Moratti, 10 e lode in coerenza

MorattiSenti chi parla! Moratti… Il 15 maggio Moratti, in un’intervista a Bruno Bartolozzi, ex Team manager dell’Inter ed oggi responsabile della redazione bolognese del Corriere dello Sport, rilascia le seguenti dichiarazioni: “Abbiamo vinto, ma non sono soddisfatto perché il calcio è molto simile a quello di prima, tanta gente sempre uguale e troppe cose che non cambiano. Nessuno, davvero, ha trovato la forza di scandalizzarsi, la forza di rovesciare tutto. Di cambiare”.
Perché il presidente interista si lancia in generiche accuse e fa allusioni senza produrre nomi e cognomi? E a chi si riferiscono le sue parole? Sicuramente non ad Abete, perché pur non avendolo votato, lo ha poi definito “preparato”, certamente non a Matarrese e Galliani perché ha accettato la vice-presidenza del primo e la coabitazione con il secondo. Allude forse a Collina, ricordandone i tentativi di incontro clandestini con il rivale Galliani? Neppure, perché l’onestissimo patron nerazzurro ha detto di avere grande stima di Collina e ha dato il suo benestare per il suo futuro di designatore. Chiaramente l’oggetto delle sue accuse non può essere nemmeno la Juventus, l’unica società ad aver cambiato tutto. Riguardo poi l’accusa che nessuno ha provato a cambiare questo calcio Moratti dice una solenne bugia. Basta porre la domanda a Sensi o al suo ex amico ed ex CDA nell’Inter Diego Della Valle che disse : “Moratti in privato diceva di essere d’accordo con me, poi si spartiva i diritti con Milan e Juve”.
Prima Sensi e poi Della Valle hanno provato a cambiare, più il secondo del primo, ma entrambi hanno dovuto registrare con amarezza che al momento opportuno Moratti li ha sempre lasciati soli ed ha preferito sedersi al grande tavolo Mediaset, quando era il momento di spartirsi i pezzi più appetitosi della torta televisiva. E Moratti non era forse con le sette sorelle quando decisero quel pastrocchio che si è rivelato essere il doppio designatore Bergamo/Pairetto?
Cosa ha fatto in dodici anni il Signor Moratti per tentare di cambiare almeno qualcosa nel calcio e consentirgli, oggi, di vestire con coerenza i panni del Grande Fustigatore? Nulla, a memoria d’uomo.
Moratti, inoltre, si dice stanco delle polemiche con la Juve ma qualcuno deve pur ricordargli che la prima pietra la lanciò l’Inter, ad esempio con il cattivo gusto manifestato nel momento della presentazione di Vieira, con la scheda di presentazione che recitava “Stagione 2005/06 retrocesso in B con la Juve”.
Ma è stata un’altra sua dichiarazione a lasciare davvero perplessi: “Capisco i tifosi juventini. Loro devono credere in qualcosa. Devono urlare rabbia e magari trovare un nemico. Ma chi era dentro, forse anche qualche viso per bene, come poteva davvero ignorare tutto?”. Per la proprietà transitiva diciamo: “E lei signor Moratti come poteva davvero ignorare tutto?”. Come poteva ignorare che 2 suoi dipendenti, Oriali e Recoba, stavano facendo “carte false” per ottenere un passaporto farlocco ed una patente risultata rubata nella Motorizzazione di Latina? Il GIP del Tribunale di Udine, dott. Giuseppe Lombardi, presso il quale i suoi 2 dipendenti hanno ammesso la colpa e patteggiato la pena scrive nel dispositivo della sentenza: “Dagli atti risulta che almeno in due momenti Oriali deve essersi consultato con i propri superiori: il primo quando si trattò di dare il "via" alla pratica in Argentina ed il secondo quando si trattò di effettuare su indicazione di Krausz, il bonifico di 80.000 dollari, che evidentemente doveva essere autorizzato dai vertici societari. Ciò posto, è evidente che la richiesta di pagamento di una somma rilevante per lo svolgimento di ricerche documentali avrebbe potuto, e forse dovuto, ingenerare nella dirigenza dell’Internazionale sospetti di irregolarità e d’altra parte l’inesistenza nei libri contabili della Società di un pagamento di tale importo potrebbe significare che alla liquidazione del compenso si sia provveduto in forma non ufficiale”. Anche pagamento in nero? Lo dice il GIP di Udine.
Per chi lavorano, ancora oggi, Oriali e Recoba? Il presidente Moratti ha forse chiesto loro le dimissioni per ragioni di etica come ha fatto la Juve con Moggi e Giraudo? Tutto archiviato d’incanto Signor Moratti? Ai giornalisti, pochi per la verità, che pongono la domanda insolente su passaportopoli Moratti risponde, sempre infastidito, che loro hanno pagato per quello. Certo qualcosa hanno pagato (una multa per l’Inter e pochi mesi di squalifica per Recoba) ma ben poca cosa rispetto alla violazione realmente commessa. Allora furono deferiti e condannati per violazione dell’Art. 1 del CGS in luogo di un’evidente violazione dell’Art. 6. Di illecito infatti si trattò, consumato schierando uno straniero in più ed ottenendo benefici in classifica: nel campionato 2000/01 Recoba fu decisivo in molte circostanze e, giocando come quarto extra-comunitario, realizzò 9 gol di cui 5 decisivi per i tre punti.

Da un’intervista al Corriere dello Sport del 15 maggio: “Persino un autorevole commentatore in TV disse che quei fatti per la Juve non erano stati provati….Persino certi giornali non ne scrivono più e ignorano l’argomento. La verità è che nel calcio, a differenza di altri settori, non si teme la giustizia. E finché questo atteggiamento durerà saremo sempre sotto scacco”.
Moratti avrebbe voluto, evidentemente, che la gogna mediatica contro la Juve durasse tutti i giorni e per chissà quanti anni. Quella messa in piedi questa estate, in modo concentrico e per lunghi mesi, deve essergli sembrata poca cosa. Piuttosto noi lamentiamo come la stampa non scriva abbastanza (o ignori volutamente) di argomenti come il “Dossier Como”, il “Dossier Ladroni” e la “Pratica Napoli”, (dal volume uno al volume quattro), ritrovati nel corso delle indagini su Telecom, “il vero, più grande scandalo italiano degli ultimi anni”. E ci meravigliamo perché nessuno si è ancora chiesto chi ha spiato la Juve e la Figc, e per conto di chi.
Su una cosa il presidente interista ha ragione: chi opera nel calcio viola spesso la legge e non teme la giustizia. Moratti, per esempio, pensa di poter far pedinare e spiare impunemente propri dipendenti/calciatori o un arbitro come De Santis. La stessa Procura di Milano pensa che l’Inter sia ricorsa ad “imbellettamenti” di bilancio per potersi iscrivere al campionato - e continuare a condurre faraoniche campagne acquisti - ed ha aperto un fascicolo. Vedremo se l’Onestissimo ha agito da timorato della giustizia o se avranno ragione i PM di Milano.
Ma, anche dal punto di vista della giustizia sportiva, la squadra del petroliere non pare ergersi ad esempio di etica: se per il CGS e per i processi di questa estate il solo avere rapporti con arbitri e designatori ricade nelle violazioni dell’art. 1 del CGS allora Moratti dovrebbe provare almeno un po’ di “etico” disagio per gli strani contatti con l’arbitro (allora in attività) Nucini. Oppure per le telefonate tra Pairetto e Facchetti del 15 e 16 settembre 2004, ove traspare con evidenza l’abitudinarietà di certi rapporti.
Ed è lo stesso Moratti che, nell’intervista a Sabelli Fioretti su Corsera Magazine del 31 agosto, alla domanda se ha mai chiamato un designatore, risponde: “No. Ma posso aver ricevuto da loro qualche telefonata in cui mi chiedevano delle opinioni. Solo telefonate “normali” senza alcun interesse”. No signor Moratti, uno veramente diverso e che rispetta il Codice di Giustizia Sportiva avrebbe rifiutato quelle telefonate delle quali lei, implicitamente, ammette l’esistenza.
Ma qualcosa è accaduto nel frattempo. I tifosi della Juve hanno resistito all’effetto dopante di una campagna mediatica massiccia, univoca e finalizzata allo scopo di mostrare solo quello che era utile a “costruire il mostro” e giustificare verdetti abnormi. I tifosi della Juve hanno iniziato a studiare, si sono sforzati di capire, di interpretare quel poco che ha lasciato filtrare qualche giornalista non allineato alla silenziata stampa dei potentati economico/politico/bancari. Abbiamo appreso dell’esistenza di un CD (grazie signor Cipriani) contenente indagini illegali su Vieri, De Santis, Mutu e Jugovic, Giraudo, Moggi e la Juventus tutta. Abbiamo anche saputo che, secondo Tavaroli, quei dossier sono stati concepiti nelle segrete stanze della Saras. Abbiamo pure fatto indagini societarie, confrontando i CDA di Telecom ed Inter, scoprendo come fossero praticamente sovrapponibili.
Noi tifosi della Juventus stiamo aspettando che chi di dovere dia finalmente una risposta a una domanda che ci opprime fin dal settembre 2006: “Juve e FIGC spiate per conto di chi?”.