Memorie dello spogliatoio

arbitroLa prima volta che l’ho visto indossava un accappatoio celeste/blu o giù di lì, con tanto di stemma dell’Internazionale di Milano sul petto. Ma non mi sono fatto impressionare. Un dono di fine gara, ha precisato.
La seconda volta gli ho sentito dire: “Sono contento che ve li hanno tolti”, ma neanche questo mi ha impressionato e infatti ha subito chiarito che si riferiva sì agli scudetti, agli scudetti della Juventus, al 28° e al 29°, ma si riferiva solo al fatto che era presente alla partita scudetto del 27° e quindi voleva rimanere come l’ultimo ad aver partecipato ad una vittoria tricolore dei bianconeri. Bel traguardo, non c’è che dire.
Stiamo parlando di Flaviano Lanciano, probabilmente il miglior guardalinee in circolazione, una specie di Collina della linea bianca con qualche capello in più.
Accappatoio dell’Inter a parte, una specie di talismano per gli onesti di Milano. Quest’anno tre volte sulla linea dell’Inter e tre volte nerassurri sconfitti: Samp-Inter, Juve-Inter (con un curioso Mourinho che si vede il match da posizione non regolamentare) e la recente Roma-Inter con un gol dell'Inter con quasi tutto il pullman della squadra onesta in fuorigioco, proprio col nostro a vigilare su quella linea e addirittura la gazzetta a scrivere: “L’assistente Lanciano toppa completamente”.
Una delle volte in cui il Tenente Colonnello dei Carabinieri Auricchio ha sentito parlare di Massimo De Santis, uno dei mostri di Calciopoli, sarà stato per le magliette della Juve donate a fine gara.
Un talismano anche De Santis, ma per la Juve.
Nel campionato 2004-2005, quello dello scudetto revocato e non assegnato, neanche agli onesti, quando la Juve vinceva una partita sì e l’altra pure, il bilancio di De Santis coi bianconeri non fu certo esaltante: due vittorie, un pareggio e due sconfitte.
Alla task force dei militi noti, impegnata in un’indagine di rilevanza etica e nazionale senza precedenti, tanto da giustificare il notevole esborso a carico dell’erario, sono bastate le magliette in dono a fine gara e dei risultati così così della Juve con De Santis a fischiare, per confezionare quello che rischia di rivelarsi come il più clamoroso flop processuale del secolo, in attesa che si pronunci la Corte dei Conti.
Io e Auricchio abbiamo lo stesso nome di battesimo, per fortuna di Lanciano non faccio il carabiniere e neanche leggo la Gazzetta, ma, a differenza del mio omonimo, vedo le partite.