Qualcosa di cattivo. Finalmente

LegrottaglieLa trasferta di Bergamo è di quelle, che in un campionato, fanno la differenza. Avversario ostico, campo caldo, grande pressione: facile inciamparci. La Juve di Ranieri a queste distrazioni, in due anni, ci ha abituato: spesso in partite chiave per lottare per l'obiettivo, contro avversari non di primo piano in trasferta, aveva vacillato e, qualche volta, sprofondato.
L'Atalanta è una squadra costruita bene, con gli uomini giusti al posto giusto che, nello stile di Del Neri, gioca bene palla a terra, mantiene ritmi alti di gioco, apre bene sulle fasce ma sfrutta anche i tagli degli attaccanti. Una squadra con giocatori non certo indimenticabili, fragilina psicologicamente, ma molto battagliera sopratutto quando gioca in casa.
E battaglia, finalmente, è stata. Che non ci ero quasi più abituato.
L'esordio non è dei migliori: al 1' Doni pennella una punizione che esce di poco con Manninger che rimane di sale, impallato dalla luce del sole. Saggia decisione quella di rimediare immediatamente con un cappellino, prima quello dell'Atalanta, poi in rapida successione Juventus, San Francisco 49ers e Chicago Bulls.
Al 3' è Chiellini a prendere la topica. Palla alta che rimbalza, campo pesante, sole in faccia, il Chiello stramazza come un ragazzino alle prime armi. Floccari può calciare in solitudine ma Manninger c'è.
Floccari, già autore di una doppietta contro la Juve ai tempi del Messina, parte forte e con il suo perpetuo movimento mette in grande difficoltà la difesa bianconera: all' 11' si mangia un goal di testa, con Molinaro colpevolmente in ritardo, e al 19' scherza Chiellini, primo tempo negativo, calciando sul primo palo.
La Juventus, seppur con fatica, è in campo. E per raccontarvela, come una volta, tocca usare la moviola, che se no gli interisti scassano. Bello, no?
Al 10' viene annullato un goal a Chiellini. Sono in fuorigioco in 4, ma è sempre meglio del goal dell'Inter di ieri sera. Al 17' bello scambio Marchionni-Amauri: il brasiliano con grande abilità mette Marchionni davanti alla porta in completa solitudine. Il guardalinee sbandiera un fuorigioco che non c'è. Al 30' Sissoko lancia Marchionni in sospetto fuorigioco che vede bene Del Piero servendolo con un preciso assist. Coppola sceglie il tempo dell'uscita su altro fuso orario, e Alex insacca. Fino a quel momento, non si era neanche degnato di battere i calci piazzati che, singolarmente, aveva lasciato a Marchionni. Caro vecchio Alex.
Ah, il fuorigioco: c'è, non c'è? Non si capisce: è questione di centimetri, non di chilometri, caro lettore interista.
Prima la moviola, poi i calci d'angolo, l'apoteosi del cinismo. Al 23' Coppola, sì lui, esce a vuoto, ma il Chiello non insacca da buona posizione. Al 25' sale bene Legrottaglie ma ancora non va. Al 37' Nicola reinterpreta il calendario liturgico: Ascensione, goal, e crisi mistica che sfocia nel presepe vivente. Gesù vive, troviamo scritto sulla maglietta. E lotta con noi.
Primo tempo di quelli giusti, come piacciono a me. Partita battagliera, Atalanta gagliarda, noi non brillantissimi, ma stiamo 2-0, e tutto sommato senza aver faticato troppo. La moviola e il calcio d'angolo. Che figata.
Il secondo tempo si apre, invece, in stile "Pazza Juve odiala". Si rischia il goal sul primo calcio d'angolo, in cui la difesa è statica e piazzata male, ma Chiellini mette il piedone e ne regala un secondo. In cui la difesa è di nuovo statica e piazzata male e Chiellini lascia 2 metri a Vieri. Bobo insacca. 2-1. Partita riaperta. E si comincia a soffrire.
O si imbarca nello schizoide stile interista o si fa la guerra come si deve.
All'8' Floccari cade in area. Farina lascia proseguire. Marchionni è ingenuo e entra in contatto con la gamba dell'attaccante orobico, quanto all'entità del contatto si desume dal triplo carpiato oratoriale di Floccari. Rigore sì, rigore no? Rigore forse ma forse.
Naturalmente lo stadio si infiamma. Sappiamo solo rubare.
Vediamo di menare adesso, mi dico parafrasando il poeta Terlizzi.
E la Juve mena.
E contiene bene la foga atalantina. Troppa foga, e il cervello si ossigena poco. E troviamo gli spazi.
Amauri è ossessionato dal goal in rovesciata. Al 16' tentativo velleitario e stucchevole in un'azione che andava sfruttata meglio. Mellberg fa un coast to coast al 20', culminato in un bel cross per Amauri che non ci arriva. Per dire che l'Atalanta ha dato abbastanza.
Pur correndo e mantenendo ritmi elevati, lascia spazi e non riesce a creare occasioni da rete. Con l'eccezione di un pregevole lancio dell'ottimo Guarente che imbecca un Floccari sprecone, spuntato alle spalle di un colpevole Mellberg.
Vediamo cosa fa la Juve.
Fa la cattiva, per una volta, come piace a me.
Punizione di Marchionni, erompe la fisicità di Amauri che di testa insacca il 3-1, al 37'.
Marchisio, uno dei giovani della vecchia guardia, al 39' stende con ferocia Floccari, si becca il giallo, e poi dice di stare muto a Doni, 20 anni più di lui, che protesta da ballerina.
Zitti, oggi siamo cattivi. Finalmente.
Come ha giocato la Juve? Ha guerreggiato senza scomporsi, non mettendoci soltanto gli attributi ma anche il cervello. Scientemente è stata cattiva. Individualmente la prestazione di rilievo è quella di Legrottaglie, tutti gli altri hanno fatto bene, senza imporsi, ma al servizio del collettivo con intelligenza.
La nota negativa sono le sbandate nei primi minuti delle due frazioni. Ma positivo, e visto per la prima volta davvero in un'occasione che conta, l'approccio vincente alla partita.
Sulla moviola, dopo Siena-Inter, possiamo tranquillamente soprassedere.
Con riferimento a quella partita, invece, chiediamo conto a Collina. Bertini, Pieri, Paparesta sono tutti a casa, per ora. Griselli sbandiera allegro, eppure in questi giorni è a giudizio con rito abbreviato a Napoli, accusato in concorso di taroccamento di Lecce-Parma 3-3, la partita per cui De Santis ha preso 5 anni di inibizione.
Griselli ieri l'ha tenuta giù la bandierina. Era tranquillo?
A saperlo. Ad ogni modo è stato gratificato con la finale degli Europei, insieme a Rosetti, che ha deciso lo scorso campionato, espellendo ingiustamente Mexes.
L'anno scorso l'Inter ha vinto il campionato grazie alle grandi prove autunnali e primaverili di Ibra, ma in inverno ci ha pensato il generale arbitro. Speriamo di non vedere la replica.
A questo devono pensare anche i due bei nasini che si vedono in tribuna. E' chiaro che le potenzialità per contrastare l'Inter, nel deserto italiano, ce le ha solo la Juve. Oggi i giocatori sono stati cattivi, ma urge anche una dirigenza cattiva e competitiva, che sappia contrastare un andazzo arbitrale ormai chiaro.
Ranieri, Blanc e Cobolli, questo è il momento di smetterla con la simpatia e iniziare ad essere antagonisti.
In caso contrario, potrebbe tornare la Juve dei teneroni, che abbiamo visto imbarcare l'anno scorso quando davvero serviva.
Oggi siamo secondi. Al terzo posto gli ex campioni del mondo, ex squadra più titolata del pianeta, piena di ex giocatori, che ieri ha presentato Beckham. Loro vogliono essere sempre più belli, noi sempre più cattivi.
Non fermiamoci adesso.

Commenta la pagella della partita sul nostro blog.

Consigliamo di leggere anche l'articolo di Trillo sul suo blog.