Mazzocchi e il servizio pubblico "locale"

calciotvE lo chiamano "servizio pubblico"! Quello che abbiamo letto domenica sul sito di Rai Sport a firma dell'ex rugbysta, ex inviato di reality e appassionato di wrestling Marco Mazzocchi è un puro sfogo ad uso e consumo del pubblico locale.
Certo, tenendo conto dell'ubicazione della sede della tv di Stato non è una novità, almeno parlando di calcio, che il servizio pubblico sia ridotto ad una specie di succursale di "Roma Channel", esattamente come la redazione milanese subisce il fascino del profeta di Setubal (poco "Setu" e molto "Bal") e della sua ammaliante creatura.
Del vate portoghese leggerete altrove, qui ci occupiamo del Marzocchi-pensiero, riflessioni da ultras “daàMaggica” a cura di uno stipendiato dagli italiani.
E’ singolare ma tutt'altro che sorprendente l'invettiva del buon Mazzocchi nei confronti delle bestemmie di Buffon, sacrilego "incallito" che nomina il Signore invano. Evidentemente le telecamere non pizzicano mai "Capitan Futuro", oppure non interessa pizzicarlo, e nessuno ha censurato la panchina della Lazio in una gara serale di poche settimane fa, quando il microfono del bordocampista SKY irradiò un nitido, sbalorditivo bestemmione.
Ma il Marzocchi-pensiero raggiunge l'apice quando tocca l'argomento "tifosi della Juventus", definiti, a proposito dei fatti accaduti domenica pomeriggio sugli spalti dell'Olimpico torinese, "teppisti in bianconero" che "cominciano a dar di matto sugli spalti, lanciando di tutto, petardi e bombe carta compresi. Un agente di polizia rimane ferito al petto. Un uomo fortunato, mi viene da dire...".
Bravo Mazzocchi, peccato che ad iniziare il disgustoso spettacolo siano stati i tifosi del Genoa, come ampiamente riportato dal nostro inviato e come appurato dal rapporto della Digos. Non è una giustificazione, sia chiaro, ma è ora di finirla di prendersela con la Juventus e i suoi tifosi sempre e comunque.
Il caro Mazzocchi poteva pure risparmiarsi le riflessioni successive: "Ora la Juventus rischia sanzioni pesanti e le merita tutte. Perché il concetto di responsabilità oggettiva la chiama pienamente in causa."
Signor Mazzocchi, la Juventus e i suoi tifosi hanno già pagato "per cori razzisti" indirizzati ad un giocatore insultato in tutta Italia e non per il colore della sua pelle, fatto che avrebbe indignato anche i coloured juventini. Squalifica del campo, provvedimento non attuato, ad esempio, nei confronti delle tifoserie di Cagliari e Inter, protagoniste nel medesimo periodo di cori e ululati indirizzati ad un giocatore della Juventus.
I tifosi della Juventus hanno subìto un blocco alle trasferte in Coppa Italia, la chiusura di una curva in occasione di Juventus-Roma, e un nuovo divieto è previsto per domenica prossima a Bologna, mentre nessuna sanzione è stata adottata nei confronti della tifoseria genoana. Provvedimenti identici invece per i tifosi di Napoli e Roma. Già, la Roma. La società "dei tifosi più tifosi del Mondo", quelli che fermano i derby in barba alle istituzioni, puncicano tifosi avversari, riducono le città a campi di guerriglia urbana e lanciano oggetti sulla testa degli arbitri. E non solo dalla curva, ma anche dalla "civilissima" "Tribbuna Montemmario". E, per non far torto a nessuno, vogliamo parlare della tifoseria laziale? Meglio di no, vero?
Queste, nel loro insieme, sono le immagini che consegneremo all'UEFA per la candidatura agli Europei del 2016, non solo quelle di Torino e della Juventus. Che in fatto di strutture è l’unica società che non ha proprio nessuna "bonaria deroga" da chiedere ai rappresentanti dello Stato. Quanto ai rigori inesistenti pro-Juve ha ragione Mazzocchi: gli arbitri sono incapaci, sono gli stessi arbitri che permettono sistematicamente a Totti di disporre di loro a suo piacimento, in una sorta di impunità che a lui è garantita per chissà quale misterioso diritto, impunità che ad altri è rigidamente negata.
Caro Mazzocchi, auguri per la sua Roma e per la rimonta sull'Inter, si occupi di quello e segua un consiglio: si documenti meglio, e guardi un pochino di più in casa propria prima di farsi gli affari degli altri.