Il patto dei 3 tenori contro l'asse del male

Cobolli Moratti e GallianiMolti juventini, si sa, la Gazzetta non la leggono più. Nemmeno per sbaglio.
Io, invece, che con questa gente (la gente rosa) mi sento in guerra (dialettica , ci mancherebbe), non disdegno talvolta di seguire quel detto degli antichi: "Conosci il tuo nemico". Così, capita che, per capire le intenzioni del "nemico" - non c'è nulla di meglio che sentirle dalla sua bocca - mi tocchi sfogliare il tabloid rosa.
Leggo perciò sul nostro blog di questo incontro tra i massimi dirigenti delle tre squadre del nord, e non posso fare altro che andare a vedere. Andare a capire, come direbbe l'editorialista principe della Pravda.
Un lavoro sporco che qualcuno dovrà pur fare.
La copertina mi accoglie con una foto dei tre (autentica e non un fotomontaggio), accompagnata dal titolo "Il patto dei tre tenori".
Cobolli Gigli, che tiene l'orologio sotto il polsino, prende sotto braccio il bel Moratti che abbozza un sorriso da star in posizione d'onore, tenendo sulla sua sinistra un vispo Galliani, che parrebbe attribuire al petroliere particolari doti da menagramo.
L'occasione per l'incontro è la presentazione dell'ennesima enciclopedica raccolta di Dvd, dal titolo Gol!, che passa in rassegna le reti cristalline di Milan e Inter e quelle frutto di imbrogli della Juventus.
E già. Perchè questo ha scritto la Gazzetta in un editoriale pochi giorni fa, con Cannavò e Moratti a offrirsi facile sponda.
Ma tant'è. La Gazzetta è un partner della Juventus. E Cobolli Gigli si presenta "con gli occhietti ironici" a suggellare l'affarone, promuovendo e pubblicizzando i goal farlocchi dei vari Vialli, Ravanelli e compagnia bella. In buona compagnia dell'onesto piagnone.
Il rapporto tra i due? "Si cercano spesso, il loro è un rapporto di stima sincera".
Però Cobolli Gigli è uno scaltro. E appena finita la posa per le fotografie, fugge l'abbraccio dicendo a Galliani: "Basta così, perchè poi dicono che c'è l'asse e questo non è vero".
Il patto, di cui al titolo, scopro essere legato al fair play: niente più polemiche tra le tre squadre. Professore è naturalmente Moratti, lo stesso che nemmeno una settimana fa si incaponiva con gli imbrogli che gli hanno impedito di vincere.
Cobolli accetta, ricorda il rigoroso codice etico, e invita ad evitare "le contusioni dialettiche".
Insomma, penso stiate cominciando a capire a chi è toccata la figura del fesso, solitamente appannaggio del padroncino della Saras.
C'è la solita gaffe. Alla domanda su chi sia il giovane emergente, sceglie naturalmente in casa nostra, ma si dichiara impressionato da Balotelli e sopratutto da Borriello. Aggiungendo però che "devono restare con i piedi per terra perchè è a 24-25 anni che si diventa campioni". Peccato che Borriello abbia già compiuto i 26.
C'è il solito equilibrismo dialettico sul passato. Parla infatti della voglia "di riappropriarsi di ciò che la Juve ha perso inopinatamente". Per carità, nessuno nega che quegli scudetti li abbiamo persi imprevedibilmente, inaspettatamente, tanto per usarne dei sinonimi. Ma forse c'è qualcosa in più, no? L'ha detto lui stesso poco tempo fa. Ma vicino a Moratti, mi sa si vergogna.
C'è il solito stupidario senza senso. Come quando si definisce "Delpierino e Delpierista", o come quando augura al Milan di vincere con un goal di Zambrotta, che lui stesso ha spedito via dalla Juve.
C'è tutto Cobolli, insomma.
E il solito Moratti e il solito Galliani.
Quando dico i soliti, intendo gli stessi che per un decennio hanno fatto fronte comune con la Juventus di Moggi e Giraudo su tutte le questioni politiche in Lega. Votavano gli stessi candidati, prendevano posizioni comuni sui diritti televisivi, facevano finanche causa alla Fifa insieme.
Lo dico perchè se un pregio si può trovare a Galliani è che di questa cosa se ne ricorda benissimo, quell'altro invece ha la memoria un po' corta.
A qualcuno a Milano, dove ha sede la Gazzetta, faceva ben comodo sorvolare su questa cosa e di "patti dei tre tenori" non ne abbiamo mai sentito parlare. Ma così andavano le cose.
E tanto per chiarirci, alla facciazza del fair-play, oggi forse le cose vanno pure peggio.
Perchè se Moggi si barcamenava alla ricerca di buoni uffici e convergenze per trovare la maggioranza sui temi che convenivano a tutt'e tre le squadre, Cobolli Gigli si barcamena per trovare la minoranza.
Giova ricordare infatti che quando la stragrande maggioranza delle società voleva sfiduciare Matarrese, nostro fratello Giovanni si affannava a trovare artifici legali perchè la sfiducia fosse votata con una maggioranza qualificata talmente alta in modo da ottenere il risultato di riconfermare Matarrese nonostante 27 voti contrari, ossia circa il 70% delle preferenze per la sfiducia.
Questo è, se vi piace.
Se non vi piace, compratevi i Dvd della Gazzetta, ma tra Baggio e Amauri, pigiate il tasto Ffwd.