CARTELLINO ROSSO - Le promesse di Nicchi

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Questa settimana www.ju29ro.com inizia una collaborazione tecnica con Stefano Titomanlio.
Per quei pochi che non conoscono Stefano vi invitiamo a leggere
la sua biografia e l'intervista che ci ha concesso la settimana scorsa.
Il nostro obiettivo è quello di offrire ai lettori un punto di vista diverso sui fatti della giornata calcistica, sui gossip del mondo arbitrale e sui segreti del Palazzo.
Il punto di vista di chi, fino a pochi mesi fa, è stato osservatore privilegiato, vivendolo dall'interno, del mondo degli arbitri e dei guardalinee.
Auguriamo quindi buon lavoro a Stefano e buon divertimento ai nostri lettori.
 

LE PROMESSE DI NICCHI 

“Oggi per me inizia un impegno vero. Finiscono le chiacchiere e cominciano i fatti, oggi credo sia una svolta storica per l’immagine della nostra Associazione. Non permetteremo mai più che all'interno dell'AIA si parli di Calciopoli”. Con queste parole aveva esordito il nuovo presidente dell'AIA, Marcello Nicchi nel suo discorso inaugurale.
Ma le considerazioni sulla voglia di rinnovamento, espressa con questa elezione, non possono prescindere dai malcelati timori di restaurazione, manifestati peraltro dallo stesso Presidente uscente Gussoni alla vigilia del voto. E scorrendo i nominativi dei collaboratori che avrà Nicchi in questo suo incarico, a partire dal vice presidente Pisacreta, ex assistente internazionale con una parentesi da vice designatore di Mattei per una stagione alla CAN e proseguendo con l’ex arbitro internazionale Trentalange, che sarà alla guida del Settore Tecnico e via via con gli altri componenti del Comitato Nazionale, il dubbio che sia “veramente una svolta storica per l’immagine dell’Associazione” sempre usando le parole del neo Presidente, assale la maggior parte degli addetti ai lavori. Come anche il riferimento a “Calciopoli” nel discorso inaugurale di Nicchi, è sembrato più uno spettro incombente che una convinzione di effettiva pagina chiusa. Anche le lamentele sul comportamento dei dirigenti arbitrali nel recente passato rappresentano scorie di difficile e incerto smaltimento.
E d’altra parte anche gli uomini che facevano parte dello schieramento dell’altro candidato Apricena non fugavano i sospetti che determinati compromessi all’interno dell’AIA saranno sempre all’ordine del giorno: questa è un’associazione che con i suoi oltre 32000 appartenenti, rappresenta una forza non trascurabile all’interno della Federcalcio. La necessità di un’autonomia totale e soprattutto economica costituisce una condizione ineluttabile per garantire un vero rinnovamento.
Inoltre gli aspetti contraddittori al suo interno, laddove il contesto di estremo business vissuto al vertice difficilmente si concilia con il volontariato puro vissuto dalla stragrande maggioranza degli arbitri alla base, sono elementi di turbativa per il lavoro di un Presidente che voglia essere veramente il “Presidente di tutti”.
Resterà poi da vedere come Nicchi saprà gestire l’influenza delle varie Leghe al momento di scelta dei designatori nelle varie categorie; nel discorso di investitura ha subito espresso piena fiducia a Collina, quasi a mettere le mani avanti su indiscrezioni di contrasti tra i due.
Non sembra banale soffermarsi sull’impegnativo lavoro che aspetta Marcello Nicchi.
Il mondo arbitrale vive ancora un difetto di comunicazione: in un sistema purtroppo a forte condizionamento mediatico, la credibilità dell'operato arbitrale può essere accresciuta solo rendendo chiaro e visibile a tutti il lavoro quotidiano di questo gruppo. Proprio in questo senso gli attuali dirigenti dovrebbero cominciare a tutelare la validità del lavoro di squadra. Ed in tal senso l’impostazione data da Nicchi di inaugurare un nuovo sistema di rapporti con i media, come la prospettiva di vedere e sentire arbitri spiegare pubblicamente le loro decisioni in campo risulta apprezzabile, a patto che non venga difeso incondizionatamente l’operato di arbitri privo di uniformità o in vistoso calo di concentrazione.
Non si possono a tal proposito sottacere gli errori arbitrali nel misconosciuto campionato di serie B: impietoso sarebbe l’elenco di questi errori, in un contesto che per l’enorme dispendio di risorse umane ed economiche meriterebbe certo maggior rispetto, ma gli episodi Bari e Parma dell’ultimo turno infrasettimanale sono senza dubbio il segnale di una certa confusione nel mondo dei fischietti di vertice. Perché le indicazioni del designatore vengono spesso disattese? Perché il fuorigioco rappresenta un problema in questa stagione? Perché le decisioni arbitrali sono complicate e inspiegabili anche per gli addetti ai lavori?
Limiti tecnici e comportamentali o peggio di carattere psicologico non possono essere nascosti dalla patetica pubblica considerazione che gli arbitri italiani sono i migliori al mondo.
Vedremo ed analizzeremo attentamente nelle prossime settimane quanto l’arrivo alla guida dell’AIA di Marcello Nicchi sia in grado di allentare le eccessive polemiche sugli arbitraggi in quest’ultimo scorcio di campionato, con i suoi protagonisti non sempre campioni di fair play e di sensibilità sportiva.

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