20a giornata: ottimo Candussio a Siena

CollinaBene Trefoloni e Candussio. Perfetta la direzione di gara del giovane Renzo Candussio, al suo esordio in Serie A, chiamato ad arbitrare il difficilissimo incontro tra Siena e Atalanta. A Collina quel che è di Collina. Candussio il migliore di giornata, e niente male anche Kakà e Del Piero.
Per il resto analizzare la giornata di campionato significa purtroppo farne la moviola:

1) In Reggina-Chievo, di due rigori possibili per i calabresi almeno uno ci sta. Ma non viene concesso.
2) In Fiorentina-Juventus, Saccani nega un rigore a favore della Fiorentina e Copelli (questa volta con lui siamo stati fortunati) invalida il goal del pareggio viola per un fuorigioco inesistente. Debole la direzione anche dal punto di vista disciplinare: Felipe Melo andava espulso, per doppia ammonizione o rosso diretto dopo lo schiaffo a Zanetti.
3) In Bologna-Milan, concesso un rigore generoso ai felsinei e uno inesistente ai rossoneri.
4) In Lazio-Cagliari sono due i rigori inesistenti concessi ai padroni di casa, che non di meno affondano.
5) In Genoa-Catania, sullo 0-0 è regolare il goal annullato a Milito. Jankovic non era in fuorigioco.
6) In Napoli-Roma, il goal di Mexes che sblocca le marcature è in netto fuorigioco. Il francese, su calcio piazzato di Pizarro, parte in fuorigioco e ci resta per tutto lo svolgersi dell'azione. Praticamente impossibile da non vedersi.
7) In Udinese-Palermo, il rigore concesso ai friulani sull'1-1 non sembra esserci.
8) In Inter-Sampdoria, due i rigori possibili per i liguri. Il primo, sullo 0-0, è un contatto tra Muntari e Stankevicius. Il secondo, decisamente più vistoso, è un abbraccio subito in area da Pazzini ad opera di Cordoba, che si disinteressa del pallone. Poteva essere il possibile pareggio, a pochi minuti dalla fine.

Collina non si preoccupi: buona anche la prova di Trefoloni in Lecce-Torino.
E' difficile prescindere dall'elemento arbitrale, nell'analizzare la giornata, data la grande quantità di errori. Tentiamo perciò di operare una razionalizzazione degli episodi avvenuti nel week-end.

Chiagni e fotti. Fotti Foti. Certo non si può biasimare chi come Marino, ds del Napoli, si avventura in territori pericolosi, puntando il dito contro la sudditanza psicologica degli arbitri nei confronti, diciamolo in napoletano, del chiagnefottismo. Si piange oggi per avere domani. E' sempre andata così e con Collina questo andazzo certo non è cessato. Forse, suggeriamo ai presidenti, sarebbe il caso di dismettere qualche dirigente troppo costoso e affidarsi, come usanza sicula, alle prefiche, lamentatrici di professione, che si struggono a pagamento per onorare i funerali. Il risultato sarebbe lo stesso, i costi abbattuti.
Per cavarne qualcosa da questa giornata credo sia però opportuno individuare le regolarità, e non le rondini che non fanno primavera. Col chiagni e fotti, oggi a te, domani a me. Ma in qualche caso, non va proprio così.
E non ci riferiamo al Genoa, penalizzato oggi mentre poteva allungare decisamente il passo su concorrenti politicamente meglio attrezzate. E nemmeno al Palermo, certo sfavorito non per la prima volta, che paga forse le dichiarazioni anti-sistema di Zamparini, costategli il recente deferimento.
I casi da analizzare ci sembrano piuttosto questi altri tre:

1) La Reggina, che è bersagliata dagli errori arbitrali da 3 anni a questa parte, ovverosia dall'estate di Calciopoli. Partita con una penalizzazione pesante, ha centrato una salvezza impossibile grazie al grande lavoro di Mazzarri, che ha dovuto sopperire anche alla mano pesante degli arbitri. L'anno scorso non è andata poi tanto meglio. Quest'anno la tendenza continua. Foti paga il fatto di essere imputato in Calciopoli?

2) La Fiorentina, che è bersagliata dagli errori arbitrali da 3 giornate a questa parte. Chiariamoci subito: la Juventus non c'entra niente, e anche Della Valle l'ha dato ad intendere. La Fiorentina è stata danneggiata pesantemente con il Milan. Un'altra grande, ok. Ma anche con il Lecce, subendo due goal in netto fuorigioco. In tre giornate, zero punti e tanti errori degli arbitri. Comprendiamo l'inquietudine.
Va detto che Saccani ha arbitrato senza personalità e coraggio, questa la chiave. Il rigore su Jovetic nasce da un fallo su Zanetti. L'arbitro però non ha il coraggio di fischiare il fallo per la Juve, e di conseguenza nemmeno il rigore per la Fiorentina. O l'ammonizione per Jovetic. Pilatesco in diverse altre occasioni, portando avanti una gestione disciplinare davvero debole. Tiene il giallo nel taschino per due interventi di Gamberini e Melo, da sanzionare. Poi non espelle il brasiliano, per il brutto gesto ai danni di Zanetti, come da regolamento. Il goal annullato è responsabilità dell'assistente Copelli (sì quello che parlava con Meani, sì quello di Reggio Calabria con Paparesta, sì quello del goal annullato a Trezeguet in Supercoppa), ma la sua direzione è totalmente deficitaria.
Un arbitraggio debole, però non a senso unico. Certo la Fiorentina si ritiene danneggiata, considerando anche i freschi precedenti. Strano perchè la scorsa stagione non si può certo dire che i viola siano stati sfavoriti a livello arbitrale, anzi. Il vento sembra però cambiato. Attendiamo di comprenderne i motivi. Certo, con lo sguardo rivolto a Calciopoli, ci scappa una risata.

3) L'Inter, infine. Di tanto in tanto, recupera qualche aiutino di troppo. Costantemente, gli episodi dubbi vengono risolti a suo favore. Mourinho, nelle sue dichiarazioni post-partita, si è mostrato buon discepolo di Marino e della sua teoria. Originale contributo: le polemiche avrebbero fatto sì che l'arbitro questa sera avesse paura di fischiare a favore dell'Inter. Come per altro ha fatto notare allo stesso Celi, con un gesto invero molto volgare, venendo giustamente espulso.
Dimentica Mourinho, anzi ormai sappiamo che lo sa bene, che l'anno scorso dopo sette rigori inesistenti a favore dei nerazzurri e qualche polemica sui giornali, arrivò anche l'ottavo di rigore. ParaMou.
Anche stasera, per altro, gli episodi dubbi si sono risolti con decisioni a favore dell'Inter.
E' stato sgradevole il suo gesto anche perchè i suoi giocatori sembrano scientificamente addestrati (non da lui, ci mancherebbe, lo fanno da anni) ad intimidire l'arbitro, accerchiandolo e contestandone ogni decisione con eccessiva veemenza e protervia. Ai bei tempi, giustamente, trovavi l'arbitro che ne sbatteva fuori anche tre. Ti ricordi, Zio Bergomi? Oggi questi atteggiamenti rimangono impuniti.
Noi crediamo che, se non altro, questo possa condizionare l'arbitro e incutergli un certo reverenziale timore. Se non altro.

Devon farne di strada... Molto deludente il Napoli, che gioca come una provinciale, nel senso più degenere del termine. Partenza a spron battuto, gran dispendio di energie, ritmi elevatissimi. I centrocampisti vanno costantemente in percussione verticale, i terzini sovrappongono invasati, lo stadio si infiamma. Dura 15 minuti.
Poi si capisce che il Napoli pensa troppo poco e attacca con estemporaneità, a testa bassa, come nello stile di Lavezzi. Se il Pocho, però, con lo sguardo attaccato al pallone, qualcosa combina, tra i centrocampisti ci vuole qualcuno che giochi a testa alta. Gargano e Blasi sono ottimi interpreti, ma manca visione di gioco e razionalità nell'impostare. Manca Hamsik, ma non è nemmeno lui quel tipo di giocatore. Per il salto di livello, bisogna cercarlo sul mercato.
La Roma è sorniona, aspetta la sfuriata partenopea e sforna un paio di contropiedi insidiosi, di cui uno ottimamente concluso da Brighi. Il Napoli comincia prestissimo a slegarsi, ancor prima di metà tempo la distanza tra i reparti comincia a farsi abissale. Per il gioco della Roma, è una manna.
I giallorossi capitalizzano su calcio piazzato. Il primo goal è irregolare e non si può commentare: è chiaro che Paolo Cannavaro si disinteressa di Mexes perchè il francese è in fuorigioco. Sul secondo si dorme. Un'ingenuità di Santacroce regala il terzo a Vucinic. La Roma comunque merita. E' squadra e, una volta recuperato Totti, le ambizioni per il quarto posto sono più che legittime. D'altra parte la Champions, per una società in crisi, è questione di vita o di morte: le motivazioni non scemeranno.
La Roma recupera due punti sul Genoa che impatta in casa contro il Catania. Rossoblu poco brillanti, soffrono il gioco corto e aggressivo degli etnei. Le migliori occasioni sono, però, dei liguri e si concretizzano con un goal di Milito, servito da Jankovic. Ingiustamente l'arbitro annulla e un minuto dopo Ferrari viene espulso. Si mette malissimo quando il Catania passa con Martinez. La squadra di Gasperini dimostra però grande carattere, si ricompatta e trova il pareggio con Milito, che poi sfiora in due occasioni il goal della vittoria.
Grande prova di forza del Genoa che, tra le pretendenti all'Europa, rimane la squadra che gioca meglio e con il centravanti più forte. E non è una cosa da poco.
La Lazio imbarca clamorosamente in casa contro il Cagliari di Allegri. 4-1 il passivo, nonostante l'arbitro si prodighi per ridurlo, assegnando ai romani due rigori inesistenti, per altro entrambi sbagliati. Ribadiamo il discorso già fatto in precedenza: con questa difesa non si va lontano, Diakitè ancora una volta imbarazzante. Con questa difesa, poi, schierare il tridente sembra francamente azzardato: anche perchè Zarate e Pandev non sono esattamente due giocatori portati al sacrificio tattico.
Complimenti al Cagliari, che è in piena zona Uefa, e al suo allenatore Allegri. Con Jeda, Cossu, Matri e Acquafresca, ha il reparto offensivo più competitivo tra le squadre di medio cabotaggio. Chi l'avrebbe mai detto?
La Fiorentina, infine, tra le pretendenti alla Champions. Con la Juve se la gioca alla pari, ma manca di incivisità e tende a "svaccare", attaccando spesso con poco raziocinio ed esponendosi continuamente al contropiede. Melo ha i piedi buoni, ma non il cervello fino. Urge ragionatore. Senza Mutu questa squadra non vale le grandi, e nemmeno la Roma. La sua dimensione, per ora, nonostante tutto, è la stessa del Napoli.

Quattro. La Juventus soffre parecchio con i viola, ma le ragioni per essere ottimisti continuano ad aumentare. Questa settimana ne troviamo almeno quattro. Buffon è tornato e, a giudicare dalla parata su Gilardino nel secondo tempo, abbiamo già qualche punto in più. Marchisio è un giocatore già fatto e finito: la sua marcatura è di classe ed effettuata con tranquillità da veterano, la sua prestazione intelligente e cattiva. Juventini veri crescono. Marchionni: sbaglia un goal, sbaglia un assist, ma è sempre vivo. Il terzino non si permette niente, è sempre in costante affanno sui suoi dribbling, è un fattore importante per questa Juve che gioca spesso di lui. Ha vinto la scommessa, ha sostituito il Camo facendosi apprezzare. Quando torna Mauro, però, è questa la buona notizia, goal e assist ne sbaglia di meno. Quarta buona notizia: al repertorio di Alex due verticalizzazioni sublimi come quelle di ieri sera, forse mancavano. Marchisio segna, Marchionni sbaglia. Ma che giocate. Curioso di vedere cosa inventerà la prossima volta.
La difesa, però, un po' scricchiola. Vedremo se con il rientro di Sissoko davanti, l'assenza di Chiellini si potrà sopperire senza eccessivi patemi.
Il Milan dilaga a Bologna. Becks segna il suo primo goal italiano, ma è Kakà ad impressionare. Era un pezzo che non lo si vedeva così. Avrà mica avuto un adeguamento di contratto?
Il punto è che di Kakà, oggi giorno in Italia, ce ne sono pochi. Il Milan, per ritmo di gioco e fragilità difensiva, continua a non esaltare, ma sta a soli 3 punti dalla Juve e il brasiliano di 3 punti potrebbe regalarne parecchi nei mesi a venire. Certo si è visto anche che, per far rendere al meglio Kakà, è probabilmente necessario che Ronaldinho sieda in panchina. Come equilibrio, continua a sembrarmi precario.
L'Inter sfida una Sampdoria in crisi, con mezza difesa fuori, e senza il suo giocatore migliore, Cassano. Il primo tempo è di rara bruttezza, con un numero impressionante di interruzioni di gioco, e azioni col contagocce. Decide un'accelerazione di Maicon sul finire di tempo che pesca Adriano per un goal facile facile. Nel secondo tempo si infortunano i due centrali Gastaldello e Raggi, e la Samp, costretta a scoprirsi, concede un po' di più. Una traversa di Stankovic da fuori e un'azione sciupata malamente da Muntari, rimangono gli highlights nerazzurri. Visti per niente bene, sopratutto in fase di costruzione. Mancava però Ibra.
La Sampdoria rimane nei bassifondi, dove coglie una vittoria importante solamente il Chievo. Reggina, Bologna, Lecce e Torino fanno buona compagnia per qualità di gioco e costanza di risultati. Il livello della coda è decisamente basso. Marino sta per battere il record dell'interista Paul Ince. Quante partite senza vittorie durerà ancora prima di essere esonerato? Per l'Udinese si comincia a mettere davvero male.
Importante la vittoria del Siena contro un'Atalanta ancora negativa in trasferta. Entrambe sono avviate a un tranquillo campionato di metà classifica. In pratica lo stadio vuoto.
Menzione per il Palermo e per Simplicio, doppietta, che zitto zitto si affianca alle pretendenti per la Champions. Ci ascolti Zamparini, se vuol rimanere lì, continui a stare zitto.

Tre. Giornate ad Adriano. Celi non lo poteva vedere e, probabilmente, nemmeno il guardalinee. Ma il proditorio cazzotto nello stomaco a Gastaldello, è da sanzionare con la prova tv. Su Sky si è, tutto sommato, glissato. Sta a Cobolli farlo notare. A Galliani, sicuro, non è sfuggito.