Da Manchester con un pareggio positivo

iaquintaAbbandonati i panni della Signorina disordinata di inizio anno, la Juventus entra concentrata e compatta sul prato verde del “Manchester of City Stadium”. Non ci sono più i Furino, i Tardelli e i Benetti dell’ultima visita ai Citizens del settembre del 1976, ma lo spirito che i bianconeri dimostrano nei primi minuti dell’incontro sembra lontano parente di quello che contraddistinse la formazione allenata da Giovanni Trapattoni.

12 reti subiti dagli uomini di Del Neri nelle ultime sei partite, divise tra le cinque del campionato e quella in Europa League disputata a Torino contro il Lech Poznan. Di fronte, stasera, avevano la marea azzurra dello sceicco Mansour bin Zayed Sultan Al Nahyan, guidata in panchina da Roberto Mancini e in campo da Carlos Alberto Tévez.

Ci si aspettava una formazione juventina “coperta”, ma l’allenatore bianconero stavolta stupisce tutti e schiera dal primo minuto Martinez sulla corsia sinistra del centrocampo, davanti al rientrante (anche lui) De Ceglie. Grygera torna sulla fascia destra, mentre Marchisio costruisce la diga di centrocampo con Sissoko. E’ in quel settore che si vincono le partite, e proprio lì Chelsea di Carlo Ancelotti, sconfitto dal City nella gara valida per la Premier League disputata lo scorso sabato, aveva subito il predominio fisico degli uomini di Roberto Mancini. “Ci hanno soffocato con la potenza del centrocampo, non ci hanno lasciato spazio”: questo è stato il commento, a fine incontro, dell’ex tecnico rossonero.

Krasic viene beccato sin dall’inizio dai tifosi locali, che non hanno dimenticato la sua rinuncia estiva ad accasarsi a Manchester per andare a Torino. Ma né lui né la Juventus sembrano patire alcun problema di ambientamento: partenza a razzo e City costretto a rinunciare al possesso palla. Il goal di Iaquinta dopo 10 minuti (bellissimo tiro di destro da fuori area) sancisce il predominio bianconero di inizio gara.

La palla si muove velocemente tra i piedi degli uomini di Del Neri, il Manchester non può usare l’arma della fisicità e finisce per rimanere inerme per una ventina di minuti. Sino a quando Johnson, dal lato destro del centrocampo avversario, inizia a mulinare gambe e gioco. Suoi i pericoli maggiori per la Juventus: con un tiro da fuori area dopo aver raccolto un rilancio (in rovesciata difensiva) di Martinez e – dopo la respinta del palo su un colpo di testa ad opera di Barry – con una conclusione neutralizzata in extremis da Manninger.

E’ il preludio al goals del Manchester City. Sarà proprio Johnson, guarda caso, a tagliare in due la difesa della Juventus, accentrandosi all’interno della linea difensiva bianconera al punto da invitare l’assist di Yayà Tourè: controllo, tiro, rete. Mancano pochi minuti alla fine del primo tempo, e un rigore alla squadra di Del Neri: l’arbitro non giudica da penalty un fallo di Zabaleta in area inglese su Krasic.

Alla ripresa del gioco la Juventus inizia a rinculare sempre di più, e con il trascorrere del tempo i Citizens si impossessano del controllo della partita.
Trovando la strada chiusa per vie centrali, fatta eccezione per l’unica distrazione bianconera in occasione della rete subita, provano ad accerchiare i bianconeri con l’onnipresente Johnson a sinistra, lasciando Tévez libero di agire sull’altra fascia. A centro area Adebayor finisce per essere risucchiato dal duo Chiellini-Bonucci. Cala l’intensità della pressione bianconera: Martinez (stanchissimo) viene sostituito da Pepe; Marchisio (complici gli effetti uno scontro con lo stesso attaccante togolese) e Sissoko abbassano il ritmo. L’arbitro Gonzalez, spagnolo, dirige l’incontro in perfetto stile inglese. Un po’ troppo, ripensando al rigore non concesso a Krasic.

Felipe Melo entra al posto dello stesso serbo (domenica ci sarà la gara con l’Inter) quando Motta aveva già rilevato, da qualche minuto, De Ceglie. Il centrocampo, grazie al buon impatto sull’incontro del brasiliano, riprende tonicità. Nonostante il predominio territoriale degli avversari, le occasioni più pericolose sono della Juventus: Del Piero su punizione colpisce la traversa (con il pallone che tocca la linea di porta ma non entra) e Sissoko, ormai a fine gara, manca di poco la porta dopo una bella azione.

Arrivata in Inghilterra per affrontare la squadra con la migliore difesa della Premier League, la Juventus poteva esibire – dal canto suo – quello che al momento è il miglior attacco della serie A. Ma il suo problema era dietro, nelle retrovie: troppi goals subiti, e il timore che l’incontro di stasera potesse svuotare ancora un po’ il bicchiere “mezzo pieno” di Del Neri.
La sensazione è che questo 1-1 si possa considerare un qualcosa in più di un semplice pareggio.
E che la strada intrapresa, forse, è quella giusta.