La capitale cade ancora. Juve a punteggio pieno

caceresLa Juve sbanca nuovamente Roma per la seconda volta in quindici giorni e il bello è il modo in cui lo fa, diverso rispetto a quello esibito due settimane orsono.

Se contro i giallorossi era stata la vittoria di Diego e della qualità dei nuovi, quella di stasera è la vittoria del turnover, dei ragazzi del vivaio e della sofferenza, contro una Lazio messa in campo in maniera impeccabile dal suo allenatore.

Perché, viste le assenze di Zarate e Rocchi, sommate a quelle dei “dissidenti” cronici, Ballardini schiera Mauri e Foggia molto abbottonati in appoggio a Cruz, e un centrocampo con Baronio, Matuzalem e Dabo a costituire una folta cerniera.

La squadra di Ballardini è tosta e chiude bene gli spazi rendendo difficile la circolazione della palla, ripartendo e creando grattacapi a Buffon, che da par suo risponde da campione in un paio di occasioni, dimostrando di essere sulla buona strada per il ritorno al suo status di numero uno nel ruolo.

La Juve presenta una coppia di esterni difensivi inedita e completamente rinnovata: l’ultimo arrivato Grosso va subito in campo e, dopo una partenza in sordina, alla distanza l’azzurro diventa un punto di riferimento: ottimo acquisto il suo.

Lo stesso non si può dire per ora del suo collega sulla fascia opposta, il penultimo arrivato Caceres, alla fine decisivo, ma autore di una prestazione abbastanza negativa a causa di errori grossolani in posizionamento e marcatura (Kolarov nella prima frazione al suo cospetto sembra il Roberto Carlos dei tempi belli e persino Cruz dispone a suo piacimento dell’ex blaugrana) e della mancanza di affiatamento con i colleghi di reparto, aspetto già più comprensibile e giustificabile.

Ma, siccome il calcio è strano, tocca proprio all’esordiente uruguagio risolvere la partita con un gol (pure bello stilisticamente) che è nel suo DNA di difensore temibile in attacco.

Ferrara fa riposare Cannavaro e ripropone Legrottaglie, disimpegnatosi con più ombre che luci: più che dell’episodio legato al fallo di Cruz (è in malafede chi parlerà di gol annullato: infatti Mediaset provvede a mistificare la verità con i sempre puntuali Cesari e Bargiggia...), sulla partita del centrale pugliese pesa un disimpegno di tacco in fascia all’altezza del vertice dell’area di rigore (con palla persa) che grida ancora vendetta. 

Per fortuna il suo collega di reparto Chiellini (squalificato per martedì e quindi arruolato stasera) si esprime ad un livello di concentrazione superiore rispetto al recente passato.

Coraggiosa da parte del tecnico napoletano la scelta di rinunciare a Iaquinta, finora sempre impiegato con ottimi risultati, ma con la gara di martedì alle porte (contro il Bordeaux stasera vincitore di misura contro il Grenoble), il turnover è quasi obbligato.

Dentro Trezeguet, quello dei 161 gol bianconeri in 9 stagioni segnate da frequenti stop, ed è lo stesso Trezeguet che qualche giorno addietro aveva annunciato l’intenzione di lasciare la Juve a fine stagione.

A fine gara, dopo la rete del 2-0 (162 totali, meno 5 da Sivori, top scorer bianconero all-time tra gli stranieri) festeggiata da tutti i compagni in maniera fragorosa, ha già parzialmente ritrattato sui propositi di abbandono.

La notizia della serata è sicuramente l’infortunio a Diego, ingabbiato e malmenato, ma positivo fino al manifestarsi di un fastidio alla coscia che lo ha costretto ad una sofferta resa.

Intervistato a fine gara, il brasiliano si è detto convinto di poter essere disponibile addirittura per la partita contro il Bordeaux, mentre Ferrara ascoltandolo da un’altra postazione ha assunto un’espressione sorpresa e pessimista, rimandando con cautela il tutto a domani quando verranno effettuati gli accertamenti del caso.

L’impressione, purtroppo, è che non si tratti di una cosa lievissima.

Certo è che se lo scorso anno Capanna venne (giustamente) linciato, lo staff di preparatori attualmente in carica non sta affatto avendo miglior fortuna, con i guai che in questi primi mesi di stagione hanno riguardato lo stesso Diego, Del Piero, il lungodegente Sissoko e gli acciacchi a Zebina, Salihamidzic, Grygera e Giovinco.

E ci vorrete scusare se dimentichiamo qualcuno.

Proprio il recupero di Giovinco, sostituto naturale del brasiliano, è stato e sarà fondamentale, come si è visto già stasera quando, subentrato ad una manciata di minuti dal termine del primo tempo, Seba è andato via via crescendo sino a diventare un punto di riferimento costante, addirittura palesando grinta e personalità superiori rispetto al passato, probabilmente dovute al diverso approccio che mister Ferrara ha nei suoi confronti.

Cosa che in passato non poteva accadere con chi sosteneva quanto il piccolo fantasista cresciuto nel vivaio bianconero si fosse “messo le scarpe da calcio solo ieri”, sottolineandone una presunta immaturità.

Cosa vuol dire avere la fiducia dell’allenatore...

Elogiato Amauri per l’inesauribile lavoro a tutto campo (ma gol non ne fa nemmeno per scherzo), restano da segnalare i miglioramenti in fase di copertura di Felipe Melo, meno appariscente in avanti ma con meno sbavature in fase difensiva (Ferrara deve avergli parlato, dato che le leggerezze di oggi si contano solo se si vuol essere eccessivamente pignoli).

Tra gli altri centrocampisti, un Camoranesi voglioso ma probabilmente in debito d’ossigeno per gli impegni in Nazionale, gioca una discreta gara finché regge, poi Tiago lo rileva a metà ripresa (senza infamia e senza lode il portoghese); ma la palma di migliore in campo va senza discussioni a Claudio Marchisio, neo papà e neo Nazionale.

Il momento del ragazzo torinese è ideale, gioca con una sicurezza e un’autorità da veterano e cresce a vista d’occhio sul piano della personalità, mostrandosi prezioso sia a sinistra (dall’inizio) che a destra (una volta uscito Camoranesi).

Incisivo in copertura (di rado abbocca alle finte di un cliente complicato come Foggia), spesso efficace in rifinitura, Marchisio offre due palloni di assoluta qualità, a Trezeguet nel primo tempo e a Giovinco nella ripresa (con azione conclusa dallo stesso francese), creando i presupposti per l’occasione importante; e il gol di Caceres parte da una sua iniziativa.

E’ bello che in una serata del genere, in cui la squadra ha sofferto a tratti contro una buona Lazio seppur in emergenza (ma anche la Juve lo era, non dimentichiamolo), i tre punti abbiano preso la via di Torino grazie all’apporto fondamentale di due prodotti forgiati dal fantastico vivaio allestito dalla Triade e da Ceravolo.

9 punti in 3 partite e due trasferte romane superate con una certa disinvoltura rappresentano un bilancio ottimale, considerando che sabato prossimo arriverà a Torino il Livorno.
Ma ora le antenne sono già sintonizzate su martedì sera, quando a Torino risentiremo suonare la musica della Champions League.


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