiorità numerica dall’espulsione di Biava. Si tratta della quinta vittoria consecutiva della capolista, colta contro una squadra forte come quella dei rosanero, che pure ha giocato su ottimi livelli. Ora il calendario riserva ai laziali la stracittadina romana, cui la squadra di Reja si presenta con ben dieci lunghezze in più rispetto ai claudicanti rivali. Con il Milan abbattuto dalla Juventus, ora sulla scia della capolista c’è a quattro punti di distacco l’Inter, che già venerdì sera aveva chiuso la pratica di giornata trovando una fortunosa vittoria nel Marassi genoano. Nerazzurri bersagliati anche dai nuovi infortuni muscolari di Cambiasso e Julio Cesar e preoccupati perché sono stati ben 15 gli infortuni di questo tipo in soli tre mesi. Fatto sta che i nerazzurri sembrano davvero un’altra cosa rispetto all’armata quasi invincibile delle ultime stagioni. Rosa invecchiata? Appagamento? Di sicuro è un’Inter che sembra davvero valere meno rispetto a quella di Mourinho, e tutt’altro che imbattibile.

Undici squadre in tre punti in coda. Con una classifica che sempre di più sta trovando la sua fisionomia, tengono la scia Napoli e Sampdoria che, pur con un po’ di buona sorte, espugnano rispettivamente i campi di Brescia e Cesena con un golletto segnato negli ultimi minuti. Detto del Chievo che trova a Parma un punticino utile, poi in classifica sgomita l’Udinese, che a Bari trova la quarta vittoria consecutiva cacciando i galletti pugliesi nei guai; quindi la Roma che con molti affanni ha avuto ragione di un Lecce tutt’altro che irresistibile. Dal Palermo fino alle ben quattro squadre in coda, ci sono ben undici squadre raccolte in soli tre punti, per una bassa classifica che dopo nove giornate deve ancora trovare una sua fisionomia.

TOP DI GIORNATA

Felipe Melo (Juventus). Quest’anno quando indossa la casacca bianconera sembra che si travesta da supereroe. A San Siro riesce persino a respingere con il testone un siluro di Ibrahimovic per poi esaltarsi come se avesse segnato un gol. Ma Supermelo va oltre un gol, che segneranno altri, impossessandosi e dominando il centrocampo con un vigore e una lucidità che gli valgono la palma di migliore in campo. Un vero e proprio trascinatore in costante crescita. La sua miglior partita da quando è a Torino.

Del Neri (all. Juventus). La vittoria a San Siro può essere giudicata un mezzo miracolo vista la situazione in cui la squadra si è presentata a San Siro. Già priva di sei elementi fra cui Krasic, squalificato in modo controverso, Del Neri deve rinunciare pure a Chiellini, bloccato nel prepartita. Poi a gara in corso si infortunano anche De Ceglie e Martinez. Ma nel momento più difficile la squadra mantiene le consegne, tira fuori il suo carattere e con un po’ di fortuna si porta a casa l’intera posta. Quella di San Siro può essere la partita della svolta di questa Juventus anche se, in prospettiva, preoccupano i troppi infortuni di una rosa già lacunosa.

Burdisso (Roma). Trascina una Roma in difficoltà alla conquista dei tre punti. Burdisso prima salva il risultato con un paio di interventi difensivi provvidenziali, poi sblocca il risultato con uno stacco di testa imperioso e frustata al pallone che si insacca imprendibile sotto l'incrocio dei pali. Insieme a Vucinic tiene a galla Ranieri in attesa del derby.

FLOP DI GIORNATA

Cassano (Sampdoria). Non gioca ma si prende lo stesso l’attenzione delle prime pagine. Quando meno te lo aspetti dietro l’angolo c’è sempre “un colpo di testa” con cui distrugge improvvisamente un castello di credibilità costruito faticosamente. Il vaffa che rifila al suo presidente è ingiustificabile se le motivazioni sono quelle addotte a mezzo stampa. Quale grande squadra potrebbe permettersi una mina vagante del genere? Forse la cosa migliore che potrebbe capitare a Cassano sarebbe quella di tornare a giocare nel Bari, a casa sua. Sarebbe trattato come un Re e troverebbe le condizioni ambientali. Sarebbe per Bari un po’ quello che è stato Maradona per Napoli. Hai detto niente...

Bari. Il Bari dei miracoli sembra arrivato al capolinea. Quella casalinga contro l’Udinese è stata la quinta sconfitta nelle ultime sei partite, per una squadra che sembra aver perso molto del suo smalto. Nel prossimo turno al San Nicola arriverà niente meno che il Milan, non certo l’avversario più comodo con cui fare punti. Una nuova sconfitta contro i rossoneri invece acuirebbe una crisi in modo imprevedibile mettendo a repentaglio anche la panchina di Ventura.

Totti (Roma). L’espulsione magari è stata pure esagerata, ma altre volte è stato pure graziato. Fatto sta che un campione del suo livello, con la sua maturità, non può sempre cadere nel tranello e reagire come una molla alle provocazioni. Dopo aver messo le mani in faccia all’avversario, rientrando negli spogliatoi, cerca anche di farsi giustizia da solo. Dopo 14 espulsioni in carriera ci dovrebbe essere qualcuno che lo mettesse di fronte alle proprie responsabilità, invece anche stavolta il sentimento dell’ambiente giallorosso sembra essere quello del vittimismo. Un’altra occasione persa.