Del Piero, compleanno con prodezza

Del PieroLa Juventus continua la sua marcia, sbarazzandosi di un Chievo volenteroso ma sinceramente troppo limitato per poter impensierire una squadra che in questo momento sta bene sia di testa che di gambe, e (bisogna riconoscerlo) un pochino anche ben voluta dalla sorte. Perché se la prodezza di Del Piero, all’ennesimo capolavoro stagionale (nel giorno del suo 34 esimo compleanno, auguri!), rientra tra i colpi che certi singoli possono avere nel proprio bagaglio tecnico, altre situazioni hanno girato favorevolmente per la squadra di Ranieri.
Ci riferiamo al gol del 2-0, con Iaquinta che si appropria della palla per calciare un rigore, quando il rigorista designato è in campo, e lo sbaglia. Per fortuna la respinta di Sorrentino è il più dolce dei cioccolatini serviti all’ex-udinese, che riesce a rimediare al suo inopinato errore. E non meno fortunate sono le circostanze che inducono Pellissier a mancare due occasioni che solitamente in Serie A non si sbagliano, una sullo 0-0 (Legrottaglie lo perde in modo imbarazzante a tre metri da Manninger) e l’altra sul 2-0 (Mellberg lo contrasta appena ma il buon Sergio chiude malissimo un cross dalla destra). Si dirà: troppo esigenti. Può essere, ma la cronaca della gara offre poco o nulla in 40 minuti, se non un tiro di Sissoko finito fuori di poco e l’occasione di Pellissier già citata. E questo dovrebbe far riflettere.
Il Chievo è in piena crisi, il cambio di allenatore non ha ancora inciso (Di Carlo alla vigilia aveva annunciato che il suo lavoro tattico inizierà da domani), eppure resta in partita nonostante gli enormi limiti tecnici e di manovra. La Juventus si presenta all’appuntamento euforica dopo il successo madrileno, e un poco di ruggine si nota. Vuoi per la pesantezza del calendario, vuoi per la scelta errata dei tacchetti (nel primo tempo gli juventini sembravano le Toyota nell’ultimo giro del GP del Brasile, gomme sbagliate in rapporto alla superficie) vuoi perché qualcuno forse si sta ancora crogiolando sulle nuvole. Infatti, si vede Molinaro tornare a certi standard pre-Real Madrid, falloso e pasticcione, Legrottaglie merita un cartellino giallo per un fallo inutile a centrocampo, mentre Sissoko parte come gli capita da tempo (cioè male, con tanta confusione) ed è autore di un falletto sciocco e inutile a fine frazione sul clivense Yepes. Il quale Yepes, dopo la gara da protagonista assoluto (in negativo) contro il Palermo domenica scorsa, nell’occasione ottiene una chiamata da Hollywood come stuntman di rara abilità.
Ciò non toglie che certi eccessi il nostro Momo li dovrà limitare, se davvero vorrà ambire ad una carriera da grande. Ma, falli stupidi a parte, la cosa che infastidisce di più è la sufficienza con la quale Mellberg affronta un cross dopo pochi minuti e Legrottaglie si lascia sfuggire Pellissier nell’occasione precedentemente descritta e, sempre in questa direzione, interpretiamo certi azzardati colpi di tacco mal riusciti a Sissoko e Iaquinta, gesti non proprio adeguati alle loro caratteristiche tecniche. Fortuna vuole che Del Piero ripulisca l’ennesimo incrocio dei pali dalle ragnatele e la Juve si ritrova in vantaggio. Vantaggio che verrà consolidato grazie agli sviluppi del primo rigore concesso nella stagione alla Juventus, che si era ripresentata in campo senza Sissoko, sostituito dal giovane Ekdal a far coppia con Tiago, anche oggi positivo in termini di personalità e gestione del “traffico”.
Probabilmente se qualche tifoso juventino fosse tornato oggi dopo 5 mesi da un viaggio ai confini del mondo e si fosse collegato con il “Bentegodi”, difficilmente avrebbe creduto ai propri occhi. Sul 2-0 il Chievo ci prova ancora, ma la differenza tecnica è abissale e nonostante la seconda occasione di Pellissier la Juve ha ancora qualche occasione con Del Piero e soprattutto Grygera che, subentrato nel finale all’ex Lione e Chelsea, coglie l’incrocio dei pali con un gran destro da fuori.
Nota di merito per Marchionni, sorprendente per continuità e sacrificio, alla sesta gara consecutiva senza contrattempi, ancora preferito a Camoranesi nonostante il completo recupero del campione del Mondo. Bene comunque, perché l’apporto di Camoranesi verrà sicuramente utile giovedì sera, quando a Torino arriverà il Genoa di Gasperini, un avversario tosto e zeppo di ex, una specie di succursale di quella che per il famigerato “sentimento popolare” era la “Juve ladra e disonesta che rubava”. Una Juve che per fortuna degli avversari e dei nemici non c’è più ma che ha una percentuale di giocatori decisivi per le varie squadre di serie A cresciuti nelle sue fila (o che da quelle parti son passati), che dovrebbe far vergognare alcuni soggetti per certi deliranti (e senili) sproloqui.
Ma tanto la vergogna non è di casa tra i giornalisti di casa nostra, specialmente tra quelli che candidamente pontificano dalle colonne di un giornale di Milano.

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