Nel segno di Nedved. Barbara aggressione ad un tifoso

Pavel NedvedCi fanno sorridere i commenti di tanti tifosi o sedicenti esperti di calcio. Commenti superficiali, troppo condizionati dal colore delle maglie che si sostengono.
Ci fanno ancora più sorridere certi tifosi che denigrano alcuni giocatori delle proprie squadre, giocatori dal passato glorioso e illustre e dal presente non meno dignitoso.
Sono anni che sentiamo tanti tifosi juventini parlare di pensionamento per Pavel Nedved. Sfuggiamo volentieri alla retorica della Furia Ceka, veniamo ai fatti concreti.

Pavel Nedved ha compiuto 36 anni il 30 agosto, ha avuto una carriera logorante e dispendiosa, per giunta è uno che per indole e caratteristiche non si risparmia mai, e men che meno vorrebbe che qualcuno lo “aiutasse” a risparmiarsi. Pavel Nedved gioca esterno, gioca dietro le punte, seconda punta, davanti alla difesa come centrale di centrocampo, a seconda delle emergenze e delle situazioni di gara. E non perde l’abitudine di far gol. Era già andato in gol, un gol da centravanti puro, alla prima giornata; stasera si è ripetuto (due volte) in una serata che poteva nascondere insidie.
Bologna è campo storicamente ostico per la Juve, soprattutto per l’ambientino che tradizionalmente le viene riservato. Le assenze erano parecchie, l’emergenza non è finita. Oltre ai lungodegenti, mancavano Del Piero e Legrottaglie. Si dirà, il Bologna è poca cosa. Vero, il Bologna è una squadra che ti fa giocare, perché se persino Tiago riesce a non sfigurare significa che l’avversario non è tatticamente irreprensibile.
Ma stasera la parte del leone l’ha fatta il capitano col numero 11, autore di un gol bellissimo (tipo Barcellona-Juve 2003) dopo 12 minuti, ancorchè favorito dalla “morbidezza” della difesa rossoblù. Un gol contro i puntuali fischi del pubblico bolognese, verso di lui particolarmente intensi, forse in virtù di quella gara del 2004 in cui il biondo di Cheb decise allo scadere una partita sulla quale si son costruite una montagna di sciocchezze e menzogne, purtroppo per noi spacciate per oro colato.
Dopo quel gol la squadra continua a fare la gara, riuscendo anche a fraseggiare e a trovare Amauri e Iaquinta, mobili e altruisti, senza creare grossi pericoli agli avversari ma rimanendo in controllo. L'inizio di secondo tempo ripresenta una Juve concentrata, e Nedved suggella la sua prestazione con una percussione “old style” conclusa con un cross meraviglioso per la testa di Amauri che prende il palo, e subito dopo realizza il secondo gol in compartecipazione con Antonioli e un difensore felsineo.
Inizia la girandola dei cambi, si vede l’annunciato titolare Ekdal (poi accomodatosi in panchina) e Giovinco per Amauri. Ma improvvisamente, quello che non ti aspetti, ma che questa Nuova Juve ci ha abituato a vivere: su un cross apparentemente innocuo, Di Vaio salta con la stessa libertà riservata ad Hamsik 10 giorni fa a Napoli. E il risultato è lo stesso. Subito dopo, va benissimo che Marazzina sia in fuorigioco (di un metro, checché ne dica Compagnoni di Sky), ma la paura si è impossessata della squadra. Si rivede Camoranesi, ed è una gran bella notizia, ma è ancora Nedved, con un paio di contropiedi a tenere su la squadra e a portare i compagni vicini alla terza rete, prima che Knezevic provi, con un maldestro disimpegno, a ripetere anche lui l’errore già visto pochi giorni fa al San Paolo. Ma Di Vaio non è Lavezzi e il Bologna non è la squadra di Reja.
La partita finisce senza grandi affanni, una partita che andava chiusa e controllata più semplicemente di quanto sia avvenuto, ma che consente alla Juve di salire in classifica (ora non è più ufficialmente nella prte “destra”) ma, soprattutto, la giornata vede la rottura di un tabù: per la prima volta in campionato, la Juve segna due gol. Quanto sia merito degli uomini di Ranieri e quanto demerito del generoso Bologna, lo scopriremo presto.

P.S: Controcampo riesce a vedere torti arbitrali inflitti al Bologna. Gli episodi sarebbero due rigori reclamati dalla squadra di Arrigoni, per un contrasto spalla contro spalla protagonista Mellberg e per un intervento sul pallone netto di Chiellini. Trova addirittura il coraggio per chiedere l'espulsione di Molinaro per un "calcetto (parola grossa) ad un giocatore bolognese con il terzino juventino già ammonito". Ovviamente il rigore su Inzaghi che manda il Milan sul 2-1 non suscita certi clamori.
Giampaolo non la pensa proprio così...
Una sola parola: schifo.

ULTIM'ORA - Bologna, ferito tifoso juventino. Colpito alla testa con dei sassi

BOLOGNA - Un sostenitore della Juventus, un modenese di 44 anni, è stato portato in ospedale dopo essere stato colpito alla testa nelle vicinanze dello stadio Dall'Ara di Bologna.
Secondo una prima ricostruzione, l'uomo stava per raggiungere la propria auto quando alcuni sostenitori del Bologna hanno cercato di strappargli la sciarpa bianconera che portava al collo. Ne è nato un tafferuglio e  il tifoso juventino è stato colpito al capo da una o due pietre. Il tutto sotto gli occhi del figlio.
L'uomo è stato soccorso dalla Polizia municipale che ha poi fatto intervenire il 118 per il trasporto al 'Maggiore'.
Il Team incrocia le dita per la salute di questo amico di tifo barbaramente aggredito. A lui e alla sua famiglia i nostri più sinceri auguri di poter superare bene questo momento.
Questo è stato un gesto delinquenziale, compiuto da gentaglia che non può che essere definita "delinquente".

BOLOGNA, 30 ottobre - È ancora in prognosi riservata ma non è in pericolo di vita il tifoso della Juventus, un modenese di 44 anni, colpito alla testa ieri sera, dopo la partita vinta dai bianconeri a Bologna per 2-1, sembra da una sassata scagliata da un gruppetto di ultras rossoblù. L'uomo non è stato operato, i medici della rianimazione dell'ospedale Maggiore dove è ricoverato lo stanno risvegliando. Sicuramente una buona notizia, dopo le prime allarmanti notizie circolate nella tarda serata di ieri. Intanto sono in corso gli accertamenti di polizia per ricostruire la dinamica dell'aggressione e risalire ai responsabili.

Al momento, dall'Ospedale Maggiore viene solo la conferma del fatto che sia stato colpito da un oggetto contundente. Testimonianze confermano che il modenese sia stato colpito da un sasso, dopo che aveva difeso il figlio di 16 anni a cui gli aggressori avevano cercato di strappare dal collo una sciarpa bianconera.