Guardate avanti

Cobolli GigliPremessa: dopo quanto aveva detto Felipe Melo la scorsa settimana (QUI), penso che sedersi a tavola in tredici di venerdì 17 dopo avere asfaltato un gatto nero sulle strisce, e frantumare uno specchio con una clava di pasta di sale (preventivamente rovesciato) sarebbe comunque più benaugurante del solo incrociare lo sguardo del centrocampista brasiliano della Fiorentina in un dipinto. E chiedo scusa per la lungaggine ma per potermi toccare le palle ho dovuto scrivere con una mano sola.
La Juve ha vinto di misura, e mentre le squadre rientravano negli spogliatoi per fare la doccia il fratello depotenziato del signor Tod's, dalle frequenze satellitari di Sky TV, stava già dando voce allo sdegno di una città intera per le sviste arbitrali che ne avevano infranto i sogni di gloria.
Il troppo tempo trascorso in galleria del vento dal viola Jovetic durante l'infanzia, d'altronde, se da una parte gli ha permesso di avere una faccia e un mento con un coefficiente di penetrazione dell'aria prossimo a quello del cacciabombardiere Hornet F-18, dall'altra lo ha reso piuttosto instabile sulla terra ferma, dove anche il solo contatto strusciato con il piedone di un Mellberg qualsiasi può bastare per farlo capottare rovinosamente in area.
Sul rigore non concesso a Gilardino, Xavier Jacobelli ha scritto che l'attaccante viola sta continuando a pagare il gol di mano segnato a Palermo. Secondo me, invece, la svista arbitrale è da imputare alla mancata assegnazione dei mondiali di calcio del 2010 al Burkina Faso, e non me ne voglia l'ex direttore di Tuttosport ma come cazzata mi pare più originale la mia. Tana.
Io sono uno juventino démodé, purtroppo, e faccio una fatica bestiale a dare un senso a una giornata così normale in un mondo che normale non è più. Normale lo era quando le truppe di muratori mafiosetti dell'impresario Lucianone ne disegnavano il profilo a suon di Cupole. Anzi, se non fosse per l'innegabile Rinascimento posto in essere dalle sentenze di calciopoli, quasi mi verrebbe voglia di godere perfidamente all'idea che un'altra sentenza, quella del processo GEA, potrebbe aver dato nuova linfa alla pianta velenosa dei maneggi e dei truschini, tanto da spingere la Juventus ladra e disonesta verso la posizione che le compete a prescindere dai meriti. Come sempre, insomma. Un ritorno alla normalità.
Ma non è così, e aggiungo purtroppo. Perché nonostante io non mi sia ancora abituato all'idea, sono sicuro che sarà fantastico anche per me, un giorno, poter apprezzare la purezza e il candore di un calcio finalmente sano, pulito e profumato come quello di oggi. Del ritorno ai veri valori dello sport, dove l'errore umano sia legato a doppio filo alle prodezze dei suoi eroi, e pazienza se oggi perdo io e domani vinci tu. Lo so, sembro Cannavò dopo una sniffata di colla, ma io non sniffo. E, quel che è peggio, credo nemmeno lui.
Capitolo Cobolli Gigli, infine. Sulla questione dei due scudetti spariti, l'altro giorno ha dichiarato, sul Corriere della Sera, che comunque andrà a finire il processo di Napoli la Juventus non farà ricorso: quel che è stato è stato. Bene così, presidente.
E' ancora presto, lasci pure che la sua parte normale covi sotto la cenere del nonsenso. Noi speriamo che il Signore la conservi così, sdoppiato, in eterno. Guai a toglierci una delle poche certezze che le macerie di calciopoli hanno saputo lasciarci in eredità.

Intanto, al momento giusto, nulla potrà fermarla.