Business Plan

mourinhoComunque la si pensi su Mourinho, stavolta ha ragione, e giustamente ci prende pure per il culo: "Sono contento di vedere la Juve festeggiare per un pareggio che la mantiene a dieci punti di distacco dalla vetta". Che vuoi dirgli, che ha torto?
Comunque la si pensi su Ranieri, stavolta ha detto una stronzata. Come tutte le altre volte: "Mi soddisfa pareggiare così, cioè con un uomo in meno e sotto di un gol". Che vuoi dirgli, di andare affanculo? L'importante è che ti metta in coda, perché io ci sono da due anni e non mi passerai certo davanti.
A questo punto, in attesa che magari il Milan ci sfili pure il tanto decantato secondo posto, farei il punto della situazione. Una sorta di business plan, come dicono quelli che hanno studiato.
Si rispedisca in blocco lo staff tecnico dei mediocri da dove è venuto, in compagnia dei cinquanta infortuni (la maggior parte dei quali muscolari) inanellati dai giocatori della Juventus nei soli primi tre quarti della stagione 2008/2009.
Si rispedisca il ds, fino a ieri addetto al foglietto delle sostituzioni, sui campi da motocross, con la raccomandazione di andare piano e indossare il casco ben allacciato (come dice Nico Cereghini); e la carcassa di una lavastoviglie legata ben salda sulla schiena come para-colpi, visto che ha già rischiato di Ironside-izzarsi l'anno scorso e non resisterei a un altro spavento come quello.
Si rispedisca il presidente più comico della storia della Juventus a fare il pensionato di lusso, che di motivi per sorridere ne avremo a sufficienza per i prossimi cinquant'anni senza bisogno di aggiungerne altri. Basterà andarselo a rileggere ogni tanto, come si fa con l'album del matrimonio o un buon libro di barzellette.
Si rispediscano i bidoni acquistati a peso d'oro (con l'avallo tecnico del trainer canterino che tutti: "cosa poteva fare di più con questa rosa!?", come se la rosa gliel'avessero allestita tirando a sorte) altrove, dove non m'importa. Basta che spariscano.
Si prenda un ds competente: ce ne sono, basta pagarli.
Si prenda un allenatore di talento, possibilmente giovane e ambizioso, come sempre è avvenuto all'alba di ogni ciclo vincente nella storia della Juventus. Ce ne sono, basta metterli in condizione di esprimersi in un ambiente come quello che, tolti gli ultimi tre anni, ci è sempre appartenuto.
Si elegga presidente un uomo di calcio, uno juventino vero, che possa rappresentare noi milioni di tifosi in modo degno alimentandosi e alimentandoci con la stessa passione che mai era mancata, nemmeno per un giorno, prima dell'avvento di questa gente qui. Ce ne sono, basta avere il coraggio di ammetterlo e, magari, di chiedere scusa.

Si riconsegni la Juve agli juventini, insomma. Solo allora, forse, sarà davvero possibile pensare di ricominciare a guardare avanti.