L'Europa che non ti aspetti

Champions LeagueLa due giorni europea si chiude con parecchie sorprese e nubi che, minacciose, si addensano sul futuro di molte presunte favorite. Il martedì la sorpresa più grossa arriva sicuramente dall’Est, con la Juventus messa alla berlina dai carneadi del Bate Borisov. Una figura imbarazzante, con pochi precedenti. Anzi, a certi livelli e considerato il palmarès degli avversari, la peggior esibizione nella storia juventina nelle coppe europee.
Molte delle colpe per la scena muta dei primi venticinque minuti sono da attribuire a Ranieri, ma le prestazioni dei giocatori e il resto della gara non hanno risollevato molto il morale da uno stato d’animo di profonda depressione. Se la Juve è quella vista ieri sera, contro un avversario francamente modesto, ci aspettano tempi grami. La nota lieta Giovinco non basta, occorre un repentino cambio di rotta. Soprattutto occorrono equilibrio, coerenza e cattiveria, doti che Ranieri conferma continuamente di non possedere.
Nello stesso girone, lo spauracchio Zenit si è fatto battere a domicilio dal solito Real Madrid, da molti sottovalutato e fedele alle sue croniche imperfezioni, ma puntualmente presente ogni volta in cui c’è da far valere la differenza di blasone. La classifica si fa ora difficile per la Juve, per la quale sarebbe stato vitale tornare dall’Est con il bottino pieno: ciò avrebbe consentito ai bianconeri di gestire 6 punti di vantaggio sulle ultime, mettendosi al riparo per quando all’Est dovrà tornare. A San Pietroburgo, il 25 novembre la squadra di Ranieri sarà attesa da un gelido inferno. Ma prima di quella fatidica e, probabilmente, decisiva gara giunge la doppia sfida contro il Real Madrid, una classica tra grandi d’Europa, una sfida che negli ultimi 12 anni ha sempre visto grande equilibrio e grandi emozioni.
Oggi purtroppo l’equilibrio sembra venir meno, a tutto vantaggio delle “merengues” di Schuster. Chissà cosa si inventerà Ranieri per stupirci ancora… La società ha già pensato a come stupire i suoi tifosi per la gara d’andata, con un bel regalo: biglietti di curva a 50,00 euro. Vediamo quali saranno le reazioni dei detrattori storici del "granata" Giraudo, reo di dissanguare le tasche dei "veri tifosi" e di conseguenza allontanarli dallo stadio.
Lo juventinissimo Blanc, con il sorriso sulle labbra e la pronuncia alla Clouseau, sembra ripercorrerne le orme.
 
L’altra italiana impegnata martedì, la Fiorentina, pareggia in casa contro la Steaua. Considerata la meno quotata del girone in sede di sorteggio, la squadra di Bucarest spaventa più volte Frey e se ad una delle due squadre può star stretto il pari finale, certamente è quella balcanica. La realtà di questo girone è che tutte possono dire la loro, non c’è una squadra dominante bensì quattro realtà che difficilmente incontreremo a Roma il prossimo maggio. Al Bayern è bastato sostituire il vecchio e saggio Hitzfeld con il sopravvalutato ex interista Klinsmann per tornare la squadra di due anni fa, ovvero quella che mancò la qualificazione alla Champions League, con l’aggravante di un campionato stradominato la scorsa stagione in virtù dei milioni spesi l’estate precedente. Il Lione lo vedemmo con la Fiorentina, resta la solita squadra con qualche buona individualità ma tutto sommato nulla di speciale.
 
Arsenal e Porto hanno dato vita ad una bella gara, molto più equilibrata di quanto dica il risultato, con un Porto intraprendente ad inizio gara ma poi travolto da Adebayor e Van Persie. Le due squadre restano le chiare favorite per il passaggio del turno, visto che Fenerbahçe e Dinamo Kiev sembrano destinate a giocarsi la piazza in Coppa UEFA. Pronostico rispettato anche nel girone dei campioni d’Europa in carica, il Manchester United, che comincia a riscuotere i crediti accumulati dopo l’acquisto di Berbatov e passa agevolmente in Danimarca, mentre il Villarreal, dopo il pareggio strappato all’Old Trafford si propone come sfidante più attendibile regolando con più fatica del previsto il Celtic di Strachan. I
 
l mercoledì offre altre gustose sorprese. La squadra costruita per vincere tutto si inceppa in casa contro il Werder Brema di Schaaf, un tecnico che prepara la gara e ingabbia gli uomini di Mourinho. Che deve ringraziare un rimpallo fortuito che favorisce il Maicon in stato di grazia di questi tempi e va in vantaggio. Ma i tedeschi reagiscono e non ci stanno, colpendo un palo e pareggiando meritatamente. Poi inizia il forcing nerazzurro, più confusionario che razionale e soparattutto condotto con un Ibrahimovic in palese difficoltà. E come per magìa, scema il rendimento dello svedese, e l’Inter balbetta. Balbetta talmente tanto che allo scadere è ancora il goleador Pizarro a sfiorare la marcatura-beffa. Che non sarebbe stata scandalosa. Il gioco di Mourinho continua a non vedersi, le idee dei giocatori restano appannate, le trivelle non bucano le difese e gli imperatori si segnalano più per le deleghe in zona gol che per le decisioni in prima persona. Persino Julio Cesar, il "migliore al mondo dopo Buffon" mostra qualche crepa nel suo repertorio, per non parlare del giovane e frizzante Balotelli della scorsa stagione, adesso impreciso e titubante.
Poco male, dichiara lo Specialone, intento a ribadire quanto la convinzione di qualificarsi per gli ottavi sia addirittura una certezza: facile parlare con un girone del genere e con una squadra co-primatista che risponde al nome di Anorthosis Famagosta. Che non è di Milano, bensì di Cipro. Una squadra che stasera ha ottenuto la sua prima vittoria in Champions League, una prima assoluta per il calcio cipriota, con un secco 3-1 ottenuto a spese dei greci del Panathinaikos, sconfitti appena due settimane fa dalla celebratissima armata nerazzurra.
La Roma vince a Bordeaux in rimonta (gol dell’ex oggetto misterioso milanista Gourcuff), trovando i primi gol decisivi della "Bestia" Baptista, dopo il pareggio di Vucinic. Però il successo è viziato da un errore arbitrale grossolano, l’espulsione di un giocatore girondino sull’1-0 per i padroni di casa. Un gesto male interpretato e un Taddei che accentua un contatto inesistente. In questo caso non abbiamo però sentito levarsi urla scandalizzate in stile Muntari-Tedesco. Siamo i soliti italiani che mitizzarono la testata di Zidane.
La Roma con questo successo torna in corsa per il passaggio del turno, considerata la sorpresa offerta dallo sconosciuto Cluj, che dopo l’impresa dell’Olimpico impone il pari al milionario Chelsea, che nell’occasione perde Drogba per infortunio. Ora i londinesi sono attesi dalle due gare contro i giallorossi, decisive per l’esito del raggruppamento.
Il Barcellona si conferma squadra Messi-dipendente e Guardiola dimostra, una volta di più, di capirci poco, salvato dall’argentino che prima sfrutta un errore madornale iel portiere dello Shaktar per pareggiare i conti e poi realizza un gol dei suoi al 94esimo per riportare i tre punti in Catalunya. Con questo risultato il Barça ipoteca la qualificazione lasciando gli ucraini e lo Sporting Lisbona ad azzannarsi per il secondo posto utile. Infine il gruppo apparentemente già deciso, con Liverpool e Atletico Madrid agevolmente vincenti su PSV e Olympique Marsiglia. I prossimi due turni decideranno quale delle due risulterà prima nel girone.