Buonanotte.

L'unica scusa che ha è di appartenere a quella specie di esseri viventi vertebrati che - unica al mondo - non ha ancora capito perché il gol di Trezeguet nell'ultimo derby era regolare: il tifoso granata.
Un po' pochino, per poter scrivere indisturbato sulla prima pagina de La Stampa l'ennesima menzogna appurata, certificata, intollerabile.
Non perde infatti occasione, il nemico della regola del fuorigioco Massimo Gramellini, per infilare nel mezzo di un ragionamento sulla deriva etica dell'uomo (anche condivisibile, per quanto mi riguarda), un riferimento chiaro quanto basta a Luciano Moggi e alle parole che pronunciò dopo lo scoppio della farsa di Calciopoli.
Peccato che non sappia resistere alla tentazione di sfruttare quel metodo di origine nazi-fascista ("Una menzogna ripetuta mille volte diventa una verità indiscutibile", diceva Herr Doktor Joseph Goebbels) che, nelle cronache su Calciopoli, ha assunto la dignità di regola giornalistica.
Gramellini attribuisce a Luciano Moggi l'affermazione "Compravo le partite per difendermi dagli altri", fingendo di non sapere che di partite l'ex Direttore Generale della Juventus non ne ha comprate affatto.
Oltre al sottoscritto, lo affermano le sentenze di Calciopoli, che sarebbe opportuno - oltre che serio e professionale - venissero lette per bene, spiegate per bene e raccontate per bene da parte di coloro che fanno informazione.
Che Moggi (e ancora di più Antonio Giraudo) fosse nella condizione di doversi difendere da qualcuno, lo rivela molto bene il testo di una telefonata non apparsa sui media, e non era di sicuro comprando le partite che avrebbe potuto evitare ciò che puntualmente si è poi verificato.
Queste cose le dovrebbero sapere bene tutti i giornalisti italiani che, fedeli al metodo di Goebbels, hanno pubblicato per un anno e mezzo ciò che serviva per spiegare ai lettori la realtà più comoda e funzionale alla farsa, preferendo raccontare i due di picche parigini piuttosto che la differenza tra vivere da iena in un mondo di iene, e vincere rubando senza avere mai rubato.
Io nel mio piccolo, posso solo provare a spiegare ad un granata perché quel gol da gastrite al 93° era regolare. Ma per il resto della storia, provi a prendere l'ascensore e salire ai piani un po' più alti del giornale per il quale lavora.
Almeno una cosa, però, ce la risparmi: non dica che Goebbels era un Goebbo. Qualcuno sarebbe capace di crederci.