La prova del (venti) nove - ripetilo se hai il coraggio! /5

palazziPALAZZI: "Moggi? Non rispondo. Decisioni sportive sono definitive".

Sicuramente la FIGC non ha nessuna voglia di tornare sulle decisioni prese nel 2006 e Palazzi, che nel processo rappresentò l'accusa e si incaricò del deferimento degli imputati, sembra averne anche meno, probabilmente ancora convinto della bontà dell'impianto accusatorio e dell'indipendenza della giustizia sportiva da quella ordinaria.
Rifiuta anche di rispondere alle domande poste non solamente da tifosi juventini ma, anche, da chi dopo i convulsi mesi del 2006 ha avuto modo di approfondire l'argomento Calciopoli, scoprendo scenari che non aveva potuto cogliere dai resoconti proposti dei principali media.
Sintomatica in questo senso la vicenda di Reggio Calabria e della presunta segregazione del direttore di gara Paparesta e dei suoi due assistenti.
Palazzi identifica nelle intercettazioni dei giorni successivi l'incontro "ulteriori elementi di formidabile portata probatoria", non dando credito alle versioni dei protagonisti che parlano di un quadro molto "ridimensionato" rispetto a quanto ipotizzato dalla procura federale.
Gli stessi protagonisti, testimoni citati dall'accusa al processo penale in corso a Napoli, ribadiscono la loro versione che sembrerebbe escludere del tutto una segregazione e invece getta una luce diversa sull'affaire Reggio. Si apprende che dopo la sfuriata i dirigenti juventini tornano dalla terna arbitrale con il presidente della Reggina Foti e discutono delle decisioni prese da Paparesta. Giraudo, addirittura, si rivolge al direttore di gara dandogli educatamente del Lei. Piemontese falso e cortese? Malvivente atipico che torna sul luogo del delitto? Forse solo la differenza tra il dover dare un senso ad un'intercettazione e l'ascoltare l'esposizione dei fatti da chi li ha vissuti in prima persona.
Inutile sottolineare che al momento nessuno è indagato per falsa testimonianza.
Le sentenze di calciopoli sono quindi definitive?
Secondo noi non è così. Esistono norme precise, hanno un nome, un numero e possono essere usate: potrebbero consentire una revisione delle condanne in caso di una sentenza assolutoria a livello penale perché è giusto ricordare che la giustizia sportiva, pur godendo di un proprio ordinamento e di una propria indipendenza, deve, giustamente, conformarsi alla giustizia ordinaria e alla Costituzione. Il fattore determinante è la volontà degli aventi diritto ad avanzare questa richiesta, ma la Juventus, fino ad ora, non ha mai palesato le proprie intenzioni, a differenza di una buona parte dei propri sostenitori e degli azionisti di minoranza toccati, non solo emotivamente ma anche economicamente, dai fatti del 2006.
Il rifiuto di rilasciare dichiarazioni su Moggi, oltre che essere indice di poca trasparenza, alimenta sospetti e interrogativi tra gli addetti ai lavori e i semplici aficionados e ricorda il trattamento di finta indifferenza riservato a Voldemort, Colui che non deve essere nominato, nella saga di Harry Potter, come se non evocare scomode presenze potesse bastare a far calare un velo d'oblio.
Noi da bravi Mangiamorte aspettiamo pazienti e vigili il tormentato iter processuale di Napoli, confidando in un finale diverso per il Signore (bianco)nero, ormai convinti che in questi ultimi tre anni qualcuno abbia cercato di rifilarci un'altra sostanza che ha come lettera iniziale una M.