La fine di un'epoca?

trezeguetGli ultimi novanta minuti sono stati pieni di 42 gol, eppure sono sembrati nulla. Non c'è stato pathos in quella giornata di campionato che solitamente emette i verdetti: chi vince il campionato, chi si piazza, chi si salva, chi viene retrocesso. Sono bastati pochi minuti a Juventus e Bologna per sistemare le rispettive pratiche, del resto già ben avviate. Tutto il resto era già scritto, tutto il resto è noia, almeno fino al 90°. Le emozioni arrivano dopo con il via vai di addii più o meno ufficiali un po' ovunque.

Quanto ai risultati che contavano c'è il 2-0 della Juventus contro la Lazio. Doppietta di Iaquinta che raggiunge Amauri con 12 gol in campionato, Del Piero ne ha segnato uno in più. Juve che finisce seconda e che migliora il terzo posto dell'anno scorso e che chiude a 74 punti contro i 72 dell'anno precedente assecondando forse il "fantomatico progetto" conosciuto solo da una ridotta schiera di eletti. Il Milan batte 0-2 la Fiorentina e affianca la Juve, ma è terza per effetto dello scontro diretto. Stesso discorso per Fiorentina e Genoa. Il Grifone liquida con un 4-1 il retrocesso Lecce e affianca i viola, ma è penalizzata dai risultati degli scontri diretti. Nerassurri, Juventus e Milan quindi direttamente al tabellone principale di Champions League e Fiorentina al turno preliminare. Per l'accesso alla nuova Europa League ci sono appunto il Genoa, la Roma e la Lazio vincitrice della Coppa Italia.

Da questa ultima giornata doveva scaturire il terzo nome della squadra retrocessa insieme a Reggina e Lecce. Come da pronostico della vigilia è il Torino, sconfitto 3-1 dalla Roma, a fare compagnia a Reggina e Lecce. Il presidente Cairo si è assunto tutte le responsabilità dell'ennesimo fallimento granata. Chissà come fa certa gente ad avere successo come imprenditore? Il Bologna festeggia invece la salvezza con un netto 3-1 contro il Catania. Gli altri risultati sono utili solo per chi ha giocato la schedina: Inter-Atalanta 4-3; Napoli-Chievo 3-0; Palermo-Sampdoria 2-2; Reggina-Siena 1-1; Udinese-Cagliari 6-2.

Ma quella che va in archivio è la giornata degli addii. Nel Milan c'è quello di Paolo Maldini dopo 24 anni nella stessa società e se ne va anche Ancelotti dopo otto stagioni su quella panchina. Chissà se quest'estate se ne andrà davvero anche Kaka? Uno che ha voglia di andarsene via, di andare all'estero, è Ibrahimovic: ha vinto 5 scudetti in Italia e quest'anno persino la classifica cannonieri con 25 gol. Non ha più stimoli e nemmeno il solito ritocchino all'ingaggio sembra poter fargli cambiare idea. Per chi ha il cuore bianconero però è lo struggente addio di Pavel Nedved ad emozionare. La furia ceka si ritira dal calcio dopo 327 partite giocate con la maglia della Juventus, come celebra la maglia commemorativa con tutti gli autografi dei compagni di squadra consegnatagli a fine partita. Un altro addio più silenzioso ma non meno importante è quello che alla Juventus potrebbe esserci con David Trezeguet. Arrivò alla Juventus da Campione d'Europa nella stagione 2000-2001, la Juve lo vuole cedere dopo 9 stagioni e 131 gol segnati con la casacca bianconera. Se ne andrà dopo una stagione disgraziata, segnata da un brutto infortunio e da qualche parolina di troppo. Ma è stato messo da parte come si fa con i mobbizzati in certe aziende. David non meritava un trattamento di questo genere, anzi.

Anche il capitolo allenatori delle grandi è un via vai di addii e arrivederci. Detto di Ancelotti, che si accaserà al Chelsea, il Milan non ha perso tempo e ha comunicato che sarà Leonardo il Mister del prossimo campionato. Per lo "specialone" il teatrino: il 99,9% serviva ad avere un ritocco d'ingaggio dal presidente tre volte buono. Altra storia alla Juventus dove, come al solito, sembra che le idee siano poche ma ben confuse. Blanc ha detto che ci vorrà un'altra decina di giorni per definire chi sarà il prossimo tecnico. Il risultato sarà quello di cercare un accordo con chissa chi, ma di perdere Conte, che nell'attesa rischierebbe altrimenti di rimanere a piedi, ma anche di bruciare Ciro Ferrara che evidentemente sarebbe una seconda scelta nell'impossibilità di scegliere qualcun altro. Si profila quindi l'ennesimo schiaffo alla tifoseria che chiedeva un po' di sana juventinità alla guida della squdra specie considerando lo scarso appeal della dirigenza..

Fra tanti addii e incertezze sembra quasi la fine di un'epoca quella vissuta con quest'ultima giornata di campionato. L'epoca "post calciopoli" dovrebbe infatti essere agli sgoccioli e il filotto di scudetti, figlio delle aberranti decisioni abortite nell'estate 2006, dovrebbe essere in via di esaurimento. Fra le avversarie di un Inter che quasi certamente perderà Ibrahimovic, c'è però ancora una Juventus da decifrare e ancora incompleta e contraddittoria a livello dirigenziale, un Milan da rifondare che pure rischia davvero di perdere il suo pezzo più pregiato (Kaka) e una Roma sepolta dai debiti.

E' il calcio italiano che sembra ulteriormente perdere il passo rispetto al campionato inglese e a quello spagnolo. Un gap che aumenta per via soprattutto della zappa sui piedi che il sistema calcio si è voluto dare con calciopoli in virtù della necessità di spostare equilibri scomodi a chi non riusciva a vincere nulla e a chi voleva togliersi qualcuno dai piedi. Complimenti a lor signori, in nome di una farsa il calcio italiano ha quel che si merita.