Giulemani dagli Ju29ri

BlancEra circa mezzanotte e mezza, quando ho sentito qualcuno avvicinarsi di corsa lungo il corridoio.
Con occhio semi-sbarrato e tono perentorio, mi ha esclamato: "Corri!".
Era mia moglie, e per un attimo ho temuto di arrivare nella camera di nostro figlio (5 anni) e trovarlo nudo con lo spinello in bocca e una birretta in mano. O di non trovarlo proprio.
Invece no. Era qualcosa di peggio. La ragione di quel richiamo mozzafiato era l'intervista in onda su La7 (Victory, condotto da Cristina Fantoni), dove monsieur Ah, voilà Jean Claude Blanc stava finendo di esporre la sua preziosa serie di eruzioni mentali.
Ha risposto a 5 domande postegli dallo scrittore (juventino) Sandro Veronesi. Purtroppo per me il richiamo della foresta (cioè mia moglie in versione Forrest Gump lanciata a tutta velocità per dare l'allarme sulla perla che stava andando in onda) è arrivato troppo tardi per consentirmi di assistere a tutte e cinque le risposte dell'extraterrestre transalpino.
A parte il fatto che non pensavo fosse ancora tanto indietro con la lingua italiana (visto che siede nel cda della Juventus da tre anni) e sarebbe buona norma farsi capire come si deve dai propri interlocutori, considerati il ruolo e lo stipendio. Chissà che sulla spinta dell'esito elettorale del 14 aprile scorso, incontrandolo per Torino, Mario Borghezio non lo scambi per un extracomunitario e lo prenda a scapaccioni e ombrellate fino al confine. Sarebbero una bella coppia, non c'è che dire.
Ma comunque, tralasciando la pessima forma, che di sicuro non è causa di insonnia per questi dirigenti, nemmeno vi immaginate la sostanza, della risposta numero 5, con la quale Blanc ha chiuso l'intervista.
Sollecitato da Sandro Veronesi a dire "qualcosa di gobbo", Sanbittèr ha replicato - fissando la telecamera con sguardo simil-fiero alla NapoleTone - con queste parole: "Gli scudetti della Juve sono ventinove; e presto arriverà la terza stella".
Non so se qualche parente di Blanc stia per essere promosso capitano degli alpini (sarebbe l'unico modo - per lui - di festeggiare una terza stella), ma sugli scudetti proprio non ci siamo.
Eh no, caro Jean Claude, ma proprio no. Finché a parlare di scudetti era il presidente in versione binaria (cioè prima del definitivo soppravvento di Gigli su Cobolli), sapevamo quale valore precario potessero avere quelle uscite, a loro modo anche divertenti, talvolta.
Ma da un manager di livello internazionale, così etico e sportivo, designato dai resti della Famiglia a sedere - per purificarlo - sul trono insanguinato che appartenne al truffatore Antonio Giraudo, non si possono accettare simili attacchi al buon senso.
Ognuno ha avuto il tempo - e, nel caso di Blanc e dei suoi colleghi del gruppo TNT dirigenziale di Corso Galfer, anche la possibilità e il modo, quand'era il momento - di pensare e decidere quale strada e quale ruolo scegliere per il proprio futuro. E quali responsabilità accollarsi di conseguenza, una volta fatte quelle scelte senza ritorno. Ormai è tardi, non ci sono santi.
Oggi non è più il tempo di recitare la parte dei paladini delle ingiustizie, solo per cavalcare lo squallido entusiasmo di una parte di tifosi - così simili a voi, a mio modo di vedere - rinfrancati dalla quasi certa conquista del terzo posto in classifica; inebriati dalle scemenze, ripetute per mesi, sul valore di un'impresa resa tale solo dai guitti dell'informazione.
Se escludiamo la stagione '98/'99, quella del traumatico addio di Lippi a metà stagione con il reclutamento in corsa di Carlo Ancelotti, per trovare piazzamenti inferiori al terzo posto in classifica bisogna risalire al periodo giurassico del post Platini o a quello Trapattoniano pre Triade, separati dal sublime intermezzo del settimo posto - con annessa esclusione dalle coppe europee, per la prima volta nella storia bianconera - capitato, guarda caso, quando a gestire la baracca era appena arrivato Luca, l'Emetico di Maranello, in uno dei mille tentativi dell'Avvocato Agnelli di trovargli un impiego in grado di dare un senso alla sua esistenza.
Festeggino pure, dunque, i Coboys e i loro amici. Festeggino questo terzo posto che da patata bollita qualcuno vorrebbe trasformare in filetto, dando retta alle balle di chi - due anni fa - scelse di metterci tutti a pane e acqua.
Festeggino ma non parlino di scudetti e di terza stella, fingendo di sostenere le cose che GiùlemanidallaJuve sostiene da sempre, dannatamente sola insieme ai suoi associati.
Festeggino ma non parlino di scudetti e di terza stella, fingendo di sostenere le cose che lo Ju29ro Team sostiene da sempre, dannatamente solo insieme alla passione dei suoi membri.

Festeggino ma non parlino di scudetti e di terza stella. E soprattutto non diano i numeri.