Uno stile senza tempo

Javier ZanettiDopo tutto, per i nostalgici dell'Inter dei bei tempi, basta una sconfitta. Non capita più così tanto spesso, è vero, ma, sopratutto quando la partita è vera e importante, succede ancora.
L'Inter perde e si umilia piangendo.
Anche col nuovo corso Mourinho. Un altro la cui ambizione sarebbe quella di fare il duro, ma che non riesce a trattenere piagnistei e vittimismi, quando le cose non girano proprio come sarebbero dovute.
Il caposcuola, è noto, è Marco Materazzi, "il duro che piange sempre" (cit. Rocca), un uomo capace con la stessa naturalezza di cercare di troncare le carriere altrui con entrate a mezza gamba e accasciarsi esanime al suolo appena sfiorato. Della doppiezza di Materazzi è inutile farne questione filosofica. Domenica sera l'ho visto colpire proditoriamente al volto Kakà che si apprestava allo stacco in area di rigore, e poi invocare rigore ed espulsione per Flamini che faceva la stessa cosa, seppur involontariamente. Finendo, giustamente, con l'essere espulso da parte di Morganti. E' uomo dalla scarsa memoria, un gran paraculo, o, vulgata di questi tempi, un bravo ragazzo a cui qualche volta il cervello va in corto circuito?
E' un interista.
Non è meglio di lui Javier Zanetti che ha avuto la stessa faccia tosta, e giustamente detiene la fascia di capitano. Perchè è giusto che vada a chi ha pianto di più.
E a chi certe stupidate ha il coraggio di dirle anche a mente fredda.
"Sono capitano e dovrei poter parlare con il direttore di gara, invece non è stato possibile. C’era un rigore nettissimo su Adriano, ma quando sono andato a dirlo a Morganti non mi ha fatto neanche avvicinare anzi, aveva già in mano il cartellino".
Incredibile come l'ambiente abbia già plasmato anche gli ex bianconeri:
Vieira: "Il Milan non meritava la vittoria e c’era un rigore su Adriano, noi però abbiamo giocato con il freno a mano tirato". Ibrahimovic: "Ha vinto l'arbitro, non il Milan".
Come sempre Moratti: "Nel finale tutto mi è sembrato un pò esagerato, ma non da parte dei nostri. Mi è sembrato un pò esagerato andare a cercare anche nella panchina qualcuno da buttare fuori".
Il neofita Mourinho: "Non posso dire quello che penso perchè voglio vedere la prossima partita dalla panchina", "Troppi errori contro la stessa squadra".
Il tutto, rivisto alla moviola, è la reazione a un arbitraggio tutto sommato buono, con la sola pecca probabilmente del mancato rosso a Stankovic per un pericoloso fallo da dietro su Kakà e a Mourinho per l'inaccettabile arroganza mostrata nei confronti del direttore di gara, subito dopo.
Non nascondiamo che fa un certo piacere vedere l'Inter confermare ad ogni sconfitta quello che è sempre stato il proprio stile lamentoso e vittimista.
Il salto di qualità, perchè dopo Calciopoli ogni cosa ha avuto la sua versione 2.0, non sono tanto le vittorie che per una volta diventano più numerose di pareggi e sconfitte. Ma la stampa accomodante.
E' un vero piacere leggere dalla penna di Aldo Grasso accuse alla supinità e all'ozio accomodante dei giornalisti sportivi verso Mourinho, con una veemenza anche superiore a quella che usava per attaccare il suo nemico di lungo corso Moggi (articolo: Ma dove sono finiti i giornalisti sportivi?).
A significare che tutto va bene, ma avanti così, la credibilità tornerà ad essere quella di una volta.