THE DAY AFTER: Crisi Juve, la pagliuzza e la trave

blancseccoChe il campionato sarebbe diventato "Cosa Loro", anche se con i rossoneri solamente relegati al ruolo di sparring partners, Nostradamus Moggi l'aveva pronosticato per tempo, ma che La Juve diventasse quello che è oggi nemmeno i più pessimisti e gli jettatori di professione potevano prevederlo. Con quella maturata contro la Roma siamo a 8 sconfitte su 21 giornate di campionato, mai era successa una cosa simile nella storia bianconera. L'ultimo parziale è di 5 sconfitte su 6 partite, un'andatura da zona retrocessione. In classifica la squadra, fino ad ora allenata da Ferrara, si ritrova ai margini della zona buona solo per entrare nell'Europa di serie B, staccata da Roma e Napoli, scavalcata dal Palermo ed avvicinata pure da Genoa e Cagliari. In due mesi di profonda crisi Monsieur Trinité è stato solamente in grado di richiamare Bettega per nascondersi dietro le sue spalle e niente più. Che Ferrara sia inadeguato e impotente rispetto al ruolo assegnatogli l'hanno capito nel frattempo anche i più riottosi. Intanto gli allenatori sulla piazza si sono tutti più o meno accasati, lasciando disponibili sul mercato solo pensionati che non allenano da un decennio e commentatori televisivi con brevi esperienze da allenatore. Blanc aveva scelto Ferrara senza considerare adeguatamente il rischio che la scelta di un allenatore inesperto poteva comportare (specie dopo l'esonero di Ranieri) e senza pesare per nulla gli scompensi di un eventuale cambio di modulo prospettati comunque dal tecnico testaccino. Alla luce di questo, ecco che l'esonero di Ferrara, inevitabile da tempo per i più, appare in buona sostanza come togliersi una pagliuzza, mentre la trave di questa Juventus è sempre più chiaro che sia rappresentata proprio da Blanc e dal suo fantomatico progetto, in grado di dilapidare centinaia di milioni con scelte dilettantesche, ma risparmiando sugli allenatori, come chi si compra un bell'abito senza preoccuparsi del cappottone per l'inverno. Ma la cosa tanto più sconcertante, quanto evidente, è che costui abbia lavorato sciaguratamente alla costruzione della Juventus di quest'anno avvalendosi dei consigli interessati di qualcuno che non rientrava nei quadri societari, spogliati, e qui sta la gravità, di ogni competenza tecnica. Così facendo questa Italjuve è diventata, di fatto, un laboratorio della Nazionale con l'innesto "a capocchia" di un Felipe Melo e di un Diego, acquistati a prescindere da qualsivoglia contesto tecnico e tattico. Questo manager francese sta riuscendo laddove nemmeno le sentenze dei tribunali sportivi dell'estate 2006 erano riuscite; ovvero sta distruggendo, giorno dopo giorno, l'orgoglio di una tifoseria che sta reagendo in modo sempre più assuefatto e rassegnato allo scempio che si sta compiendo. Da considerare c'è anche il pesante impatto economico che certe scelte quanto meno discutibili stanno comportando, con una svalutazione del parco giocatori di decine e decine di milioni di euro. Ma chi se lo comprerebbe oggi un Amauri o un Felipe Melo a venti milioni e passa di euro? Del resto parliamo dell'unico presidente della serie A che non rischia un euro di suo ma che, nonostante il suo fallimento sia sotto gli occhi di tutti, da quest'annata percepirà di certo una cifra difficilmente inferiore ai tre milioni di euro. Se proprio deve essere così, che almeno lo si liquidi il prima possibile con tutte le spettanze dovute e un bel biglietto di ritorno a Chambéry con su scritto un bell'adieu!


TOP DI GIORNATA

Del Neri. Ha il coraggio di mettere fuori squadra totem Cassano rischiando il linciaggio mediatico e la sua Samp, seppure con un po' di fortuna, espugna Udine con tanto di gol di Pozzi che del canterino barese ha preso il posto. I doriani tornano così alla vittoria dopo otto partite di digiuno.

Mihajlovic. Il suo Catania disintegra il Parma con tre gol cogliendo la terza vittoria nelle ultime cinque partite. La classifica in fondo si fa più corta con gli etnei, terzultimi, che ora hanno nel mirino l'Udinese a un punto, Livorno e Lazio a due punti. Da quando il serbo ha avvicendato Atzori, la marcia del Catania è quella di una squadra da Europa League.

Palermo. Anche in questo caso il cambio fra Zenga e Delio Rossi è stato benefico. Solo il Milan ha fatto più punti nelle ultime sei partite. La vittoria contro la Fiorentina, oltre che netta nelle dimensioni, ha rivelato un promettentissimo Abel Hernandéz, diciannovenne uruguaiano, alla sua prima presenza da titolare in serie A festeggiata con una scoppiettante doppietta.


FLOP DI GIORNATA

La RAI, Sky, Mediaset, la curva romanista all'Olimpico. Strano che certi commentatori, così attenti ai condannabili cori contro Balotelli, abbiano fatto finta di niente riguardo a certi canti provenienti dallo spicchio occupato dai tifosi giallorossi, che hanno dileggiato l'Avvocato, Pessotto e Moggi. Solo sul forum bianconero j1897.com si trova testimonianza delle prodezze della curva giallorossa. In sostanza hanno dileggiato un morto, invitato un altro al suicidio e augurato la morte al terzo. Su tutto questo un assordante silenzio. Che schifo!

Snejider. Si becca un'altra espulsione e lascia i suoi in dieci. Non contento di aver mandato a quel paese l'arbitro con ampia sbracciata solo pochi secondi prima, gli va davanti e lo applaude ironicamente. Rocchi non può continuare a fare finta di niente e lo butta fuori. Certo è che comunque il "buon esempio" lo dà sempre quel signore di Moratti che reagisce all'espulsione del suo giocatore con lo stesso marchio di fabbrica.

Bergomi e Caressa. Per gli interisti più accaniti non c'è nemmeno bisogno di sintonizzarsi sulla telecronaca di Inter Channel, perché l'ineffabile coppia mondiale partorisce una cronaca che più a tinte nerazzurre non si può. Praticamente ignorano l'applauso di Snejider criticando la decisione arbitrale, sorvolano sul brutto gesto di Moratti in tribuna, ignorano un netto fallo di mani in area di Maicon e gridano al rigore per Pandev che si accascia in area. Per la prossima telecronaca, possono direttamente piazzarsi in curva con i boys.