Pensiamo al campionato. Che è meglio...

buffonLa peggiore Juventus europea che io ricordi, forse paragonabile solo a certe pavide esibizioni della prima Juve targata Trap, quella fortissima che in Europa si dimenticava spesso di esserlo (grazie alla mentalità del suo allenatore) e pretendeva di difendere striminziti pareggi issando barricate epocali, col risultato di finire spesso con le pive nel sacco.
Altre volte abbiamo elogiato le prestazioni della squadra di Ferrara, ma stasera va completamente stroncata.
E' la sagra degli errori, e il colpevole principale è Ciro Ferrara, peggiore tra i peggiori in campo, surclassato da un Blanc che gli ha messo di fronte una squadra dinamica e aggressiva con un centrocampo folto e tecnico, che nasconde palla alla linea mediana statica e molle della Juventus.
Un conto è il campionato italiano, un conto è l’Europa, dove i problemi di personalità vengono fuori subito.
Se si vogliono avere speranze di superare almeno il gironcino di qualificazione (sarà impresa durissima visto il risultato e il modo in cui è stato ottenuto), stante l’impossibilità di recuperare Sissoko in tempi brevi, bisogna sperare nel recupero di Diego, Del Piero e Trezeguet, che Grosso salga di tono e Zebina stia bene di salute.
Ovvero gli uomini di personalità.
E’ pur vero che stasera le soluzioni erano limitate e che mancava all’appello l’architrave della squadra della scorsa stagione (Chiellini, Sissoko, Del Piero) più il fiore all’occhiello della campagna estiva bianconera (Diego), ma a maggior ragione, studiando gli avversari, si poteva intuire che un centrocampo a rombo con questi uomini è un invito a nozze per gli avversari.
Per più di un tempo, Ferrara non ci capisce nulla e se non fosse per un monumentale Cannavaro ed un altrettanto monumentale Buffon (ecco, quelli con la personalità) lo score a fine tempo reciterebbe: Juve; nulla di fatto; Bordeaux, (almeno) 3.
Ma ciò che lascia perplessi è che, in un’ora di gioco, correzioni effettuate dal tecnico napoletano non ce ne sono state.
Personalmente ho sempre ritenuto che l’ideale per questa squadra sia una coppia di interditori davanti alla difesa, specie se uno dei due è Felipe Melo, che nel suo Brasile Dunga usa affiancare a a Gilberto Silva per colmare le enormi lacune in fase di recupero difensivo di “mister 25 milioni”.
Il brasiliano anche stasera gioca lezioso, irritante e presuntuoso, e per lunghi tratti giostra da bella statuina ad ammirare gli scambi tra i vari Menegazzo, Wendel, Diarra, Plasil e Gourcuff, i quali giocano a due tocchi sotto il suo naso, mentre il numero 4 bianconero si incaponisce nel portar palla o azzardare improbabili appoggi a compagni pressati, col risultato di mettere continuamente a rischio la retroguardia, salvata più volte dai già citati Cannavaro e Buffon.
Se a Felipe Melo aggiungi Tiago, un altro che rapido, grintoso e dinamico non lo è mai stato e non lo può diventare di colpo (salvo rendersi utile nel momento migliore della Juve), e Giovinco, che stasera ha spiegato a tutta Europa perché non gioca certe gare (e non c’entra nulla la nazionalità), è normale che una squadra infoltita in quella zona del campo ti sbrani come in effetti succede.
Per fortuna della Juve Chamakh lavora tantissimo ma conclude due volte malamente da posizione pur favorevole, mentre Menegazzo e lo stesso “nuovo Zidane” Gourcuff (piano con i paragoni…) si mangiano l’impossibile, non concretizzando le occasioni limpide avute (e quelle sfumate per un soffio), altrimenti staremmo a parlare di una meritatissima vittoria per i girondini, che se ne escono dall’”Olimpico” con un pari che sta loro stretto.
Che il gol di Plasil sia in fuorigioco non deve fregare a nessuno, qui non si tratta di fare il giornalista calcistico italiota a tutti i costi: l’1-1 finale è grazia ricevuta, e il 2-1 mancato da Marchisio nel finale è a sua volta viziato da un evidente fuorigioco di Iaquinta in partenza.
Aggiungiamo altro?
Certo, aggiungiamo che Caceres con la fascia laterale non c’entra assolutamente nulla (anche spostato al centro, si distingue per un retropassaggio sul quale Buffon è costretto all’ennesimo miracolo) e il suo avversario Tremoulinas fa quello che vuole fino a quando non entra Zebina, che in quel ruolo resta di un altro pianeta, e si è visto.
E pure Grygera rende dei punti all’uruguagio.
Altre amare verità: nonostante il gol, Iaquinta non è una punta sulla quale poter contare per far strada in Europa, così come Amauri, ancora fermo a zero gol in partite ufficiali.
Perché? Perché questi due, di gol “stupidi” non ne fanno nemmeno a piangere in cinese.
Ribadisco, per superare il turno è necessario recuperare i giocatori di caratura internazionale, perché oggi ce n’erano in campo troppo pochi.
Gli ottavi sarebbero già un buon risultato, con questo girone, con un Bayern già in ripresa che espone all’Europa questo Thomas Mueller, classe 1989, uno che quando segna ne mette sempre due, mica un Giovinco qualsiasi, e poco importa che si tratti di amichevoli, Bundesliga o Champions League.
E fra due settimane lui, Ribery e soci ci aspettano all’Allianz Arena, dove già ai tempi in cui eravamo una grandissima squadra le prendemmo di santa ragione.
Mi sbaglierò, ma sin dal sorteggio ho avuto la netta sensazione che sia meglio non illudersi troppo su una Juve protagonista in Europa.
Sarò prematuramente fatalista, ma l’impressione che la maggior parte degli sforzi di squadra, società e tifosi stessi siano concentrati (anche inconsciamente) sul campionato e sulla querelle con l’Inter è molto forte.

Postilla finale: ne avevamo già discusso dopo Lazio-Juve, dobbiamo a maggior ragione rincarare la dose stasera.
A chi dobbiamo dar la colpa per la disastrosa situazione relativa agli infortuni muscolari?
Ora che Capanna non c’è più, che la preparazione è stata radicalmente modificata, non è che si è passati dal poco lavoro all’esagerazione?
Tiago e Cannavaro (forse anche Felipe Melo?) sono gli ultimi di una lista che comprende Diego, Del Piero, Salihamidzic, Zebina, Giovinco, Grygera e il mistero-Sissoko.
L’anno passato si era arrivati ad un tale livello di rassegnazione che si scommetteva sul numero di nuovi infortunati che avrebbero affollato l’infermeria settimana dopo settimana.
A fine stagione arrivammo ad un numero vicino a 70 solo per coloro i quali subirono infrazioni muscolari.
Quest’anno, siamo già intorno alla decina, ma sono state giocate solo 4 partite ufficiali.
La prospettiva è semplicemente terrificante.