Dalla Cupola al Cuppolone

ranieriClaudio Ranieri, romano testaccino e di conseguenza, ovviamente, romanista, rischia di prendersi una rivincita epocale, arrivando per la prima volta nella sua carriera a giocarsi lo scudetto dopo l’esonero patito ad opera di Monsieur Blanc. La sua Roma riapre il campionato con una partita tutta cuore e grinta, andando meritatamente in vantaggio complice un regalo imbarazzante del “Miglior Portiere Del Mondo Bis”, e nonostante la Fata Morganta e i suoi sbandieratori, che entrano negli annali subito dietro agli “amici di De Marco (quelli che avallarono lo schema “fuorigioco a sei” in quel famoso Siena-Inter), non vedendo un fuorigioco a tre nell’azione del momentaneo pareggio interista. La Beneamata è stranamente nervosa come ai tempi belli, quando le manie di persecuzione erano un classico quotidiano: avete presente quei bei capannelli attorno all’arbitro, quelle belle proteste a volto trasfigurato alle quali facevano ricorso a turno tutti i nerazzurri in campo? Ecco, riavvolgete il nastro a prima del 2006 e avrete lo stato d’animo odierno della banda-Special. Non serve l’ormai consueta manovra mourinhiana, ovvero imbottire la squadra di punte e trequartisti quando la situazione si fa complicata, anche perché la Fata Morganta non può esimersi dall’ammonire i “magnifici sette” (inteso come numero di interisti sanzionati), ma almeno risparmia il rosso al rugbysta Chivu. Il romeno è autore di un fallo criminale sotto gli occhi del profeta portoghese, che nel caso fa ricorso alla ben nota onestà societaria e alla proverbiale collaborazione che non nega mai agli arbitri, confortando la decisione di Morganti con un labiale sincero e inequivocabile: “Palla!” Che la serata fosse destinata a diventare giallorossa lo si era capito dalla traversa colpita nel primo tempo da un Samuel staccato in perfetta solitudine, e ancora di più al 95simo, quando “El Principe”, solitamente infallibile, si fa ipnotizzare dal palo di Julio Sergio e gli scaglia contro un pallone accompagnato dalle bestemmie dei tifosi nerazzurri. E che il gol che scatena l’Olimpico sia casuale e trovi all’appuntamento Luca Toni, uno che Van Gaal aveva bollato come ex giocatore per la Bundesliga, ma decisivo nella partita della stagione nel nostro campionato (significherà qualcosa in relazione al basso livello della nostra Serie A?), è un’altra nemesi: il centravanti modenese scatenò una lite furibonda fra Della Valle e Moratti all’epoca della sua militanza in viola, e oggi ha avuto modo di prendersi una piccola rivincita.
Per quanto ci riguarda, non osiamo nemmeno immaginare cosa potrebbe succedere se Ranieri, tecnico discreto ma sempre ad un passo dal diventare grande, dovesse riportare a Roma uno scudetto con elementi quali Riise, Brighi, Cassetti, Menez, Perrotta, Taddei, il già citato Toni, un Totti a mezzo servizio… Ci sarebbe da ridere, tanto, come già stava facendo nel dopopartita Giampaolo Montali, l’uomo degli scoiattoli e dei tacchini a Torino, almeno trasformatosi in talismano in riva al Tevere. Intanto, a Torino si preparano alla “classica” contro l’Atalanta, vedi presentazione della gara sul sito ufficiale della Newventus. Roba da matti!
Claudio Amigoni

Il goal irregolare dell'Inter (clicca qui e ridi)

Qualche anno fa ci voleva la cosiddetta "luce fra i corpi" per sanzionare il fuorigioco. Ve la ricordate? Forse se la ricordava il guardalinee di Roma-Inter visto che non c'è altra spiegazione per la convalida gol del momentaneo 1-1 di Milito.
E così pare che l'Inter viva nel passato. Un passato che passa per Siena, con un gol in perfetta fotocopia se non per un particolare dettaglio: stavolta in fuorigioco erano solo in tre. Quindi, se l'anno scorso ne hanno convalidato uno con sei giocatori nerazzurri in fuorigioco, perché annullare stavolta? Non fa una grinza.
Ma più del gol fa riflettere e preoccupare un altro aspetto. L'Inter ancora una volta si rivela squadra fondata su giocate individuali e molto fisica, ma soprattutto nervosa all'inverosimile. Una squadra che non sa tollerare il fatto di poter passare in svantaggio, con interventi sistematicamente fallosi e proteste altrettanto sistematiche ad ogni decisione arbitrale contraria, per quanto sacrosanta essa possa essere. Ma ancora di più fa preoccupare il fatto che questa squadra si riveli molto spesso impunita: nonostante le sguaiate proteste i cartellini stentano ad arrivare.
Il che sembra un paradosso, visto che l'Inter si ritrova mezza squadra e più ammonita alla fine. Ed è un paradosso perché non doveva finire la partita in undici...
Da Eto'o a Sneijder, che ormai ha preso per vizio quello di insultare l'arbitro di turno, fino ad arrivare a Zanetti e Cambiasso, per chiudere in crescendo con l'incappucciato Chivu che calpesta gratuitamente quanto volontariamente un avversario a terra per un fallo che lui stesso aveva commesso (ma che forse, essendo troppo "onesto", non gli pareva vero di aver commesso). Chissà se il giudice sportivo avrà gli stessi occhi attenti di quando ai tempi della "cupola" di Moggi veniva squalificato l'allora tesserato della Juventus Ibrahimovic per una cravatta a Cordoba... chi vivrà vedrà!
E nonostante tutto ciò l'impero nerazzurro sembra crollare sempre più fragorosamente sotto i colpi della compagine di Ranieri, che si sarà preso una piccola rivincita, dopo le innumerevoli diatribe verbali degli anni juventini, con Mourinho. Peraltro la Roma legittima il risultato con una buona prestazione, nonostante i pericoli corsi in due occasioni, con una traversa di Samuel e un palo di Milito, al quarto dei cinque minuti di recupero concessi dall'arbitro, decisione anche questa non presa benissimo sulla panchina giallorossa.
Con la Roma a meno uno ora il campionato si fa sempre più interessante. E il Milan non può che mangiarsi le mani, e nel frattempo sperare di battere la Lazio, nella seconda tranche di questo doppio incrocio tra Roma e Milano.
Nel frattempo questo anticipo della trentunesima giornata ci lascia in eredità un'Inter ai quarti di Champions League con un sorteggio decisamente favorevole, ma con dieci punti in meno in classifica rispetto allo scorso anno, braccata da vicino dai suoi inseguitori più prossimi. Il calcio è veramente strano, non si può mai dire nulla con certezza. L'unica cosa certa dal principio alla fine di questo campionato sono le lamentele di Mourinho sull'arbitro. Che attendiamo con impazienza anche stavolta.
Non dimentichiamoci mai che c'è sempre un complotto in atto per riaprire un campionato che era già chiuso a gennaio. E che sta avendo successo nel suo operato!
Paul McCartney