Il signore

spioneC’è un signore a Milano, quelli della sua claque lo definiscono Signore.
Questo presunto Signore si distingue da anni per atteggiamenti discutibili nei confronti dei concorrenti: infatti non vedo come definire diversamente il gesto ad ombrello accompagnato da un plateale vaffa..., che comunque ha fatto più volte la sua comparsa anche da solo, insieme ad insulti di vario genere ed epiteti poco signorili elargiti a destra e a manca.
Ma, nonostante ciò, costui passa sempre per essere un gran Signore.
Che bella persona, che splendido e “simpatico” interlocutore!
Chissà quale sarà il suo segreto?
Questo personaggio che, una quindicina di anni fa, si è affacciato nel mondo che tanti anni prima era stato frequentato anche dal padre, si è distinto per sprechi e livore sconfinato nei confronti dei rivali.
Una specie di Rockerduck in carne ed ossa, un miliardario alle prese col suo giocattolo, che troppo spesso ha dovuto osservare i successi degli altri e che vive di rancori, sospetti ed invidie.
Tutte brutte bestie.
Non è il momento di ricordare quanto abbiamo visto, sentito e raccontato più volte a proposito di questo Signore; quello fa parte della Sua poco invidiabile storia ed è ben scolpito nelle nostre menti.
Verrà il tempo in cui gli ricorderemo tutto.
Di questo Signore, possiamo solo dire che, nonostante si sforzi di rifarsi un’immagine diversa da quella cui tutti l’hanno sempre associato, ad intervalli più o meno regolari dimostra al mondo di non essere cambiato.

Succede a molti di ritrovarsi in situazioni in cui ci si dimostra inadeguati.
A questo Signore succede sempre, talvolta in maniera esagerata.
Successe tre estati fa, quando “amici degli amici” gli regalarono una gioia inedita e alla quale non era preparato: una gioia festeggiata brindando con la prima persona che condivise con lui la notizia dell’agognato regalo ricevuto.
La colf.
Ma poi, evidentemente liberatosi da ogni freno inibitore, prese la propria auto e se ne andò in giro per Milano a festeggiare quel regalo fuori stagione a colpi di clacson.
Tutto solo.
La primavera successiva, il Signore riuscì a godersi un altro regalo, figlio (il)legittimo di quello precedente, anch’esso gentilmente offerto dagli “amici degli amici”.
Un regalo annunciato l’estate precedente, quindi saporito come una bistecca rimasta in freezer per nove mesi.
Il Signore tentò di renderlo più piccante, aggiungendovi dosi massicce di sproloqui e gestacci, alcuni dei quali rivolti ad un antico amore, colpevole di essersi macchiato di un imperdonabile tradimento.
Ma da tutte le parti, si levavano solo applausi e complimenti per cotanta signorilità.
Ci domandiamo nuovamente: chissà quale sarà il suo segreto?
E’ roba di un anno fa, invece, il penultimo regalo ricevuto dal Signore.
Nell’occasione, a confezionare il gentile cadeau parteciparono in maniera preponderante i “nuovi amici”, quelli che un tempo vestivano di nero e ora invece vestono in giallo o rosso.
Solo che ad altri (un tempo “amici” pure loro, oggi “amici pentiti”), a loro volta vestiti di giallo e rosso, girarono un tantino le balle per questi continui regali.
Il Signore scartò il regalo ma non riuscì ad essere tranquillo; era irrequieto, frustrato.
Comprese Lui per primo che, pur ricevendo talmente tanti regali che nemmeno nella sua infanzia dorata avrebbe potuto immaginarne di così generosi, si trattava di omaggi di circostanza cui nessuno attribuiva valore.
“E allora perché me li fanno?”, sembrava chiedersi.
Noi una risposta ce l’avremmo, ma preferiamo tenercela buona per un prossimo futuro…
Il Signore, intanto, per sfogare la sua inquietudine, scaricò un amante a lungo inseguito, lungamente frequentato, e alla fine tradito con la “specialità della casa”.
Quell’amante col quale il Signore aveva condiviso le piccole ed effimere gioie, ma che, dopo qualche stagione di passione, non suscitava più in lui le stesse pulsioni, gli stessi stimoli.
Via, avanti il nuovo, ai giorni nostri, con una nuova “stampella” sulla quale reggersi, uno straniero chiacchierone che ammaliò il Signore, un uomo che incarna tutto quello che Lui vorrebbe essere ma non è mai potuto essere, un tipo fisicamente affascinante e caratterialmente deciso.
Uno straniero che gli costa altri sacrifici, altri sperperi, come negli anni delle cocenti delusioni.
Uno straniero che porta al Suo Signore meno regali di quanti ne avesse promessi all’inizio del loro idillio.
Ma al Signore va bene così, ringrazia ancora i “nuovi amici” per la generosità mostrata in diverse circostanze, ricorda ancora quanto i fasti odierni siano meritati e ripaghino anni di soprusi e ingiustizie, e festeggia l’ennesimo regalo il giorno del suo compleanno, ringraziando i “nemici amici” per la generosità e l’affetto mostrati.
Prendendoli “simpaticamente” (ovvio) per i fondelli.
Unico rammarico, immaginiamo, il non poter condividere l’ultimo regalo con uno dei suoi maggiori estimatori/promotori, uno di quelli che firmavano per primi il biglietto di congratulazioni.
Pazienza, rifletterà il Signore, rendendogli omaggio, pensando a quanti altri hanno già occupato il monumentale vuoto originato dalla dipartita di un così lindo personaggio.
E la storia continua.