Per me un caffè, grazie!

fragolabluUna volta erano i muscoli ipertrofici. Impossibile non pensar male. La Juventus dei Ventrones che schiantava gli avversari sul piano atletico affascinava tutti, come quei documentari sui serpenti velenosi che ti fanno schifo e te la fai sotto dalla paura ma non riesci a smettere di guardarli. Nelle soste di gioco, dalla panchina bianconera partivano stormi di mini borracce di integratori ("alla creatina", precisavano ammirati i commentatori dell'epoca cantando le lodi della preparazione atletica radicalizzata) che i giocatori agguantavano al volo e ingollavano come cammelli. Tutto fichissimo per tutti. Tutto così folkloristico. E poi i TIR pieni di macchine infernali marchiate Technogym, le migliori, ad accompagnare ogni ritiro estivo. Gli oltre quaranta computer collegati a un database da fare invidia al Tiger Team, per seguire le condizioni di ogni singolo atleta da mattina a sera, e le sedute in palestra con la musica a tutto volume come dei Rocky più tamarri di quello vero. Giù giù fino alla "campana della vergogna", che Ventrone suonava, in stile West Point, quando qualcuno mollava la presa e si arrendeva stremato dalla fatica. Tutto fichissimo. Tutto così folkloristico, davvero.
Finché un giorno un tabagista dal palmarès rachitico - la storia è nota e la conosciamo tutti, sia la nostra che la sua - non decise che Del Piero e Vialli erano troppo muscolosi per non essere dopati.
Ecco, una cosa non mi è mai stata chiara fino in fondo. Cioè, capisco la sequenza tabagista-Espresso, perché in fondo l'accoppiata caffè e sigaretta mica li scopro io, e nemmeno loro. Insomma, ci sta. Ma Guariniello cosa cavolo c'entrava? Certo, quel mio amico insolente dice che da che mondo è mondo la combinazione perfetta sarebbe, in realtà, caffè-sigaretta-cagata. Ma anch'io, che sono spudoratamente di parte, oltre che irriguardosa la trovo un po' troppo sbrigativa come spiegazione.
Sarà che quella squadra correva talmente forte e talmente tanto che, per Guariniello, anche le sole insinuazioni di un tabagista senza gloria potevano bastare e avanzare. Dev'essere stato per forza così. Sette anni di processo penale attraverso tre gradi di giudizio, dalla creatina al Voltaren all'Epo e ritorno. Juve assolta e medico colpevole, poi assolti tutti e due, poi un epilogo in cassazione buono sia per noi che per i Travagli, da rinfacciarsi in punta di diritto, con l'unica certezza che quella era una Juve di drogati. Certezza a prescindere dalle sentenze, certezza che ancora oggi brilla di luce propria.
Uno di quei due, troppo muscolosi per non essere dopati, gioca ancora. Ha (quasi) trentasei anni. A parte la sua ombra quando corre col sole in faccia, lo superano tutti. E' un atleta modello, per cui delle due l'una: sarà l'età o sarà che non si dopa più? E l'ultimo Nedved - che pure era Nedved, mica uno qualunque -, anni trentasette, quante partite di fila riusciva a giocare "da" Nedved? Delle due l'una, anzi una soltanto, visto che quando ci arrivò lui, alla Juve, non ci si dopava più: sarà l'età. E i Cannavaro? Idem. E i Giggs? Pure. Potrei continuare per ore.
Così quello stronzo del mio amico, tutte le domeniche, ma proprio tutte, da anni, mi racconta una storiella: "Il bambino entrò in casa con in braccio una fragola da cinque chili e bisbigliò: "Papà, ha detto la mamma che se vai ancora una volta a pisciare nell'orto se ne torna in Argentina".
Eppure i tabagisti esistono ancora, ne sono certo, tant'è vero che neppure io riesco a smettere di fumare. Sono i caffè che mancano.

E le cagate? Dipende dai punti di vista.