Il caso Napoli ossia il primo illecito sportivo del dopoguerra

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Pubblichiamo questa gustosa ricostruzione storica, relativa a eventi di più di 60 anni fa. Come vedrete, certi temi che a noi oggi sembrano suggestioni recenti, come la "prova televisiva", non sono stati introdotti dai moviolisti di Sky, né sono un'invenzione di Biscardi, ma si possono far risalire addirittura a prima dell'avvento della televisione! Ma forse la cosa più bizzarra e curiosa la scoprirete alla fine. Sì, proprio all'ultima riga...


Campionato 1947/1948, primo ed unico a 21 squadre. Due sono i punti a vittoria, 42 le gare da disputare. A retrocedere sono le ultime quattro classificate. Lo Scudetto, invece, se lo aggiudica il Grande Torino. Ancora il Torino. Per la quarta volta consecutiva. 33 le reti subite (miglior difesa) e ben 125 le reti segnate, record di segnature nella massima serie. Sono 25 i gol di Mazzola e 23 quelli di Gabetto. In testa alla classifica cannonieri, però, figura Giampiero Boniperti, con 27 reti. La Juventus termina la stagione al terzo posto (49 punti), a pari punti con Milan e Triestina.

Il giorno 20.06.1948, quarantesima giornata di campionato, si disputa l’incontro Inter-Napoli. La squadra milanese arriva alla gara con 35 punti, all’undicesima posizione in classifica. Ha ben poco di cui preoccuparsi: i punti di distanza dalla quartultima sono 5. Considerando i due punti a vittoria, le tre sole giornate mancanti alla fine del campionato ed il gran numero di squadre in condizioni peggiori (ben 10), i rischi di retrocessione sono assolutamente minimi.

In ben altre condizioni è il Napoli. La squadra partenopea è infatti quartultima in campionato, con 30 punti, a parità di punteggio con la Salernitana (terzultima) e a -2 da Roma e Sampdoria, quintultime. La salvezza, a tre giornate dal termine, è possibile. Questa la situazione in classifica:

Inter 35
Lucchese 34
Bari 34
Genoa 33
Livorno 33
Roma 32
Sampdoria 32
Napoli 30
Salernitana 30
Alessandria 29
Vicenza 24

La partita a San Siro termina 1-0 per l’Inter, risultato che garantisce la matematica permanenza in A della squadra milanese.
Per il Napoli la situazione diviene critica: vincono infatti Livorno, Bari, Salernitana e Genoa; pareggiano Lucchese, Roma e Sampdoria. In pratica, il Napoli è l’unica squadra in lotta per la salvezza a rimediare una sconfitta. Diviene questa la nuova classifica:

Bari 36
Lucchese 35
Genoa 35
Livorno 35
Roma 33
Sampdoria 33
Salernitana 32
Napoli 30
Alessandria 29
Vicenza 26

Col Vicenza già retrocesso, sono ormai solo cinque le squadre che, a due giornate dal termine del campionato (4 punti a disposizione), si contendono i due posti utili alla permanenza in A: Sampdoria, Roma, Salernitana, Napoli ed Alessandria. Per il Napoli, come per l’Alessandria, la situazione è durissima.
Dopo aver studiato le varie combinazioni di risultati possibili, il Corriere dello Sport dell’epoca afferma infatti come sia solo “l’arida e cruda matematica a offrire al Napoli una parvenza di spiraglio, mentre la realtà logica esclude un qualsiasi salvataggio degli uomini di Sentimenti, e questo nettamente in conseguenza dell’uno a zero con l’Internazionale, con l’aggiunta dei pareggi di Roma e Sampdoria”.

Lo spiraglio di salvezza viene meno alla giornata successiva, la quarantunesima, disputata il 27.06.1948. Il Napoli gioca in casa con la Lucchese, ma ci sono due scontri diretti che interessano la sua sorte: Sampdoria-Alessandria e Roma-Salernitana. La Sampdoria vince 4-0, la Roma 1-0.
Il Napoli, nonostante la roboante vittoria (5-0), è spacciato. Con la squadra partenopea retrocedono Salernitana, Alessandria e Vicenza.

Torniamo alla quarantesima giornata, a quell'Inter-Napoli, conclusasi 1 a 0.
Il Napoli è su tutte le furie per l’arbitraggio di Bonivento. Per il Corriere dello Sport - mai come allora vicino alla squadra napoletana - ma anche per buona parte della stampa sportiva dell’epoca (come, ad esempio, 'Il Calcio Illustrato'), le polemiche sono tutt’altro che campate in aria:

Oltre a tutto, ci si è messo anche Bonivento, che con un arbitraggio impreciso e privo di autorità, ha falsato, specie nella ripresa, l’andamento dell’incontro. Al 19’ del secondo tempo Guaita (dell’Inter, ndr) sgambetta lentamente Barbieri in piena area di rigore: rigore sacrosanto, ma Bonivento dice di no. Poi si contraddice e concede una punizione dal limite. Ma già nei primi 45 minuti, e precisamente a due minuti dallo scadere del tempo, Bonivento aveva danneggiato i partenopei. Su una palla alta saltavano contemporaneamente Franzosi (portiere dell’Inter, ndr) e Di Benedetti (giocatore del Napoli, ndr)i: la sfera sfuggiva dalle mani del portiere nerazzurro, pressato dall’avversario, e cadeva sui piedi di La Paz (del Napoli, ndr), che la sospingeva dolcemente nella rete incustodita. Ma l’arbitro annulla il gol per carica irregolare su Franzosi. Il bello è che appena fischiato, Bonivento fece cenno verso il centro del campo e poi decretò il fallo contro il Napoli. Da questi due appunti si può ben capire come la partita sia degenerata nella ripresa”.

Il Napoli si lamenta ufficialmente: effettua il reclamo tecnico (in vigore all’epoca), con il quale si chiede l’annullamento e la ripetizione dell’incontro.
Gli sportivi napoletani appoggiano totalmente le scelte della società. Organizzano così manifestazioni di protesta per le vie cittadine il giorno 28 giugno. Al corteo aderiscono tutte le Associazioni sportive napoletane (calcistiche e non), tutte le società sportive di Napoli e provincia, tutti i tifosi, e il Comitato Campano dell’U.V.I. Sono ben tre gli episodi contestati. “Tenuto conto che uno solo dei tre citati episodi avrebbe potuto portare il Napoli in vantaggio, difficilmente l’Inter avrebbe potuto sfruttare l’occasione di contropiede che le si era presentata per segnare: significa che il Napoli avrebbe senz’altro vinto la partita guadagnando la certissima salvezza”. Questo il pensiero riportato dal Corriere dello Sport del 26.06.1948.

Il Napoli ed i suoi tifosi sono speranzosi circa la ripetizione della gara. Si è infatti appreso che l’INCOM (azienda produttrice de 'La settimana Incom', una serie di cortometraggi che venivano proiettati nelle sale cinematografiche prima dello spettacolo e che trattavano argomenti dell'attualità) ha realizzato un documentario sulla partita. Del documento cinematografico l’episodio saliente è rappresentato proprio dal gol annullato a La Paz per carica sul portiere.
Dal Corriere dello sport del 26.06.1948:

La Radio ha decisamente affermato che si vede Franzosi (portiere dell’Inter, ndr) incespicare su Di Benedetti, che è a terra (quindi non c’è carica al portiere) e cadere a sua volta perdendo la palla che era spedita in rete da La Paz. Nel suo commento la Radio afferma che non si è mai visto un gol più regolare di questo. Il che significa che la Lega Nazionale e i membri della Commissione arbitri nazionali, che dovranno dare il loro parere su questo reclamo, dovranno attenersi anche a questo documento cinematografico, anche se la prassi e il regolamento non prescrivono un caso del genere. Ma si tratta di fare giustizia a una delle più sportive città d’Italia, la quale non può essere trattata come l’ultima venuta e sbattuta fuori dal campionato per il contegno inqualificabile di un arbitro. “

Il 30.06.1948 il reclamo del Napoli viene respinto: “Non risultando la gara inficiata dalle irregolarità lamentate dalla società, si respinge il reclamo, si incamera la tassa e si omologa la gara nel suo risultato di Inter-Napoli 1 a 0”.

Così si esprime in merito il Corriere dello Sport:
E’ evidente cosa è avvenuto: l’arbitro ha confermato il suo rapporto e, quindi, cadono tutti i documenti, compreso il film, che dimostrano la validità del gol di La Paz. Confermiamo quanto abbiamo detto prima: che negli ambienti milanesi la deliberazione ha sorpreso, e s’incomincia a guardare a tutto il castello arbitrale non più come a una casta infallibile, ma come ad una nave che incomincia a far acqua. I documentari cinematografici stanno inferendo dei colpi duri a tale organizzazione e così come negli incontri atletici e in quelli ippici i giudici di partenza hanno riconosciuto il contributo del film per stabilire l’esattezza del loro operato, anche nel calcio bisognerà arrendersi a questo portato della modernità, altrimenti un bel giorno capiterà di vedere proiettato sul telone un film che smentisce in pieno i deliberati dell’arbitro. Cosa faranno allora gli arbitri?
Quale sarà ora la condotta del Napoli? Indubbiamente ricorrerà al tribunale di seconda istanza, vale a dire al Consiglio Federale; ma con quale esito, se i referti arbitrali sono pagine e pagine del Vangelo?


Anche la CAF, il 29.07.1948, rigetta il reclamo, considerato che “il direttore di gara ha negato recisamente e ripetutamente le circostanze di fatto addotte dalla reclamante e quindi il fondamento dei rilievi di natura tecnica da essi formulati” e che è “esclusa, in base alle norme vigenti, la possibilità di decidere sulla scorta di altri elementi che non siano quelli risultati dagli atti ufficiali d’istruttoria”.
Come in primo grado, insomma, viene negato valore alla prova visiva rappresentata dal documentario dell’INCOM.

Si ricorre, allora ed infine, al Consiglio Federale.
Due giorni dopo il comunicato della CAF, sabato 31.07.1948, viene emesso un comunicato da parte della Lega Calcio: il Napoli è colpevole della tentata corruzione di alcuni giocatori bolognesi. La squadra partenopea è relegata all'ultimo posto della classifica ed il suo presidente, Muscariello, viene radiato.

Per capire la decisione, bisogna tornare indietro.
Il giorno 06.06.1948, trentottesima giornata di campionato, due gare prima di Inter-Napoli, si disputa a Bologna l’incontro Bologna-Napoli.
La gara termina col colpaccio dei partenopei, che agguantano la prima vittoria in trasferta grazie ad un gol all’ultimo minuto di Krieziu.
Il pubblico bolognese è inferocito. Si scaglia, quantomeno verbalmente, sul presidente del Bologna Dall’Ara.
All’indomani della gara, il Presidente bolognese ordina una severa inchiesta per assodare l’eventuale responsabilità nei confronti di alcuni elementi accusati di scarso rendimento in occasione della gara. Parte così un’inchiesta su Bologna-Napoli, inchiesta che durerà circa 2 mesi.

Un mese più tardi "La Stampa" del 09.07.1948 riporta le indiscrezioni raccolte dal quotidiano bolognese “Stadio”, di cui il giornale torinese ("nell'articolo "Gli azzurri avevano offerto tre milioni ai bolognesi?") riporta testualmente le parole:
"Esiste finora un esposto, preciso nei dettagli e rovente nel tono, inviato dal comm. Dall’Ara. Diciamo subito che noi conosciamo (sia pure per sommi capi) questo esposto: Dall’Ara avrebbe potuto anche farlo pubblicare. Innanzi tutto perché l’opinione degli sportivi che amano fedelmente questo vecchio Bologna si sarebbe orientata verso una reale situazione, e poi perché oramai non siamo i soli a conoscere il documento: Anche a Firenze, recentemente, Dall’Ara lo ha mostrato a diversi giornalisti nei corridoi dell’assemblea. Dice, nel documento, il Presidente dei rossoblù, di essere stato particolarmente toccato dal fatto che la manovra dei napoletani (i quali avrebbero offerto tre milioni per 'acquistare' il risultato della partita), ha trovato terreno buono innanzi tutto in Biavati e Arcari, uomini cioè di fiducia e da tempo stimati dai dirigenti. Un capitolo pare dedicato esclusivamente a Marchese, ma non ne conosciamo esattamente i dettagli, e infine si parla di Andreolo come uomo-artefice del colpo (va notato, come dice l’esposto, che costui in caso di salvezza del Napoli avrebbe avuto un premio di diversi milioni). Esiste inoltre un capitolo molto dettagliato, in cui sono riprodotte le voci raccolte ai bordi del campo e persino dai giocatori in campo, tra i quali spiccano le figure di Cappello, Gritti e altri, a dimostrazione che l’accordo era quasi completo. Sono riprodotte frasi pronunziate da un rossoblù a un compagno:'Ma perché fai così? Non sai come debbono andare le cose?'. Un’altra frase pronunziata da un noto calciatore partenopeo sarebbe questa: 'State certi ragazzi che questa sera ve ne faremo avere degli altri di balocchi!'".

Il 31 luglio 1948, come si diceva, viene diramato il comunicato della Lega Nazionale. Esso sancisce:

1) retrocessione del Napoli all’ultimo posto in classifica;
2) inibizione a vita a ricoprire incarichi ufficiali per il presidente del Napoli, Muscariello, e per Paolo Innocenti (ex giocatore del Napoli anni '30)
3) squalifica a vita per Luigi Ganelli del Napoli;
4) squalifica di 3 mesi per Arcari (Bologna) e di 2 per Taiti (Bologna), Cappello (Bologna) e Barbieri (Napoli).

Questi i fatti, come narrati da Christian Giordano:
Intanto c’è da dire che Ganelli è di Codogno, in provincia di Milano, come il suo collega del Bologna, Arcari, del quale Ganelli sta per diventare cognato. Infatti Arcari è in procinto di sposare una sorella della moglie di Ganelli. Il 16 maggio 1948 la Serie A si ferma perché è in programma, a Torino, il confronto fra Italia e Inghilterra. Ganelli approfitta della sosta e si reca prima a Bologna e poi a Codogno. Incontra Arcari e lo prega di adoperarsi presso i compagni di squadra perché giochino «senza cattiveria» allorquando, una ventina di giorni dopo, avranno di fronte il Napoli. Qualche giorno prima della partita, il presidente del Napoli, Muscariello, e Paolo Innocenti (ex giocatore del Napoli anni ’30, ndr), incontrano a Bologna l’allenatore bolognese, l’austriaco Fellsner, il dirigente Genovesi e alcuni giocatori del Bologna. Le offerte sono concrete, ma non è possibile stabilire in quanti aderiscono. Finisce come abbiamo già ricordato: vince il Napoli per 1-0 con una rete all’ultimo minuto.[…] Le decisioni prese fanno trasparire abbastanza chiaramente quale sia stato il convincimento dei giudici, e cioè: Muscariello, Innocenti e Ganelli pienamente colpevoli. Idem la Società Napoli per responsabilità oggettiva. Quanto agli altri, le squalifiche abbastanza lievi dicono che qualche dubbio forse ci fu. C’era sicuramente il ritardo della denuncia, ma non la certezza di una partecipazione “sentita” alla combine. Fra l’altro – giusto ricordarlo – i bolognesi Arcari e Taiti non giocarono quella famosa partita, e quindi se non altro non commisero il “reato sportivo” in senso stretto. Andarono in campo, viceversa, Ganelli, Barbieri e Cappello.

Il Napoli è accusato di tentata corruzione.
Muscariello e soci rifiutano gli addebiti. Queste le parole del Presidente del Napoli, tratte dal Corriere dello Sport del 2 agosto 1948:
Quando ho appreso il provvedimento che mi riguarda, sono cascato dalle nuvole. Io a Bologna non ho visto né ho parlato e tanto meno avvicinato nessuno. Non so proprio nulla di questa faccenda!
Similmente si esprime Innocenti: “Ma cosa vuole questa gente da me? Già ho dovuto subire una specie di inquisizione di Spagna per alcuni giorni, per essere stato interrogato a Milano. Desideravano sapere da me perché ero andato a Bologna: ma io a Bologna ci vado quando mi pare e piace, prima perché, essendo io bolognese, ho ivi la mia famiglia, che spesso vado a trovare: poi, proprio in quella occasione ero andato a Bologna per affari. A Bologna però non ho visto e non ho parlato con nessuno. Hanno detto a Milano durante il mio interrogatorio che avevo avvicinato alcuni giocatori rossoblù prima della partita. Questo è inesatto e assurdo perché io dei giocatori attuali del Bologna non conosco personalmente nessuno”.
Insomma, quasi quasi Innocenti e Muscariello si sono trovati, per puro caso, entrambi a Bologna.

Il Napoli, comunque, non ci sta e promette battaglia. Il Consiglio direttivo azzurro dirama un comunicato nel quale precisa:
1) di ravvisare nel provvedimento della Lega nazionale un’azione diretta a colpire la società partenopea e lo sport meridionale;
2) di respingere sdegnosamente l’iniquo provvedimento
3) di prendere atto della decisione del comm. Muscariello, presidente della società, di dimettersi anche da socio allo scopo di tutelare i suoi diritti nel modo migliore;
4) delle dimissioni del consiglio direttivo in segno di protesta e di solidarietà;
5) di nominare un comitato direttivo provvisorio con pieni poteri, composto dal signor Egidio Musolino e dal dott. Luigi Scuotto.

Il Napoli indice quindi una riunione delle società meridionali di A, B e C. In tale convegno, scrive il Corriere dello Sport del 3 agosto 1948, “è stato ampiamente discusso l’atteggiamento che dovrà essere assunto dai delegati del Sud per la tutela dei legittimi interessi del calcio meridionale. Quello che è certo è che tutte le Associazioni del Sud a Milano formeranno un blocco di energie e di volontà
Oltre al comunicato ed alla riunione delle presunte vittime di una Lega Calcio "nordista", partono le querele per diffamazione verso la Lega da parte del presidente Muscariello. Oltre alle querele per diffamazione, parte il ricorso alla CAF.
Il ricorso, l’ennesimo, stavolta non viene nemmeno valutato, a causa della violazione della clausola compromissoria:
Visti i reclami, risultando che il dott. Muscariello, pur avendo interposto reclamo contro il provvedimento preso a suo carico dalla Lega Nazionale, ha denunziato il provvedimento medesimo all’autorità giudiziaria;
ritenuto che con ciò il dott. Muscariello è incorso nella violazione dell’art. 11 dello statuto federale e non può quindi essere giudicato dall’ente della Federazione, poiché tale violazione importa la perdita di tutti i diritti federali; ritenuto che ciò vale anche nei confronti dell’A.C. Napoli e del giocatore Ganelli Luigi, perché le sanzioni comminate dalla Lega Nazionale con l’impugnato provvedimento riguardano un unico episodio e colpirono il dott. Muscariello presidente della A.C. Napoli; la C.A.F. ha deliberato di non prendere in esame i reclami in oggetto
”.

A seguito della violazione della clausola compromissoria, il Napoli rischia la radiazione.
La società, virtualmente fuori dai ranghi federali per avere il suo ex presidente sporto querela contro i suoi “diffamatori”, viene riammessa in Federazione dal Consiglio Federale del 30 agosto 1948. Può così disputare il campionato 48/49. In serie B, ovviamente, come sancito dal campo e dalla giustizia sportiva.

Del primo illecito sportivo del dopoguerra, la Gazzetta dello Sport, a quanto pare, tacque completamente.
Così il quotidiano rosa spiegò le sue ragioni il giorno 2 agosto 1948, all’indomani del comunicato di condanna del Napoli:
Non abbiamo pubblicato a bella posta il materiale sulle indagini raccolto fino ad oggi per non intralciare il lavoro estremamente sensibile cui la Lega doveva far fronte”.