THE DAY AFTER: Una Cupola di incapaci nella migliore ipotesi

arbitroAl diavolo la classifica! Dopo gli incidenti di Udine di domenica scorsa, i deficienti della domenica sono tornati in prima pagina. A Torino un poliziotto è stato colpito al petto dal lancio di un petardo ed è stato ricoverato in ospedale. Adesso si chiederà al Ministro dell’Interno l’adozione delle solite misure drastiche, quali l’ormai classico giro di vite sulle trasferte delle tifoserie, qualche tornello in più; e magari il giudice sportivo chiuderà qualche curva, un'assurda soluzione che penalizza tutti indistintamente in luogo di colpire i veri responsabili. Possibile che con tutto lo stuolo di telecamere a circuito chiuso non si riesca ad individuare e poi perseguire con pene esemplari chi si rende autore del lancio di petardi che nemmeno dovrebbero entrare negli stadi? Sarebbe ora di finirla con le solite misure indiscriminate che colpiscono prima di tutto il nostro calcio, poi le società, quindi le tifoserie che, a parte i soliti noti, pagano inopinatamente per colpa di quattro imbecilli, ma anche di un sistema incapace di assicurare una giusta repressione contro gli effettivi responsabili di certi comportamenti. Con i problemi di sempre, regolarmente irrisolti, la FIGC ha il coraggio di chiedere ancora all’UEFA di poter organizzare i campionati europei del 2016. Chissà le pernacchie e le risate di scherno di cui ci faranno bersaglio tedeschi, inglesi e spagnoli rivedendo la rituale questua italiana. Pur di non darci l’Europeo del 2012 l’hanno assegnato a polacchi ed ucraini, che nemmeno avevano stadi e infrastrutture per organizzare un Europeo di tressette. Del resto, dopo aver sbraitato alla luna per "il più grave scandalo di tutti i tempi del calcio mondiale", era il minimo che ci si dovesse aspettare. Ma pare che questa volta gli argomenti della delegazione capeggiata dal presidente federale Abete siano particolarmente convincenti. Ci sono 744 milioni di euro di buone ragioni da far cadere a pioggia su 12 stadi. Chissà con quali argomenti la delegazione italiana convincerà i rappresentanti dell’UEFA che questa volta no, non verranno sprecati soldi, come in occasione dei Mondiali del ’90. Allora si sperperarono 1250 miliardi di denaro pubblico con il beneplacito di Montezemolo, allora presidente del Comitato organizzatore di Italia ’90. Magari qualche delegato UEFA sabato sera si è pure visto Sampdoria-Fiorentina, giocata su un terreno di gioco così penoso che nemmeno nelle categorie dilettanti sarebbe ammissibile. Ma quale calcio vogliamo esportare? Perché questo Paese continua a coprirsi di ridicolo?

Le responsabilità di chi si è occupato della politica sportiva nostrana sovrastano così il fatto meramente tecnico. Dopo la nuova carrettata di errori arbitrali dell’ultimo turno di campionato non si può sfuggire al solito dilemma: ma questi arbitri sono così scarsi oppure sono in netta malafede? Da Roma a Parma fino a Torino, da rigori generosi o inesistenti ad altri netti ma non concessi, fino ai gol fantasma come problema ancora da risolvere nel secolo dell’ipertecnologico. Diamo per buona l’ipotesi “meno grave”, ovvero: questi arbitri sono proprio scarsi! Ma è pure certo che una Juventus che si riprende e si piazza in posizione utile per qualificarsi alla prossima Champions League fa comodo a tutto il movimento. Specie questa Juventus del projettò quinquennale, così allineata e impalpabile di fronte allo strapotere altrui. Qualcuno fra i presidenti dei Club Doc bianconeri presenti alla riunione svoltasi di domenica mattina al Lingotto avrà pur replicato al brodo presidenziale che una Juventus, oltre a promuovere un calcio sostenibile, i risultati deve raggiungerli sul terreno di gioco, anche perché si chiama Juventus? Comunque sia, ieri ai bianconeri è andata di lusso con tanto di nuovo "aiutino" che, se fosse capitato ai tempi di Moggi, avrebbe fatto gridare a chissà quale altra fantomatica Cupola. Ma la strada da fare anche solo per arrivare al quarto posto è lunga. Non si può essere contenti di una vittoria arrivata in questo modo contro un Genoa comunque falcidiato dalle assenze. Ma vincere è stato importante. Quel quarto posto è a portata di mano con Sampdoria e Napoli a un solo punto. Roma e Milan a meno di clamorosi crolli sembrano imprendibili, ma bisognerà vedere che cosa succederà nelle prossime partite con la Champions che riprenderà a prosciugare energie preziose. Nella ressa per il quarto posto ci sono sei squadre compresse in quattro punti. Per il Bari sconfitto a Cagliari, la Fiorentina piegata dalla Sampdoria ed il Parma rullato dalla Lazio, si fa difficile risalire l’imbuto. Il colpo di giornata lo mette a segno il Bologna che, espugnando Livorno, veleggia verso il centro classifica, ma respira pure la Lazio di un ringalluzzito Lotito, che su Sky zittisce Caressa e Sconcerti con una “excusatio non petita” dei giorni migliori. Da Catania-Atalanta, altro scontro in chiave salvezza, viene fuori un pareggino, mentre il Siena espugna il Bentegodi contro il Chievo e riprende a sperare nel miracolo salvezza.


TOP DI GIORNATA

Ronaldinho. Nel Milan che va tre volte in gol ci sono sempre le sue giocate. Determinante davvero. Il lancio "spalle alle porta" che manda in gol Pato è un capolavoro che da solo meriterebbe la nomination, ma il brasiliano fa molto di più. Chi ama il calcio non può non divertirsi davanti a certe giocate.

La Roma. I giallorossi schiantano con un poker di reti il Palermo, consolidando il loro secondo posto e, se in altre occasioni sono stati pure aiutati dalla buona sorte, stavolta fanno veramente un partitone mettendoci la giusta dose di cinismo tipica delle squadre di livello superiore. Non perdono dal 28 ottobre scorso: da allora, fra campionato, coppa Uefa e coppa Italia, fanno 20 partite con 17 vittorie e 3 pareggi. Tanto di cappello pure a Ranieri “profeta in patria”.

Del Neri e Reja. Se la Sampdoria riagguanta provvisoriamente la zona Champions gran parte del merito va ascritta all’allenatore. Si è assunto l’onere della rischiosa esclusione di Cassano, coincisa con il ritorno alla vittoria della squadra. Con quella contro la Fiorentina fanno quattro di fila. Non è un caso. Reja, nuovo inquilino della panchina laziale, è un altro allenatore che si è assunto da subito le proprie responsabilità e prerogative: in panca Zarate, in campo Ledesma, ha finalmente riportato alla vittoria la Lazio dopo un digiuno di sei partite.

FLOP DI GIORNATA

La Fiorentina. Arriva un’altra sconfitta per i viola che hanno raccolto un solo punto nelle ultime cinque partite. Il certificato di crisi rilasciato dallo spennacchiato Marassi è di quelli preoccupanti. Si fa durissima la rincorsa per riuscire a prendere anche l’ultimo vagone del treno della prossima Champions League, mentre alle porte c’è l’ottavo di finale di Champions contro il Bayern Monaco, gara che inaugura un ciclo di partite piuttosto intenso per la risicata rosa ora a disposizione di Prandelli.

Lo Stadio di Genova. Va in diretta televisiva l’indecente spettacolo di uno stadio in condizioni penose evidentemente rizollato per le vie centrali. Il risultato anche esteticamente non si può vedere, con una croce verde d’erba che stacca rispetto a un campo improponibile. Ma possibile che si continui a discutere, senza fare nulla per evitare di esportare all'estero campi da quarto mondo?

Mazzoleni. L’arbitro di Juventus-Genoa regala il rigore della vittoria ai bianconeri, ma ha la colpa ancor più grave di non sospendere temporaneamente la partita, quando dallo spicchio riservato alla squadra ospite vengono pericolosamente lanciati petardi verso la curva occupata dai tifosi bianconeri, che non si fanno pregare per rispondere. Aspettiamo che i deficienti di entrambe le sponde vengano beccati, altrimenti non si spiegherebbe a cosa serva l’imponente impianto di telecamere a circuito chiuso di cui è dotato l’Olimpico di Torino.