Lo stregone

Cuper e GhirardiTommaso Ghirardi ha 33 anni ed è il re dei cuscinetti a sfera.
Non credo rischi nulla, nonostante gli anni siano quelli di Cristo quando giunse alla passione, anche perché se provate a crocifiggere uno come questo qui, come minimo la croce si spacca alla base e lui si conficca nel terreno fino alle ascelle.
A una sfera ci assomiglia abbastanza e di sicuro, sul giro vita, avrà qualcosa di più che dei semplici cuscinetti.
Se prendere in giro qualcuno per il suo aspetto fisico non è carino, né tanto meno politically correct, una volta tanto vi rispondo che non me ne può fregar di meno. Innanzitutto, come successe già la scorsa estate con Ciccio Bombo Tardelli (qui), perché la mia è una piccola campagna sociale contro la cattiva alimentazione, così gravosa - con i suoi costi sanitari - sul bilancio dello Stato, già sfondato di suo.
In secondo luogo, perché non posso perdonare a questo ragazzo, più simile a un prosciutto di Parma che al presidente del Parma, di avere rotto grossolanamente un incantesimo che sembrava fosse stato ordinato dalla fata Turchina in persona.
L'avevamo timidamente sognato in tanti, ma nessuno aveva osato confidarlo, nemmeno agli amici più intimi: e se all'ultima giornata di campionato l'Inter andasse a Parma con l'obbligo di vincere, trovando sulla panchina degli emiliani proprio quell'Hector Cuper che li guidò dritti contro il muro in quel famoso pomeriggio del 5 maggio 2002?
Roba da matti, ce l'avevamo quasi fatta. E non sottovalutino, i cultori del paranormale o della sfiga modello Maga Clara, il significato sottile, ma perfido e tagliente quanto la lama di un rasoio, del golletto apparentemente inutile e insignificante messo a segno domenica da Del Piero a due minuti dal termine di Juve-Catania.
Non solo è servito a strozzare in gola ad un nerassùrro d.o.c. (l'eroe di Italia '90 Walter Zenga) l'urlo di gioia per la salvezza conquistata aritmeticamente dal suo Catania, ma ha permesso alla ex squadra di Calisto Tanzi e Arrigo Sacchi (a modo loro, due fenomeni) di riaccendere la speranza di rimanere in serie A, in caso di vittoria domenica prossima contro l'Ones-TIM, in concomitanza con l'eventuale successo degli inutili a Catania.
Come tanti spiriti delle leggende native indiane, tutti questi piccoli grandi dettagli stavano dando vita ad un nuovo, tragico capitolo della storia più misteriosa d'Italia dopo le stragi di Stato, il sequestro Moro e il Q.I. della Canalis: ma come c***o è che l'Inter non vince mai nemmeno se gli altri non si presentano?
Quando tutto sembrava perfetto, il poco palestrato presidente del Parma ha rovinato tutto, e con la grazia di un elefante tra gli scaffali di una cristalleria ha esonerato l'eterno perdente allenatore argentino.
A proposito di leggende native indiane, ce n'è una particolarmente suggestiva che riguarda la creazione dell'uomo:

"Manitù (il Grande Spirito) per creare gli uomini pensò di utilizzare l'argilla; inviò quindi alcuni animali suoi collaboratori, sopratutto uccelli, a raccoglierla nel fondo degli stagni. Con l'argilla modellò una figura con aspetto di uomo e la pose a cuocere in un forno da vasaio. Ma lo spirito del male, da sempre nemico di Manitù, si trasformò in pioggia spegnendo il fuoco prima della fine della cottura. Da quella operazione incompleta nacquero i visi pallidi.
Allora il Grande Spirito ritentò l'impresa, ma mentre osservava che tutto andasse per il verso giusto, lo spirito malvagio si trasformò una bella fanciulla che lo distrasse. La cottura andò ben oltre il tempo previsto e ne uscì una creatura bruciacchiata, e da essa prese origine la razza nera.
Alla fine Manitù riuscì a sconfiggere lo spirito del male e a cuocere a puntino la sua creatura che assunse il colore dell'argilla rossa e che diede origine ai veri uomini, ossia ai pellirosse
".

A proposito di leggende un po' più frivole, invece, vi propongo questa, meno mistica e molto più terrena:

"Vaffancù (il Grande Spirito dei tifosi di serie C) per creare gli uomini divertenti pensò di utilizzare il bitume. Inviò quindi alcuni animali suoi collaboratori, sopratutto gufi, civette e corvacci neri, a raccoglierlo nel fondo del centro storico di Onestòpoli. Modellò una figura con aspetto di petroliere e la pose a cuocere sulla poltrona del dentista.
Ma lo spirito dell'Onestà, da sempre nemico di Vaffancù, si trasformò in valori ai quali ispirarsi, spegnendo il fuoco prima della fine della cottura. Da quella operazione incompleta nacquero le facce da pirla".


Pazza Inter amala. A questo punto, vada come vuole, e se andrà male, noi non ci scoraggeremo di certo. Ha detto il Mimo che faremo un mercato intelligente, e che compreremo solo al giusto prezzo, ispirandoci al Chievo e all'Albinoleffe.

Fateci largo che arriviamo noi.