La Juve fatica ma vince

Del PieroLa domenica più fredda di questa stagione coincide con il ritorno della serie A.
E’ il primo appuntamento dell’anno, in un Comunale se possibile ancora più freddo di quanto il termometro indichi, nel senso che l’effetto ombra creato dalla copertura lascia solo uno spicchio di terreno esposto al sole. L’inizio è titubante, la ruggine sembra aver intaccato i muscoli dei bianconeri, un pochino imballati e in leggera apprensione davanti ad un Siena organizzato e attento, bravo a ripartire in contropiede e a pungere con Ghezzal e Kharja.
La Juve va al piccolo trotto e gli unici pimpanti sono Nedved e Sissoko, le punte rimangono statiche e sono mal servite, soprattutto perchè sulla destra Marchionni gioca molti palloni ma a differenza della prima parte della stagione, dove si era rivelato preziosissimo, sbaglia quasi tutte le scelte. Finché, appena passata la mezz’ora, una palla vagante al limite dell’area senese viene agganciata da Nedved, il quale anticipa il proprio marcatore che lo atterra. Siamo ai 20 metri, Giampaolo e il suo staff si alzano di scatto dalla panchina, ma non per protestare nei confronti di una decisione sacrosanta. Temono la Sentenza, nella settimana delle sentenze. Lo dice il “bordocampista” di Sky, che riporta i commenti dell’ex allenatore del Cagliari, amareggiato con i suoi, colpevoli di aver concesso l’Occasione.
Non si sbaglia Giampaolo, perché Del Piero trasforma magistralmente la sua punizione, alla solita maniera, nel solito angolo. Tutti sanno che calcia in quel modo, tutti vedono i filmati e i portieri studiano gli avversari. Ma non c’è nulla da fare: quando ti tocca, ti tocca. E’ incredibile la percentuale di punizioni che sta trasformando il capitano juventino in questa stagione. Siamo al 6° calcio di punizione vincente su 12 gol totali, contando tutte le manifestazioni.
Del Piero non è mai stato così incisivo; l’autunno della carriera del numero 10 juventino sta chiudendo il cerchio aperto 15 anni fa con quella serie di prodezze balistiche che passarono alla storia come “i gol alla Del Piero”. Solo il tempo di perdere Grygera per la prossima partita con la Lazio, a causa di un intervento in ritardo che gli costa il giallo, e il tempo si chiude.

La ripresa comincia con la Juve che riparte con la convinzione tipica dell’ultima parte dell’anno vecchio, con l’imposizione di un ritmo più elevato e una manovra persino gradevole ma, in fatto di occasioni, si segnalano solo un colpo di testa e un sinistro di Amauri che, sulla prima opportunità, poteva far meglio. Sugli scudi il prezioso e intraprendente Marchisio e il brasiliano, a tratti impressionante per l’imbarazzante strapotere fisico. Il cambio Zanetti-Sissoko spegne leggermente la fisicità della squadra, il Siena resta in partita ma è ancora Amauri a convertire un pallone apparentemente perso in un assist per Del Piero che calcia sull’esterno della rete da posizione molto favorevole.
Ma una regola non scritta del calcio stabilisce che certe partite vanno chiuse quando è il momento, prima che possano riservare brutte sorprese. Infatti Kharja impegna Manninger con un insidioso destro rasoterra e sull’angolo successivo provvidenziale la respinta di Grygera sulla botta a colpo sicuro di Ghezzal.

Il finale è ancora carico di tensione, con i ragazzi di Ranieri che sembrano sulle ginocchia e i toscani sempre temibili ma, con mestiere e carattere, questi tre preziosi punti vengono portati a casa, consentendo a Ranieri di accorciare a 4 punti il distacco dalla squadra di Mourinho. Il Siena mostra che l’aver messo in difficoltà l’Inter prima della sosta non era frutto del caso e le difficoltà mostrate dalle prime 4 in classifica, alla ripresa dopo questa lunga interruzione, conferiscono ulteriore valore alla vittoria della Juventus. Una Juventus sempre in emergenza e che contro la Lazio dovrà inventarsi ancora Mellberg terzino destro (stante l’indisponibilità di Grygera, Zebina e Salihamidzic), ma che sorride al recupero di Zanetti (apparso convincente sul clima partita) e dell’oggetto misterioso Poulsen, a proposito del quale ci auguriamo dimostri qualcosa che possa giustificare i quasi 10 milioni spesi per lui.

Un doveroso cenno va fatto all’iniziativa presa dalle curve prima della gara.
Alla luce delle sentenze di primo grado sul processo GEA, giunte in settimana, l’assoluzione completa dall’accusa di associazione a delinquere per tutti gli imputati ha fatto accrescere nel popolo bianconero, e non solo, l’impressione che la tanto reclamizzata opera di pulizia del calcio italiano (denominata Calciopoli o, per i più forcaioli Moggiopoli) altro non sia stata che una farsa, come molti sostengono sin dalla prima ora. Il controllo del mercato e dei campionati, attraverso il controllo delle procure di calciatori e intere società, è uno dei cardini dell’impianto accusatorio dell’inchiesta napoletana che sfocerà nel processo il cui inizio è previsto il 20 gennaio. Ora, questa accusa è fragorosamente crollata, com’era ampiamente prevedibile per chi avesse seguito anche superficialmente il processo romano. E gli striscioni raffiguranti il 28° e il 29° scudetto hanno fatto capolino in curva Filadelfia, accompagnati da una scritta: ”…E ORA RIDATECELI!”.
Ringraziamo questi tifosi, la voce dello stadio, e confidiamo che nel popolo juventino possa crescere un “sentimento popolare” basato sulla giustizia e la verità dei fatti, opposto a quello basato sulle invidie e le menzogne che indirizzò i verdetti di due estati fa. Da parte nostra, non retrocediamo di un millimetro; lo juventino non è mai retrocesso.

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