THE DAY AFTER: Neuro Inter, Roma a -5, la Juve risale

ranieriPer fortuna si può tornare a parlare di calcio con Roma e Milan che, vincendo contro Catania e Bari, si avvicinano al vertice, la Juventus che a Bologna coglie la seconda vittoria consecutiva e si ritrova al quarto posto, il Napoli che rallenta e le isolane Palermo e Cagliari a un soffio dalla zona Champions. Ma, più del calcio giocato, è sempre quello parlato che desta più scalpore. Il Mourinho “ammanettato” è stato ripreso da tutte le prime pagine dei giornali sportivi, le sue risate di scherno alle decisioni di Tagliavento sono state viste in mondovisione, provocando la grottesca reazione della San Siro nerazzurra che si è inventata una pañolada in stile Bernabeu. Ci domandiamo se ci sia un limite a certe sceneggiate che contribuiscono a togliere credibilità ad un calcio italiano che già di per sé ne ha poca. In queste ultime settimane il clima si è fatto sempre più irrespirabile con tanti presidenti a dare il cattivo esempio, esacerbando gli animi con le solite dichiarazioni in libertà. Dopo Siena-Napoli ci si è messo anche l’ultimo arrivato, Mezzaroma, che ha dichiarato che "certi arbitri non vuole più vederli", senza considerare che dopo pochi minuti un suo giocatore, Ghezzal, non è stato espulso per una pericolosissima entrata con piede a martello sulla tibia di Campagnaro. Il laziale Lotito si è messo a discutere su un rigore che ai più è sembrato netto chiosando che “gli arbitri devono ritrovare credibilità”. La settimana scorsa aveva detto la sua Preziosi per via del rigore farlocco assegnato alla Juventus, dimentico del gol regolare annullato a Iaquinta all’andata. E che dire di De Laurentiis, che qualche settimana fa ha addirittura evocato Calciopoli per giustificare le polveri bagnate dei suoi, immemore di certi tuffi di Lavezzi e Zalayeta per il fischio facile di Bergonzi.

Quella che serve è una presa di coscienza collettiva che così non si può più andare avanti. Servono interventi esemplari che colpiscano chi continua a ciarlare inutilmente con l’unica conseguenza di aizzare gli animi dei più deboli di spirito. Continuare a vedere l’intera panchina dei piangina in preda ai soliti interismi ad ogni decisione arbitrale avversa è quanto di più grottesco con cui si possa avere a che fare di questi tempi. Gli onestoni non solo si sono presi un filotto di scudetti solo in seguito a quella che ogni giorno di più appare chiaro a tutti essere stata una farsa a loro uso e consumo, ma adesso fanno pure le vittime con gesti a volte gravi (le manette), a volte ridicoli (la pañolada dagli spalti) davanti a un direttore di gara che non ha fatto altro che arbitrare bene, a detta unanime della stampa sportiva, sanzionando falli e scorrettezze in salsa nerazzurra. Si dirà che per Mourinho tutto il fumo innescato è un modo per caricare i suoi, ma c'è la viva impressione che la carica sia troppa e che il giocattolo rischi di rompersi da un momento all'altro. Il doppio confronto di Champions League contro il Chelsea rappresenterà lo spartiacque della stagione. Impensabile la reazione ad un’eliminazione, ma anche proseguendo nel cammino europeo ci sarebbe da fare i conti con una pressione che mai è stata così alta.

Intanto la Roma è a -5 e il calendario nerazzurro nasconde insidie che evidentemente non lasciano dormire sonni tranquilli all’iracondo allenatore portoghese. Mercoledì prossimo Inter-Chelsea, poi trasferta ad Udine, poi in casa con il Genoa, quindi la doppia trasferta siciliana di Catania e Palermo, inframmezzata dal ritorno di Champions a Londra. Seguirà il Livorno in casa e poi lo scontro diretto contro la Roma all’Olimpico. Ma anche il Milan che espugna il San Nicola di Bari è in gioco a -7, con la partita di Firenze da recuperare mercoledì prossimo. Al quarto posto risale la Juventus, che a Bologna coglie una vittoria importante per classifica e morale, anche se in difesa l’impressione è sempre quella di trovarsi troppo facilmente in affanno. Fra le note positive la crescita di Del Piero e finalmente un Felipe Melo sopra la sufficienza. Le altre stanno dietro di un punto. Il Napoli, che a Siena non riesce ad andare oltre il nulla di fatto, la Sampdoria, che a San Siro non è in grado di approfittare della doppia superiorità numerica, ed il Palermo, l’unica del lotto a fornire una prova veramente convincente stendendo la Lazio con un 3-1. Bisognerà fare i conti anche con Genoa e Cagliari, che vincono nettamente rispettivamente contro Udinese e Parma e stanno sotto di appena due punti, con i sardi che devono pure recuperare la trasferta di Udine. In coda, dal Bologna in giù perdono tutte, ad eccezione del Siena che raccoglie un punticino. Forse la sconfitta più dolorosa è quella dell’Atalanta che perde in casa contro il Chievo, mentre le altre concorrenti soccombono secondo pronostico.

TOP DI GIORNATA

Leonardo. A Bari la squadra gli dedica la vittoria. Borriello e Pato corrono a ringraziarlo dopo i loro gol. A Leo vogliono bene proprio tutti e da tutti è rispettato. Se Berlusconi ha qualcosa da ridire sul gioco del Milan, lui non ci sta e fa capire di non essere certo un tipo da incollarsi alla sedia. In conferenza stampa offre addirittura le proprie dimissioni in caso non andasse più bene al grande capo. Che lezione di stile e di libertà a certi suoi colleghi!

Cagliari. Con la vittoria contro il Parma, la squadra allenata da Allegri va a tre punti dal quarto posto con una partita da recuperare. Nelle ultime otto partite (4 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta) solo Roma e Inter hanno fatto meglio dei sardi.

Ranieri. Se il campionato può dare l’impressione di essersi riaperto, un bel po’ di merito è proprio dell’oste romano. Lui nega, ma intanto lavora per rosicchiare ancora un po’ di punti alla capolista, in attesa di Roma-Inter del 28 marzo. I conti si faranno alla fine e non è detto che l'esito sia scontato.

FLOP DI GIORNATA

Mourinho. Decanta il calcio inglese, ma sguazza nei gironi degli inferi del calcio nostrano. Il suo teatrino è fatto di provocazioni e mezze verità, quelle che gli convengono. Il gesto delle manette vale l’ennesimo sberleffo di un clown al padrone del circo. Ci sarà mai la parola fine alle ciarle e ai patteggiamenti di questo ineffabile portoghese? Qualcuno tiri lo sciaquone!

La San Siro interista. In un clima già grottesco di suo, i piangina che affollano lo stadio si coprono di ridicolo sventolando fazzolettini di carta bianca a mo di pañolada madridista. Anche noi abbiamo sfilato i fazzolettini dalla tasca, ma per asciugarci le lacrime dalle risate. Ridicoli!

La civile Bologna. Allo stadio c’erano solo loro e si sono fatti sentire con tutto il repertorio dei cori più beceri. Negli ultimi minuti si è sentito distintamente anche il coro “uccideteli uccideteli”. Almeno per quest’anno, essendo stato vietato l’ingresso alla tifoseria ospite, ci siamo risparmiati commenti ad eventuali incidenti. L’anno scorso andò peggio con un tifoso juventino che finì in rianimazione, dopo essere stato selvaggiamente picchiato davanti al figlio. Ma di questo signore non si ricorda nessuno.

 

vignetta