Tutti a casa. Ora Abete si muova su Calciopoli 2

abeteItalia fuori dal Mondiale, ultima nel suo girone e senza vittorie.
Non era mai successo ed era impensabile alla vigilia, ma alla prova del campo gli azzurri sono andati via via spegnendosi di partita in partita.
Il Mondiale italiano è la fotocopia della disfatta francese del 2002, quando, reduce dal titolo vinto in casa, la generazione dei senatori francesi (nel frattempo diventati anche campioni d'Europa) subì una sorte simile a quella toccata ai senatori azzurri.
E il legame fra Italia e Francia è stato una costante di questo decennio, nel bene e nel male: dalle finali di Rotterdam e Berlino alla disfatta sudafricana.
L'Italia non era neppure partita male, almeno sul piano della personalità, contro il Paraguay, era stata già meno brillante contro la Nuova Zelanda, ma non era preventivabile arrivare al disastro di stasera
Lippi, che nonostante tutto resta un uomo vero, si è assunto tutte le responsabilità della disfatta sudafricana, proteggendo i giocatori che lui ha scelto, ma che hanno tradito, entrando in campo con un approccio indecente all'appuntamento che, per molti di loro, era il più importante della carriera.
Vedere gli slovacchi arrivare primi su ogni pallone, giocare semplice e trovarsi ad occhi chiusi, mentre, al contrario, la palla fra i piedi degli azzurri (incapaci di indovinare due passaggi consecutivi) scottava, non lasciava presagire nulla di buono sulla piega che avrebbe preso la partita.
Una partita indecente che ha svelato quanto fossero scarsi i valori temperamentali di questa squadra, valori usciti solo a gara ampiamente compromessa.
Colpa di Lippi e dei suoi esperimenti che hanno mandato in confusione un gruppo povero di menti sveglie, prima ancora che di qualità.
Tanto per chiarirci subito: il valore di questo gruppo è lo specchio del nostro calcio da ormai qualche anno, e scrivendo questo metto le mani avanti rispetto all'inevitabile giochino sugli assenti che "hanno sempre ragione".
Un giochino che è già partito, oh... se è già partito.
E qui difendo Lippi.
Lo ribadisco, a casa c'è rimasto chi doveva rimanere.
Giocatori che hanno sempre deluso in azzurro e hanno avuto rapporti complicati con i loro tecnici di club; oppure giovanotti di bellissime speranze addirittura osteggiati (se non addirittura malmenati) da compagni di squadra.
La realtà dice che gli eroi del 2006 non sono più gli stessi, e che i nuovi non sono all'altezza perché il ricambio non c'è stato.
Perché certi giocatori, soprattutto nei reparti offensivi, non ci sono più, e il futuro è tutt'altro che roseo.
E non si dia la colpa al blocco Juve, visto che qualche scienziato l'aveva già messa in questi termini.
A tutti i fenomeni che vanno ripetendo: "Basiamo il nostro blocco su una squadra che è arrivata settima", vorrei consigliare di andare a controllare le rose di chi é arrivato prima della Juventus e quanti elementi "straordinari" si sarebbero potuti convocare...
E per finire, a parte i deludenti Chiellini-Cannavaro (a tutt'oggi la coppia italiana meno peggiore di tutta la serie A, visto il panorama generale) e l'irritante Iaquinta (fossimo in Marotta non ci penseremmo un minuto a spedirlo in Inghilterra in cambio di un assegno), sono da ricercarsi anche altrove gli uomini che hanno fallito.
Se De Rossi disputa un torneo scandaloso, facendo arrossire chi lo valutava decine di milioni; se Gattuso, povero guerriero, non regge più certi livelli; se Criscito e Montolivo vengono spacciati per fenomeni dopo mezza partita, ma all'atto pratico Zambrotta e Pirlo, vecchi e acciaccati, sono ancora meglio degli eredi anche al 50% della condizione; se Buffon è acciaccato pure lui ma il suo sostituto Marchetti (miglior numero 1 degli ultimi due anni in termini di continuità) mostra titubanze e immaturità; e se Di Natale è il capocannoniere del campionato italiano ma trova posto solo all'Udinese, con tutto il rispetto, c'è poco da fare.
E allora fallimento sia, l'ennesimo della gestione Abete, un interregno originato dalla farsa di Calciopoli che, ancora una volta, si rivela fonte di tutti i disastri capitati al calcio italiano negli ultimi quattro anni.
Il grande inganno del 2006 ha partorito un calcio perdente su tutta la linea, un calcio debole politicamente, dall'immagine poco credibile e soprattutto premiante nei confronti di chi dei risultati della Nazionale se ne frega altamente.
Il presidente federale Abete, supremo responsabile di questi 4 anni, in un Paese normale sarebbe il primo a doversi dimettere.
Chissà se ora, in seguito al prematuro rientro dal Sudafrica, il presidente federale avrà il tempo di prestare attenzione ai dossier su Calciopoli 2...
Sarebbe doveroso, visto che nel 2006, mentre la Nazionale "made in Juventus" proseguiva il suo cammino fino al successo finale, in Italia si procedeva con solerzia a costruire lo scandalo di cui tutti abbiamo memoria, tentando di mettere i bastoni fra le ruote a chi in Germania stava realizzando un'impresa.
Ora ci sarebbe da attenuare l'effetto di un risultato tecnico pesantissimo, e quale migliore occasione per far luce su una questione molto più chiara rispetto a quanto lo fosse quattro anni fa?
Allora non c'era tempo, ma lo si trovò: oggi che il tempo abbonda vogliamo non occuparcene?
Vale anche per i giornalisti, costretti al rientro anticipato dal Continente Nero rispetto ai programmi e con il fallimento del progetto Italia post Calciopoli completo.
Cari dirigenti, cari giornalisti: é il momento di tornare al lavoro e di occuparsi delle magagne del Nuovo Calcio Pulito.
Seriamente.
In questo senso, auspico possa essere un'estate caldissima.